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Foto: Infophoto<br />
sta. È ancora <strong>il</strong> solo che ha mantenuto<br />
una polemica autonomia rispetto ai gruppi<br />
politici dominanti». Dice ancora Scalfari:<br />
«L’unicità di De Benedetti consiste proprio<br />
in questo: non è fuori dal sistema,<br />
anzi vi è profondamente inserito; e pur tuttavia<br />
è anomalo rispetto ad esso. Non rifiuta<br />
le regole del gioco, ma le interpreta in<br />
modo radicalmente difforme dagli altri».<br />
La conquista dello scontrino fiscale<br />
Dopo la Cir vede la luce anche Sogefi, operante<br />
sulla scena mondiale nei componenti<br />
per autoveicoli. Carlo ne sarà presidente<br />
per venticinque anni consecutivi, prima di<br />
cedere <strong>il</strong> posto al figlio Rodolfo, conservando<br />
però la carica di presidente onorario. E<br />
nel 1978 entra in Olivetti: un’altra impresa<br />
dalla fama di progressismo, anche per<br />
la fede socialista del fondatore Cam<strong>il</strong>lo Olivetti<br />
e per gli arditi esperimenti di ingegneria<br />
sociale che <strong>il</strong> figlio Adriano fece a favore<br />
dei suoi operai. Ma Davide Cadeddu, in<br />
una breve biografia presentata nel volume<br />
a quattro mani con Giulio Sapelli, Adriano<br />
Olivetti. Lo Spirito nell’impresa (Il Margine,<br />
2007), ha sparato a zero su quanto «successe<br />
anche nella stessa Olivetti quando vi<br />
giunse Carlo De Benedetti e nulla di quei<br />
valori lasciò nell’azienda, ma tutto di essi<br />
disseminò fuori di sé, come per una sorta<br />
di hegeliana astuzia della ragione». In particolare<br />
Cadeddu denuncia una vera e propria<br />
gestione «terrorista» della dirigenza,<br />
con «decine di licenziamenti». È pure vero<br />
che quando nel 1978 De Bendetti ne diventa<br />
presidente, la Olivetti è un’azienda dal<br />
nome sì glorioso, ma molto indebitata e<br />
dal futuro incerto. L’Ingegnere pone le basi<br />
per un nuovo periodo di sv<strong>il</strong>uppo, basa-<br />
to sulla produzione di personal computer<br />
e sull’ampliamento ulteriore dei prodotti,<br />
che vede aggiungersi stampanti, telefax,<br />
fotocopiatrici e registratori di cassa. Soprattutto<br />
quello dei registratori di cassa sarà un<br />
affare d’oro, quando nel 1985 Bruno Visentini,<br />
ministro delle Finanze del governo<br />
Craxi, obbliga per legge tutti i commercianti<br />
al dettaglio al loro ut<strong>il</strong>izzo con emissione<br />
dello scontrino fiscale. Indubbiamente,<br />
era una misura indispensab<strong>il</strong>e per combattere<br />
l’evasione. Il fatto che lo stesso Visentini<br />
fosse stato presidente della Olivetti diede<br />
però luogo a fiere polemiche, anche se oggi<br />
di quel conflitto di interessi e di quel favore<br />
del governo Craxi a De Benedetti si è persa<br />
memoria quasi del tutto. Nel 1984 l’azienda<br />
di Ivrea aveva comunque inglobato l’inglese<br />
Acorn Computers. E nell’apr<strong>il</strong>e del 1985<br />
Romano Prodi, alla guida dell’Iri, presenta<br />
a sorpresa De Benedetti come azionista di<br />
maggioranza della Sme, <strong>il</strong> fiore all’occhiello<br />
dell’industria agroalimentare italiana,<br />
definita dallo stesso Prodi «perla del gruppo<br />
Iri», che spazia da Motta e Alemagna a<br />
Bertolli, supermercati Gs e Autogr<strong>il</strong>l. Si tratta<br />
di una capitalizzazione da 1.300 m<strong>il</strong>iardi<br />
di lire, passata di mano per soli 497 m<strong>il</strong>iardi,<br />
pagab<strong>il</strong>i a rate. Eppure la bontà dell’operazione<br />
è stata curiosamente difesa dai giustizialisti<br />
Peter Gomez e Marco Travaglio<br />
nel loro libro Le m<strong>il</strong>le balle blu.<br />
Comunque, è questa l’epoca in cui alla<br />
rivalità con Agnelli si aggiunge quella con<br />
Nel 1985 <strong>il</strong> governo Craxi obbliga per legge<br />
i commercianti a ut<strong>il</strong>izzare i registratori di<br />
cassa. Un affarone per Olivetti. Il fatto è che<br />
<strong>il</strong> ministro Visentini ne era stato presidente<br />
LE LEGGENDE DELL’INGEGNERE INTERNI<br />
A metà degli anni<br />
Ottanta al rivale<br />
Agnelli se ne<br />
aggiunge un altro,<br />
S<strong>il</strong>vio Berlusconi,<br />
trascinato nell’agone<br />
contro De Benedetti<br />
da Bettino Craxi,<br />
in reazione alla linea<br />
anti-Psi dei giornali<br />
editi dall’Ingegnere<br />
Berlusconi, trascinato da Craxi in reazione<br />
alla linea anti-Psi dei giornali editi da De<br />
Benedetti. E che poi non deriva in realtà<br />
probab<strong>il</strong>mente da interessi particolari dello<br />
stesso De Benedetti, ma all’ideologia di<br />
quel partito dei moralizzatori di cui Scalfari<br />
è un leader. Intanto, le toccate e fughe<br />
continuano. All’inizio degli anni Ottanta<br />
De Benedetti è già entrato nell’azionariato<br />
del Banco Ambrosiano, guidato allora<br />
dall’enigmatico presidente Roberto Calvi.<br />
Con l’acquisto del 2 per cento del capitale,<br />
De Benedetti ha ricevuto la carica di<br />
vicepresidente dell’istituto, funzione puramente<br />
onoraria a cui non era collegata<br />
alcuna attività di gestione effettiva (nella<br />
sede m<strong>il</strong>anese dell’Ambrosiano, in via Clerici,<br />
non gli era stato assegnato neppure<br />
un ufficio). Dopo appena due mesi, lascia<br />
<strong>il</strong> Banco cedendo la sua quota azionaria.<br />
Riuscendo tuttavia a incrociare anche la<br />
torbida vicenda del banchiere poi trovato<br />
impiccato al ponte dei Frati neri di Londra.<br />
L’aspirante re del Belgio<br />
Sempre a metà degli anni Ottanta De Benedetti<br />
tenta l’opa sulla Société Générale du<br />
Belgique dei Lippens, mossa che lo proietta<br />
definitivamente all’attenzione dei massmedia,<br />
tra i figli degli emigranti italiani<br />
già ultima ruota del carro in Belgio che<br />
dicono di voler fare collette per aiutare la<br />
rivincita di quel loro connazionale, e le<br />
battute di un Beppe Gr<strong>il</strong>lo ancora non trasfigurato<br />
in profeta dell’an-<br />
tipolitica: «Ma guarda un<br />
po’, quello esce di casa e si<br />
compra <strong>il</strong> Belgio. Ve l’immaginate?<br />
“Ciao cara, esco un<br />
attimo di casa che vado a<br />
| | 20 luglio 2011 | 23