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Foto: AP/LaPresse<br />

Quando ho cominciato a masticare di<br />

tennis (e a entusiasmarmi per <strong>il</strong> medesimo),<br />

e cioè con Adriano Panatta, Paolo<br />

Bertolucci, Corrado Barazzutti e Tonino<br />

Zugarelli, a metà degli anni Settanta (sia<br />

benedetta la Coppa Davis 1976), a Wimbledon<br />

non si giocava la domenica e la finale<br />

masch<strong>il</strong>e era programmata di sabato. Per<br />

capirci, Björn Borg e John McEnroe se le<br />

suonavano la vig<strong>il</strong>ia del dì di festa. Ve lo<br />

ricordate Momenti di gloria con <strong>il</strong> pasto-<br />

Ma gli esuberanti sodali di Nole, che facevano<br />

schiamazzi nel box destinato ai parenti, mentre<br />

i compassati spagnoli sembravano “british”,<br />

sono stati solo gli ultimi di una lunga serie<br />

re-missionario-rugbista-atleta Eric Liddell<br />

che non vuole correre la finale olimpica<br />

(1924, Parigi) dei 100 metri perché la<br />

domenica è <strong>il</strong> giorno del Signore? Ecco, a<br />

Wimbledon funzionava così, fino all’ini-<br />

Il serbo Novak “Nole” Djokovic ha battuto<br />

nella finale del torneo di Wimbledon 2011 lo<br />

spagnolo Rafael Nadal. Oltre ad aggiudicarsi<br />

la presitigiosa coppa, Djokovic ha anche<br />

soffiato al rivale iberico <strong>il</strong> primo posto<br />

nel ranking mondiale dei tennisti Atp<br />

zio degli anni Ottanta. Poi è arrivata la tv<br />

americana con le valige cariche di dollari<br />

e gli uomini adesso incrociano le racchette<br />

la domenica. Però, per salvare le apparenze<br />

(ipocrisia) non si gioca nella domenica<br />

di mezzo del torneo.<br />

Una tifosa “di impatto” per Agassi<br />

Questo per dire che le evoluzioni nazionalistiche<br />

del clan Djokovic in mezzo all’erba<br />

(assaggiata, perfino, dal nuovo numero<br />

1), non sono state le prime e non saranno<br />

le ultime. Questo per dire che gli esuberanti<br />

sodali di Nole, che esultavano e facevano<br />

schiamazzi nel box destinato ai parenti,<br />

mentre i compassati spagnoli sembravano<br />

british al uanandred per cent (beh,<br />

del resto avevano ben poco da esultare),<br />

sono stati solo gli ultimi di una lunga<br />

serie. Perfino Andre Agassi ha avuto, nel<br />

1993, una cheerleader di grande impatto,<br />

Barbra Streisand, che esultava con le tet-<br />

te strizzate in un corpetto<br />

bianco a ogni diritto anomalo<br />

del suo amore (pubblicitario,<br />

doveva lanciare un cd).<br />

I serbi sono stati giudicati,<br />

da qualche remoto nostalgico<br />

dei “gesti bianchi”, sopra<br />

le righe. In molti hanno stigmatizzato<br />

l’uscita della signora Dijana Djokovic che,<br />

accanto alla Coppa del figlio, ha sentenziato:<br />

«Dopo anni di dominio di Nadal e Federer,<br />

è cominciata l’era di Nole».<br />

| | 20 luglio 2011 | 47

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