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Foto: AP/LaPresse<br />
Ho iniziato con una rubrica, “Zuppa inglese”,<br />
per un giornale regionale, dove davo addosso<br />
ma con umorismo anglosassone ai compagni<br />
ipocriti e bigotti. È stato <strong>il</strong> mio f<strong>il</strong>one d’oro<br />
mi: «Fare la politica per me è come donare<br />
<strong>il</strong> sangue». Io replicavo dicendo: «Dai,<br />
giù dal pero Cent, tu non regali <strong>il</strong> sangue<br />
a nessuno, <strong>il</strong> sangue lo succhi dal popolo».<br />
Il compagno Frassineti si sfogava spesso<br />
sul giornalino del Comune del «cosiddetto<br />
auto-definito storico inglese». Scriveva, ad<br />
esempio, «Caro Nicholas, noi non siamo dei<br />
pesci tropicali in un acquario che esistono<br />
solo per <strong>il</strong> tuo divertimento…». Poi una volta<br />
mi è arrivata una lettera anonima con<br />
dentro una pallottola che mi definiva «uno<br />
sporco fascistoide inglese» e mi avvisava di<br />
andare via dalla Romagna. Eccetera.<br />
Così, un bel giorno <strong>il</strong> Giornale stesso<br />
ha fatto una pagina intera su di me intitolata<br />
“L’inglese a Predappio che fa arrabbiare<br />
la sinistra”. L’unico non solo in Romagna,<br />
a mio parere, ma nel mondo intero!<br />
Successivamente, dopo tante e lunghe<br />
trattative, sono arrivato a intervistare S<strong>il</strong>vio<br />
Berlusconi a V<strong>il</strong>la Certosa in Sardegna<br />
per The Spectator, un settimanale inglese<br />
importante, con <strong>il</strong> direttore Boris Johnson<br />
(attualmente sindaco di Londra). Il Cavaliere<br />
ci ha detto due cose di poca importanza<br />
in Ingh<strong>il</strong>terra, ma da terremoto qui in Ita-<br />
lia, e cioè: i giudici italiani sono antropologicamente<br />
diversi, sono matti; Mussolini<br />
non ha ammazzato nessuno, mandava i<br />
suoi avversari alle isole.<br />
Aveva ragione, S<strong>il</strong>vio, più o meno, of<br />
course, ma raccontare la verità nella vita<br />
non conviene sempre, e la sinistra si è<br />
arrabbiata come un puma. Per 15 minuti<br />
<strong>il</strong> governo di Berlusconi ha barcollato.<br />
A una conferenza stampa sullo “scandalo”<br />
Berlusconi si è difeso sostenendo che<br />
«i signori inglesi mi hanno fatto ubriacare<br />
con lo champagne». Magari! Ma non<br />
era vero. Naturalmente, a casa sua comandava<br />
<strong>il</strong> Cavaliere e ci ha offerto solo tè al<br />
limone. Di conseguenza sono diventato<br />
famoso per 15 minuti pure io. E così ho<br />
trovato altri lavori. E voglio un sacco di<br />
bene a S<strong>il</strong>vio <strong>il</strong> Magnifico lo stesso.<br />
Il karaoke e la mia futura moglie<br />
Ma la cosa più importante in tutta questa<br />
storia, anche se tutto è collegato, è<br />
mia moglie Carla. Abitavo in un ex porc<strong>il</strong>e<br />
in collina sopra Predappio a due passi<br />
dal castello del Duce a Rocca delle Caminate.<br />
In autunno, quando c’era nebbia fitta,<br />
pensavo di vivere dentro un freezer e<br />
una sera un vento diabolico ha strappato<br />
via la porta di casa. In inverno, c’era spesso<br />
tanta neve che rimanevo bloccato in<br />
casa per un giorno, se non due. In estate,<br />
la sera, mi assediavano delle<br />
vespe gigantesche (invasori<br />
clandestini dall’Africa<br />
senza permesso di soggiorno)<br />
chiamate “bombe”, attirate<br />
dalla luce di casa mia.<br />
In primavera, invece (ma<br />
com’è bella la primavera sull’Appennino!),<br />
pure io, nonostante tutto, stavo da Dio. Mi<br />
bastavano gli usignoli, le lucciole, <strong>il</strong> panorama<br />
e un po’ di Sangiovese.<br />
Poi mi sono trasferito dal porc<strong>il</strong>e in un<br />
monolocale a solo 170 euro al mese nell’ex<br />
convento a Predappio Alta, <strong>il</strong> vecchio paese<br />
in collina sopra Predappio nuova che fu<br />
costruito a valle dai fascisti negli anni Venti,<br />
dove c’è una piccola piazza favolosa. Nel<br />
centro di questa piazza c’è una fontana a<br />
forma di grappolo d’uva (<strong>il</strong> santo santo Sangiovese).<br />
Che meraviglia. Anche lo stemma<br />
del Comune raffigura un grappolo di quella<br />
sacra frutta e manca – ho sempre pensato<br />
– solo una sigaretta accesa. Ogni sera i<br />
vecchi del paese si siedono attorno alla fontana<br />
dove fanno i bavosi e seminano zizzanie<br />
e giocano a carte. Ma la Pré, come viene<br />
chiamata in dialetto, è un posto speciale,<br />
anzi, molto raro al giorno di oggi, cioè<br />
una vera comunità. Tutti quelli che ci vivono,<br />
nel bene e nel male, fanno parte della<br />
stessa famiglia. E la piazza è la loro sala<br />
all’aria aperta. Certo, i vecchi mi prendevano<br />
in giro, mi davano del matto. E loro,<br />
invece? Spesso, quando c’era nebbia, non<br />
li potevo vedere, ma in primavera, quando<br />
cantavano gli usignoli, volevo invitarli a<br />
ballare. Alla Pré le cose che contano (casa,<br />
cibo, vino, sigarette, e amicizia) non costavano<br />
molto. Sì, certo, ero un esule, ma questo<br />
mi faceva pensare a Dante e Machiavelli.<br />
Se non fossero stati es<strong>il</strong>iati, nessuno dei<br />
due avrebbe scritto una parola, no?<br />
Alla Pré non ci sono turisti. L’inglese<br />
o l’americano medio hanno sentito parlare<br />
di Mussolini, al limite, ma non si ricordano<br />
per quale motivo («Oh, lo st<strong>il</strong>ista, che<br />
uomo affascinante», mi ha detto una volta<br />
una ragazza a Londra). Predappio, invece?<br />
Figuriamoci. A loro non dice nulla.<br />
Sì, ho rubato la Carla, che ha tredici<br />
anni meno di me, al suo moroso romagnolo.<br />
Ma la colpa, a dire la verità, è sua, non<br />
mia. Mi ha cercato lei. L’avevo conosciuto<br />
al bar delle lesbiche accanto al castello<br />
a Rocca delle Caminate dove si canta <strong>il</strong><br />
karaoke. Il mio piatto forte era Light My<br />
Fire dei Doors. «You know that it would be<br />
untrue, you know that I would be a liar, if<br />
I was to say to you…» eccetera. La Carla era<br />
sempre lì col suo moroso e spesso pure con<br />
sua madre. Una sera si è presentata, dopo<br />
mezzanotte, a casa mia. Da sola.<br />
Un matrimonio un po’ particolare<br />
Mi ha fatto fare sia un test per l’Aids sia<br />
quello della fert<strong>il</strong>ità. L’Aids, nonostante<br />
<strong>il</strong> mio periodo blu, non l’avevo (prima di<br />
aprire la busta con i risultati ho bevuto<br />
abbastanza!). Ma, come disse la ginecologa<br />
con disprezzo, esito del test della fert<strong>il</strong>ità<br />
sotto mano, e davanti alla Carla, «niente,<br />
sono pochi, e non si muovono neanche».<br />
Oggi – e chissà come – abbiamo quattro<br />
figli (Caterina, 7 anni, Francesco Winston,<br />
5 anni, Magdalena, 3 anni, e Rita, 2 anni)<br />
con un quinto in arrivo.<br />
Il nostro matrimonio è un po’ particolare.<br />
Io sono anglicano agnostico, lei cattolica<br />
incallita (per colpa mia, mi dice, nel senso<br />
che può sopportarmi solo grazie a un assist<br />
divino). Mi ha portato sia a Medjugorje sia a<br />
Lourdes. E in casa si ascolta Radio Maria in<br />
continuazione ad alto volume. Io bevo, lei<br />
no. Io fumo, lei no. A me piacciono i bar, a<br />
lei no. Anzi, tengo <strong>il</strong> mio quartiere generale<br />
a Le Petit Arquebuse, a due passi dall’Oviesse<br />
nel centro storico, che immagino come<br />
una versione anti-comunista del Café de<br />
Flore sulla Rive Gauche a Parigi, dove predicava<br />
Jean-Paul Sartre davanti ai suoi devoti.<br />
Secondo la Carla, Le Petit è posseduto e<br />
<strong>il</strong> proprietario è Cerbero. Per me invece Le<br />
Petit è un covo di comunisti rifatti. Ma che<br />
differenza c’è?<br />
Come mi ha detto una volta <strong>il</strong> mio caro<br />
e saggio amico inglese Stuart Reid (cattolico<br />
ed ex alcolizzato), «la Carla ti ha salvato<br />
Nick». Stuart non ha tutti i torti. Ho notato<br />
una cosa: da un pezzo qualche cane mi<br />
abbaia contro ogni tanto. n<br />
| | 20 luglio 2011 | 41