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Foto: AP/LaPresse<br />

avevo né soldi né lavoro. Non sapevo nulla<br />

di Predappio, figuriamoci dove potevo dormire.<br />

Roba da ricovero immediato, insomma.<br />

Ma avevo un sogno. Di essere uno scrittore<br />

e di vivere in Italia in campagna.<br />

Non è la Toscana, per fortuna<br />

Per caso, o per destino, o per voglia del<br />

Signore, la mia è stata una scelta fortunata<br />

perché sono piombato in un territorio<br />

incantevole che non era stata scoperto,<br />

comprato e rovinato come la vicina Toscana<br />

da inglesi, americani e tedeschi. Ormai<br />

ogni paese toscano, anche quello più sperduto,<br />

pullula di stranieri la cui presenza<br />

ha distrutto lo spirito del luogo. Predappio,<br />

invece, se ne frega degli stranieri. Non<br />

c’è un hotel, neppure oggi, solo due pen-<br />

Qui sopra, Nicholas Farrell,<br />

giornalista inglese trapiantato<br />

in Romagna. È stato inviato<br />

del Sunday Telegraph e oggi<br />

scrive anche per diverse<br />

testate italiane. È autore<br />

di Mussolini (Le Lettere).<br />

A destra, la moglie Carla<br />

e i figli: Caterina, 7 anni,<br />

Francesco Winston, 5,<br />

Magdalena, 3, Rita, 2<br />

sioni. Non ci sono case rustiche con piscina<br />

in affitto a 3 m<strong>il</strong>a euro la settimana<br />

come in Toscana, non ci sono neanche case<br />

rustiche in affitto senza piscina. In Romagna<br />

non c’è un «rudere eccellente recentemente<br />

scoperto sotto un groviglio di erbacce»<br />

in vendita per «solo» 400 m<strong>il</strong>a euro («un<br />

affare», come ho letto sul sito di un’agenzia<br />

immob<strong>il</strong>iare toscana). Non ci sono corsi<br />

di pittura rinascimentale o di cucina<br />

tipica. Non ci sono workshop per aspiranti<br />

artigiani turistici o field trip notturni per<br />

ascoltare gli usignoli nel bosco o per vedere<br />

le lucciole sopra <strong>il</strong> grano. Insomma in<br />

Romagna non ci sono – grazie a Dio – voci<br />

di inglesi o americani o tedeschi ovunque<br />

vai. In Toscana, invece, dietro a ogni cespuglio<br />

c’è – e ci metto la mano sul fuoco – un<br />

inglese con in testa un panama e in mano<br />

un bicchiere di Chianti classico che ti becca<br />

dicendo: «Cheers!». E di notte da oltre<br />

la macchia di ulivi accanto alla tua v<strong>il</strong>la<br />

affittata a prezzo esorbitante ti arriva <strong>il</strong><br />

frastuono impressionante di un branco di<br />

tedeschi che cantano le loro canzoni preferite,<br />

cioè quelle della Seconda guerra mondiale.<br />

E la mattina al mercato in piazza ti<br />

deprimono le tante professoresse americane,<br />

convinte – da passive-aggressive in<br />

menopausa, fedeli doc non del Signore ma<br />

del consumismo isterico – di aver trovato,<br />

«oh my God!», un paradiso terreste.<br />

Al limite potevo (o potrei) comprare,<br />

a un terzo del prezzo, una casa rustica in<br />

pietra a vista con una vigna e un po’ di ter-<br />

Al casello di Forlì<br />

non avevo soldi<br />

sufficienti per pagare<br />

<strong>il</strong> pedaggio. Ma la<br />

ragazza della cabina<br />

mi diede un foglio da<br />

comp<strong>il</strong>are e sorridendo<br />

mi alzò la sbarra.<br />

Che donna! Che paese!<br />

reno pure in Romagna. Ma io in quell’estate<br />

del 1998 non avevo un soldo. Avevo deciso<br />

di traslocare da Londra (via Parigi dove<br />

ho scritto un libro sulla morte della principessa<br />

Diana) a Predappio, perché è lì che<br />

nacque un certo Benito Mussolini ed è lì<br />

che i suoi resti mortali giacciono come<br />

quelli di un santo nella cripta di famiglia,<br />

dove l’aria è colma del profumo di gigli<br />

bianchi e di tante candele accese, al cimitero<br />

di Rocca San Casciano.<br />

Fascista a chi?<br />

Non sono fascista. Sono inglese. I miei hanno<br />

combattuto <strong>il</strong> nazismo e <strong>il</strong> fascismo e<br />

alcuni di loro sono stati uccisi dei nazifascisti.<br />

Ma per motivi che a tutt’oggi mi<br />

rimangono misteriosi Mussolini era <strong>il</strong> protagonista<br />

di una biografia che dovevo per<br />

forza scrivere. Addirittura, avevo firmato<br />

un contratto in proposito con la famosa<br />

casa editrice londinese Weidenfeld &<br />

Nicolson. Forse volevo capire cosa fosse<br />

veramente <strong>il</strong> fascismo, quella strana parola<br />

usata oggi come insulto generico per qualsiasi<br />

cosa che non sia politicamente corretta.<br />

Che ne so.<br />

La mia idea non era completamente<br />

pazza. Londra costava troppo e così decisi:<br />

va bene, vado a Predappio per scrivere<br />

<strong>il</strong> libro. «Stai vivendo i nostri sogni!»,<br />

mi dicevano i miei amici inglesi. Un corno!<br />

Quando sono arrivato a Predappio quel<br />

giorno ero “up shit creek without a paddle”,<br />

in mezzo a un fiume di merda senza<br />

| | 20 luglio 2011 | 39

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