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L’ITALIA
CHE LAVORA
Il sarto
senza
frontiere
Chi l’ha detto che la crisi abbasserà il livello
delle nostre vite? Con i suoi abiti su misura
confezionati a mano, Nardelli continua a sedurre
il mercato. Così una piccola filiera pugliese
si è fatta un nome perfino in Azerbaigian
La capacità imprenditoriale dimostrata
dall’industria di abbigliamento creata
da Angelo Nardelli nel 1951, rende
onore al Sud italiano. Il fondatore era un
giovane artigiano quando, a Martina Franca
in provincia di Taranto, elegante cittadina
sviluppatasi sulle colline della Murgia,
avviò un laboratorio, una filiera, di 20 persone
per confezionare capi d’abbigliamento
per uomo e donna venduti dallo stesso
Nardelli in Sicilia, in Calabria, in Puglia e
in Campania. «Mio padre – racconta l’attuale
direttore generale Domenico, entrato
in azienda 25 anni fa – lavorava fino a 12
ore al giorno, anche il sabato e la domenica
se necessario. Possedeva un temperamento
forte e deciso e spronava i tre figli a stare
con lui, ma io sono stato l’unico a seguire
le sue orme. Dopo il diploma di licenza
media, ho fatto un lungo periodo di gavetta,
comprendente tra l’altro corsi di modellista,
di cucito e di formazione nel campo
della moda. La sua guida mi è stata indispensabile
e gliene sarò sempre grato». Ora,
a settantasei anni, Angelo ha preferito ritirarsi,
ma i rapporti con Domenico e i suoi
figli – la terza generazione, Paola addetta
alle relazioni esterne, Angelo e Antonio che
si occupano rispettivamente dei negozi e
dello stile dei vestiti – «continuano ad essere
veramente eccezionali».
Persona semplice e modesta, dal dialogo
conciso, Domenico Nardelli elenca gli
eccellenti risultati raggiunti con la qualità
di quanto viene prodotto dall’azienda nello
stabilimento di 15 mila metri quadrati,
su tre piani, con 200 dipendenti, fra i quali
una ventina di sarti addetti al confezionamento
a mano, la cui sede è tuttora a Marti-
50 | 20 luglio 2011 | |
na Franca, una località in cui la tradizione
dell’abbigliamento è storica.
«La nostra svolta industriale – continua
Nardelli – è avvenuta nel 1998, quando,
siamo diventati una società per azioni
con la sigla Itn (Industria tessile Nardelli)
e abbiamo lanciato il marchio Angelo Nardelli
1951. Puntando sull’accuratezza sartoriale
dei nostri vestiti, esclusivamente da
uomo, e sull’immagine, siamo riusciti a svilupparci
in Italia e all’estero. Lo devo dire
con orgoglio». I negozi monomarca in Italia
sono sparsi un po’ lungo tutto lo Stivale.
Quello di Martina Franca funziona soprattutto
da spaccio. Gli altri sono ad Altamura,
Lecce, Taranto, Palermo e Milano, «un punto
vendita prestigioso questo, situato nel
palazzo delle Assicurazioni Generali, a due
passi dal Duomo e nel cuore della zona della
finanza cittadina». I monomarca Nardelli
hanno anche varcato i confini nazionali:
in Cina ce ne sono sei, ad Anshan, Pechino,
Harbin, Taijuan, Tongyen e Zhengzhou.
Non solo monomarca
Esistono anche dei veri e propri show room
a Milano, New York e Pechino. Inoltre, vestiti
e accessori Nardelli sono esportati i tutto
il mondo: «Siamo presenti nei mercati africani
(Marocco, Sudafrica), americani (Canada,
Stati Uniti e Messico), asiatici (Kazakistan,
Azerbaigian, Taiwan), in Russia, Ucraina
e in altri paesi dell’Unione Europea, fino
alla lontanissima Australia».
Per riuscire a vendere in tutto il mondo
i Nardelli hanno dovuto farsi conoscere. E il
miglior modo è quello di essere presenti in
tutti gli appuntamenti fieristici del settore
come “Pitti immagine uomo Firenze”, “Col-