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Foto: AP/LaPresse<br />
Il tennis femmin<strong>il</strong>e cerca una regina in grado<br />
di regnare per anni, una che buchi lo schermo<br />
come Nole. Sarà la Kvitova, già paragonata<br />
alla Navrat<strong>il</strong>ova? Santa Martina, pensaci tu<br />
vic) e parla molto bene l’italiano. Ha portato<br />
un ventata di novità, ha spruzzato un po’<br />
di spezia piccante in un ambiente ingessato<br />
e stanco. Sì, proprio come <strong>il</strong> suo clan ha<br />
fatto cagnara nel <strong>Tempi</strong>o, lui lo ha conquistato<br />
con <strong>il</strong> suo tennis da grande difensore,<br />
con i suoi recuperi, con i suoi attacchi dal<br />
fondo. Ma più che con <strong>il</strong> tennis, che è sim<strong>il</strong>e<br />
a quello dei tennisti fatti in serie nell’ultimo<br />
decennio, ha messo <strong>il</strong> suo faccione<br />
in tv, ha detto qualcosa di nuovo al tennis<br />
mondiale. Era un grande imitatore, ora ha<br />
lasciato perdere <strong>il</strong> cabaret e si è concentrato<br />
sull’edificazione del successo. Le sue per-<br />
formance migliori le dedicava a Rafa Nadal<br />
(che non aveva gradito, gli spagnoli hanno<br />
un pessimo senso dell’ironia) e a Maria<br />
Sharapova. Tutto <strong>il</strong> suo repertorio era vasto<br />
e br<strong>il</strong>lante. Anche se ha sacrificato la carriera<br />
come comico di rivista, ha mantenuto<br />
comunque quella sua espressione da giovane<br />
guitto che piace ancora molto. Ce n’è<br />
bisogno. Il tennis è come <strong>il</strong> centrale di Wimbledon,<br />
ha la copertura scorrevole. Una<br />
volta la pioggia bloccava tutto, adesso si<br />
schiaccia un bottone e si va avanti.<br />
Quando le donne duravano di più<br />
Negli ultimi anni si schiaccia anche <strong>il</strong> bottone<br />
per fare tennisti in serie, tutti sparafuc<strong>il</strong>e<br />
senza grande talento o eccelsa personalità,<br />
a parte quei tre nomi che conoscete<br />
tutti. Tutti forti come torelli che caricano<br />
a testa bassa, sempre più anonimi. Il<br />
problema del tennis del terzo m<strong>il</strong>lennio è<br />
questo. Priv<strong>il</strong>egia la forza, è logorante, consuma<br />
<strong>il</strong> fisico e la testa. Borg si è ritirato<br />
dopo aver vinto sei volte <strong>il</strong> Roland Garros<br />
e cinque volte Wimbledon; qualche anno<br />
dopo ha provato a tornare con la racchetta<br />
di legno ed è stato travolto dai nuovi ragazzotti<br />
cresciuti a palestre e fibra di carbonio.<br />
La prima volta che andai a un torneo dello<br />
Slam capitai, al tramonto, sul centrale<br />
semideserto di Parigi. Stava giocando John<br />
McEnroe, ormai a fine carriera. Il tizio che<br />
mi accompagnava mi disse:<br />
«Ascolta la pallina colpita da<br />
Mac, cosa senti?». «Niente»,<br />
risposi. «Appunto». Adesso le<br />
botte che tirano sembrano<br />
colpi di cannone.<br />
In fondo, <strong>il</strong> tennis femmin<strong>il</strong>e<br />
subisce la stessa sorte. Una volta le<br />
donne erano resistenti, duravano di più<br />
degli uomini. Adesso, negli ultimi anni,<br />
anche loro crollano come mosche, si infortunano,<br />
vanno all’università, si ritirano,<br />
fanno anni sabbatici, mettono al mondo<br />
dei figli, poi tornano come ha fatto Kim<br />
Clijsters. Oppure si ritirano, tornano e si<br />
ritirano nuovamente come ha fatto Justine<br />
Henin. Il tennis femmin<strong>il</strong>e è molto<br />
instab<strong>il</strong>e, litigioso, sempre in fibr<strong>il</strong>lazione.<br />
La numero 1 della classifica mondiale, la<br />
danese di origine polacca (<strong>il</strong> padre, calciatore,<br />
lasciò <strong>il</strong> suo paese per giocare a foot-<br />
ball) Caroline Wozniacki mantiene <strong>il</strong> primato<br />
senza aver mai vinto un torneo del<br />
Grande Slam e provocando, per questo, le<br />
ire di Serena W<strong>il</strong>liams, che già non è molto<br />
popolare per la sua eccessiva “schiettezza”.<br />
La più piccola – si fa per dire – delle<br />
Ebony Sisters si è lamentata, sostenendo<br />
che la classifica è taroccata. In questa instab<strong>il</strong>ità,<br />
con giovani carriere bruciate in fretta<br />
e nuove oltraggiose giovinezze offerte al<br />
mondo, si inf<strong>il</strong>ano generazioni di affamate<br />
figlie (o ex figlie) dell’Est come Petra Kvitova,<br />
la ceca che a Wimbledon ha impedito a<br />
miss Maria Sharapova di conquistare nuovamente<br />
<strong>il</strong> torneo. Ha impedito “la storia”,<br />
perché Maria piace sempre moltissimo,<br />
anche se erano anni che si trovava a vivere<br />
un lento declino. Sta giocando di nuovo<br />
su buoni livelli, ma un suo ritorno vincente<br />
sull’erba più bella (tennisticamente parlando)<br />
del mondo avrebbe alzato molto di<br />
più l’audience sull’universo femmin<strong>il</strong>e di<br />
questo sport che negli ultimi è un po’ sceso<br />
nell’interesse generale del pubblico.<br />
Il declino si vede dalle fotogallery<br />
Anche <strong>il</strong> lato voyeuristico del tennis femmin<strong>il</strong>e<br />
non ha più quel fascino che aveva<br />
prima, non è più seguito da un numero<br />
di adepti così numerosi. Basta cliccare<br />
sui siti dei giornali (anche di quelli importanti)<br />
e cercare le solite serie di fotografie<br />
con le donne (semi) nude. Le tenniste sono<br />
sempre di meno, se non quasi inesistenti.<br />
Insomma, <strong>il</strong> tennis femmin<strong>il</strong>e sta cercando<br />
una vera regina che sia in grado di regnare<br />
per anni, qualcuna che sia come Djokovic,<br />
che buchi lo schermo. Potrebbe essere<br />
Petra, già paragonata alla Navrat<strong>il</strong>ova. Santa<br />
Martina, pensaci tu.<br />
E l’Italia? Noi sì che ci decliniamo solo<br />
al femmin<strong>il</strong>e. Meno male che abbiamo le<br />
ragazze, da Francesca Schiavone in giù.<br />
Abbiamo vissuto anni da protagonisti,<br />
nascosti dietro le gonne delle ragazze. Francesca,<br />
la nostra grande lottatrice, ha corso<br />
<strong>il</strong> rischio di rivincere <strong>il</strong> Roland Garros. Ce<br />
la teniamo stretta, sperando che resista al<br />
tempo come resiste sul campo, che rimonti<br />
<strong>il</strong> destino come rimonta le avversarie.<br />
Aspettando che uno come Djokovic nasca,<br />
un giorno, invece che nei dintorni di Belgrado,<br />
in quelli di Casalpusterlengo. n<br />
| | 20 luglio 2011 | 49