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UN ALTRO MONDO<br />

è POSSIBILE<br />

IL MIRACOLO QUOTIDIANO<br />

Dio ci ha scelti<br />

tra molti. Così<br />

siamo stati salvati<br />

di Aldo Trento<br />

Caro padre aldo, ti scrivo perché vedo<br />

in te un amico. Sto passando un periodo<br />

diffic<strong>il</strong>e. Il dubbio di una gravidanza<br />

inaspettata e prima del matrimonio mi fa sentire<br />

in colpa per quello che ho fatto. Mi fa sentire<br />

in colpa per la mia irresponsab<strong>il</strong>ità e per tutto<br />

quello che ho vissuto fino ad ora. Vorrei che<br />

tutto venisse cancellato perché non mi sembra<br />

sia stato davvero voluto e vero. Purtroppo non è<br />

possib<strong>il</strong>e. Sono andata troppo in fretta. Ho dubbi<br />

su tutto. Ora che vivo con <strong>il</strong> mio ragazzo dubito<br />

che la mia vita sia questa, ma non voglio farlo<br />

soffrire, non voglio deluderlo. Non ho <strong>il</strong> coraggio<br />

di verificare davvero per cosa sono fatta. La<br />

paura di dover deludere la mia famiglia non mi<br />

fa stare tranqu<strong>il</strong>la. Niente è certo. Non ho ancora<br />

fatto <strong>il</strong> test di gravidanza. Sono solo delle avvisaglie,<br />

ma io non mi sento bene in questa situazione.<br />

Ho una confusione nel cuore e nella<br />

mente tanto da non riuscire a capire ciò che voglio.<br />

Desidero spesso che la mia vita finisca qui.<br />

Non riesco a parlarne con nessuno per la paura<br />

di essere giudicata e perché sono io la prima<br />

giudice di me stessa. Quanto vorrei tornasse la<br />

serenità e la purezza di prima. Mi pento di tutto<br />

quello che ho deciso e vissuto. Che brutta vita<br />

sto vivendo. Sto pregando con tutte le forze che<br />

non ci sia una gravidanza. Vorrei tanto riparare,<br />

ma non so come e se è possib<strong>il</strong>e. Ti chiedo di aggiungere<br />

<strong>il</strong> mio nome alle tue preghiere.<br />

Lettera firmata<br />

Q<br />

uel «Mi pento di tutto quello che ho deciso<br />

e vissuto fino a ora», che appare come<br />

la tua posizione davanti alle frag<strong>il</strong>ità,<br />

è definito da un moralismo che ti porta al rigetto<br />

di te stessa, anzichè lanciarti come un bambino<br />

fra le braccia di sua madre. La coscienza<br />

autentica del peccato c’è solo quando esiste la<br />

coscienza della propria sproporzione strutturale<br />

fra quello che desidera <strong>il</strong> cuore – <strong>il</strong> tuo cuore –<br />

e <strong>il</strong> Mistero che è la risposta. Le nostre miserie,<br />

per schifose che siano, i nostri limiti, per grandi<br />

che possano essere, non potranno mai impedire<br />

al Mistero la sua fedeltà a te, a me, a ogni<br />

uomo che um<strong>il</strong>mente e gioiosamente riconosce<br />

essere sua creatura, creatura frag<strong>il</strong>e, come una<br />

foglia durante l’autunno sugli alberi, ma creatura<br />

sua. La moralità non coinciderà mai coi nostri<br />

progetti di perfezione, con le immagini di santità<br />

che abbiamo nella testa, ma col guardare nel<br />

60 | 20 luglio 2011 | |<br />

POST<br />

APOCALYPTO<br />

Annibale<br />

Carracci,<br />

Il battesimo<br />

di Cristo (1584),<br />

chiesa di san<br />

Gregorio,<br />

Bologna<br />

volto di Cristo, come Pietro quel giorno quando<br />

Gesù gli chiese: «Mi ami tu?». E lui, <strong>il</strong> grande<br />

peccatore, <strong>il</strong> grande amico di Gesù che lo aveva<br />

tradito tre volte gli rispose: «Signore, tu sai<br />

tutto; tu sai che ti amo». Il senso di colpa che ti<br />

tormenta è <strong>il</strong> frutto del moralismo che respiriamo,<br />

perché quando <strong>il</strong> cristianesimo non è vissuto<br />

come l’incontro con una Presenza amorosa,<br />

quando non è guardare <strong>il</strong> volto di Cristo, quando<br />

non è la coscienza di essere stati afferrati da<br />

Cristo e di aver afferrato noi stessi Cristo, immediatamente<br />

perdiamo la coscienza di quello<br />

che siamo, confondendoci con quello che facciamo.<br />

Mentre quello che conta è ciò che sei, grazie<br />

al battesimo sei una creatura nuova; sei ontologicamente<br />

sua, sua proprietà, perché, come<br />

Dio nell’Esodo, attraverso Mosè, dichiarò al suo<br />

popolo una verità che fa vibrare di commozione<br />

e che è vera anche per me e per te: «Ti ho scelto<br />

tra popoli più numerosi. Voi siete mia proprietà.<br />

Mi sono innamorato di te». Amica, com-<br />

prendi quello che oggi ti grida in volto <strong>il</strong> Mistero,<br />

proprio a te che ti odi, che non vuoi vivere: «Io<br />

mi sono innamorato di te». «Di te», del tuo volto,<br />

del tuo naso, della tua bocca, dei tuoi capelli, del<br />

tuo corpo, della tua anima, della tua volontà. «Di<br />

te» come sei, col tuo carico di miseria.<br />

Quando comincerai a guardarti in questo modo,<br />

quando questa certezza si trasformerà in<br />

esperienza, nella tua vita tutto tornerà a fiorire<br />

e la confessione delle tue miserie non consisterà<br />

tanto nel guardare alla lunga lista dei<br />

tuoi limiti, ma nel guardare al volto di Cristo.<br />

Confessarsi, riconoscere i propri peccati,<br />

è guardare al volto di Cristo! E questo cambia<br />

la vita, come documenta la lettera qui sotto,<br />

che un’amica scrisse a suo marito, col quale<br />

ha molti problemi. Il miracolo accaduto in lei è<br />

anche per te, se prendi sul serio la tua umanità<br />

seguendo <strong>il</strong> volto di chi più è segno per te della<br />

Presenza, della misericordia di Cristo.<br />

padretrento@rieder.net.py

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