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Foto: AP/LaPresse<br />
ParoLa sua<br />
COSSIGA<br />
MI HA DETTO<br />
R. Farina<br />
Mars<strong>il</strong>io<br />
14 euro<br />
La famosa<br />
e tragica foto<br />
di Aldo Moro<br />
ostaggio delle<br />
Brigate rosse.<br />
Nell’altra pagina,<br />
da sinistra, Enrico<br />
Berlinguer (a capo<br />
del Pci ai tempi<br />
del rapimento)<br />
e Moro insieme<br />
al compagno di<br />
partito Francesco<br />
Cossiga<br />
statua che lo dovrebbe onorare nel suo paese<br />
natale – con l’Unità in tasca. Moro trasformato<br />
in icona di sinistra è una gigantesca<br />
menzogna. In ogni modo difese la Democrazia<br />
cristiana, si identificò con essa, si batté<br />
alla Camera per Luigi Gui, innocente ma<br />
attaccato con violenza per <strong>il</strong> caso Lockheed,<br />
dicendo ai comunisti: «Noi non accettiamo<br />
di essere considerati dei corrotti. Abbiamo<br />
certo commesso anche degli errori politici,<br />
ma le nostre grandi scelte sono state di<br />
libertà e di progresso. Per queste ragioni,<br />
onorevoli colleghi, che ci avete preannunciato<br />
<strong>il</strong> processo sulla piazza, vi diciamo che<br />
noi non ci faremo processare!». No, signori,<br />
non ci processerete nelle strade e nelle piazze.<br />
Non fin quando ci fosse stato lui, in ogni<br />
caso. Ci riuscirono. Negli anni di Mani pulite<br />
questa profezia si è avverata, perché ci<br />
hanno ucciso Moro. Il suo sangue è ricaduto<br />
davvero su di noi, come scrisse disperato<br />
e preveggente. Ma io non sono pentito, ho<br />
rimorso, senso di colpa. Ma è qualcosa di<br />
psicologico. Mi sono venuti subito i capelli<br />
bianchi, rincorro e sono rincorso dalla<br />
depressione. Ma sono in me, e dico lo rifarei.<br />
In quelle condizioni sarebbe stato immorale<br />
decidere altrimenti e ci sarebbero state conseguenze<br />
catastrofiche.<br />
(…) Credo sia per questo avesse una stima<br />
fortissima di don Luigi Giussani e di<br />
Comunione e liberazione. Ho conservato<br />
da qualche parte l’angolo di giornale dove<br />
segnò i numeri di telefono di Giussani e<br />
Formigoni, dicendomi, anzi ordinandomi<br />
di chiamarli e di incontrarli. Nel 1976 si era<br />
assunto in prima persona l’onere di condurre,<br />
pur essendo presidente del Consiglio, la<br />
campagna elettorale che minacciava di essere<br />
quella del sorpasso. Diceva che gli unici<br />
a capire <strong>il</strong> senso autentico di quello che<br />
poteva accadere erano loro: e mi mandò da<br />
loro. Moro era stato al convegno degli universitari<br />
di Cl <strong>il</strong> 23 marzo del 1973 al Palalido<br />
di M<strong>il</strong>ano.<br />
L’incontro con i ciellini e la stima<br />
Gli intellettuali di sinistra in quel periodo<br />
bollavano i ciellini come “parademocratici”.<br />
Lui stette lì ad ascoltare, senza pretendere<br />
di intervenire. Non andò a fare da<br />
padrino, non venne su da Roma a M<strong>il</strong>ano<br />
perché volesse trasferire Cl nella Dc, ma<br />
perché in quel movimento riscopriva lo<br />
scopo della sua azione politica: permettere<br />
che queste presenze cristiane fossero libere<br />
di crescere. Aveva un’ammirazione sconfinata.<br />
Era un pessimista e vedeva <strong>il</strong> crollo di<br />
tutto, <strong>il</strong> disfacimento della società sia civ<strong>il</strong>e<br />
sia religiosa e in quello vedeva un punto<br />
di resistenza. Dava senso alla sua azione:<br />
la politica la intendeva così, non come<br />
costruzione dello Stato, in cui non credeva.<br />
(…) Sin da giovane, lo Stato per lui era inessenziale.<br />
Per lui invece <strong>il</strong> centro era <strong>il</strong> sociale.<br />
Era lo stesso pensiero di fondo emergente<br />
dalle sue parole in prigionia.<br />
E qui però viene fuori la storia di Gradoli.<br />
Di via Gradoli, che fu interpretata come<br />
indicazione di una cittadina: Gradoli in<br />
Abruzzo… È la storia della seduta spiritica.<br />
Nell’inverno del 2007, <strong>il</strong> comunista senatore<br />
Massimo Brutti, a Porta a Porta ha sostenuto<br />
di credere davvero si sia trattato di un intervento<br />
degli spiriti di Giorgio La Pira e don<br />
Luigi Sturzo. Lui si dichiara materialista storico<br />
e dialettico ma sostiene che persone<br />
serie come Prodi e la sua compagnia non<br />
potevano inventarsi una cosa tanto assurda,<br />
perciò la faccenda del piattino che si muove<br />
sospinto da una mano invisib<strong>il</strong>e sul tavolino<br />
è per forza vera. La notizia di Gradoli<br />
mi giunse attraverso Luigi Zanda. La cosa<br />
che mi ha colpito quando <strong>il</strong> capo dell’ufficio<br />
stampa della Dc, Umberto Cavina, raggiunse<br />
<strong>il</strong> mio portavoce perché me lo riferisse è<br />
che quelle notizie non erano più segrete.<br />
Cioè circolavano dovunque. Prodi le portò<br />
dopo due giorni a Roma dal momento della<br />
cosiddetta seduta spiritica. Fu trasmessa prima<br />
che a me al capo della polizia Parlato. La<br />
«Hai mai sentito uno della famiglia Moro<br />
dire che la linea della fermezza era voluta<br />
innanzitutto da Berlinguer e dai suoi? No,<br />
perché i comunisti fanno ancora paura»<br />
f<strong>il</strong>iera autentica di questa soffiata non parte<br />
certo da un alito d’oltretomba. Uno scagnozzo<br />
di Autonomia operaia è andato in<br />
università e l’ha detto al professor Alberto<br />
Clò, <strong>il</strong> quale lo riferì a Beniamino Andreatta.<br />
Se si fosse conosciuta o sospettata la fonte,<br />
quel tipo sarebbe stato eliminato. Probab<strong>il</strong>mente<br />
fu Andreatta ad escogitare la finta<br />
esibizione paranormale cui non partecipò.<br />
Nella casa di campagna, quel 3 apr<strong>il</strong>e<br />
c’era anche l’economista Mario Baldassarri,<br />
futuro viceministro di Alleanza nazionale,<br />
che ancora giura sulla verità del racconto di<br />
Prodi. Il quale testimoniò: «Era un giorno di<br />
pioggia, facevamo <strong>il</strong> gioco del piattino, termine<br />
che conosco poco perché era la prima<br />
volta che vedevo cose del genere. Uscirono<br />
Bolsena, Viterbo e Gradoli. Nessuno ci<br />
ha badato: poi in un atlante abbiamo visto<br />
che esiste <strong>il</strong> paese di Gradoli. Abbiamo chiesto<br />
se qualcuno sapeva qualcosa e visto che<br />
nessuno ne sapeva niente, ho ritenuto mio<br />
dovere, anche a costo di sembrare ridicolo,<br />
come mi sento in questo momento, di riferire<br />
la cosa. Se non ci fosse stato quel nome<br />
sulla carta geografica, oppure se fosse stata<br />
Mantova o New York, nessuno avrebbe riferito.<br />
Il fatto è che <strong>il</strong> nome era sconosciuto e<br />
allora ho riferito.». Mi sono convinto che la<br />
messinscena autentica servisse a procurare<br />
più testimoni credib<strong>il</strong>i disposti a confermare<br />
la fonte extraterrestre. Insomma, ci fu<br />
trucco per darla a bere.(…)<br />
Non c’entra la P2<br />
Le mie carte scoperte sono che l’ho condannato<br />
a morte. E non c’entra la P2, i piduisti<br />
che si occuparono del rapimento ed erano<br />
ai vertici dei servizi erano galantuomini,<br />
per di più amici di Moro. Alcuni divennero<br />
piduisti dopo quel maggio 1978. Mi tornano<br />
in mente i torti minori e in fondo più<br />
tristi subiti da Moro. Le sue tre lettere a una<br />
studentessa che si era innamorata di lui, e<br />
con la quale egli ebbe un rapporto castissimo.<br />
E i famigliari della ragazza, alto borghesi,<br />
negarono le lettere, negarono qualsiasi<br />
rapporto. Si vergognavano di Moro<br />
come di un appestato. Le mie carte scoperte<br />
è che non accetto <strong>il</strong> ruolo di Eleonora Moro<br />
come della sposa innamorata. Gli rese la<br />
vita infernale. Lui resisteva in casa solo perché<br />
tornava tardi la notte. Non voleva mai<br />
rientrare, sperava la moglie dormisse. Altrimenti<br />
erano litigi. E con i figli da lui amatissimi.<br />
Lo ricordo scendere una volta da un<br />
aereo in arrivo da Bari da dove era giunto<br />
con la famiglia. Era rabbuiato: gli dissero in<br />
coro che non avrebbero votato Democrazia<br />
cristiana. In quel momento, in cui si decideva<br />
tutto quanto <strong>il</strong> loro padre<br />
avesse a cuore… Io non sono in<br />
pace per la tua morte, Aldo. Vorrei<br />
esistessi tu e non io. Volevo<br />
dirti di essere stato contento del<br />
saluto di tua nipote.<br />
| | 20 luglio 2011 | 57