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Foto: Marka<br />
pubblicato entro <strong>il</strong> 24 settembre. In realtà,<br />
la richiesta avanzata al Consiglio dei<br />
ministri del 24 agosto prevede l’entrata in<br />
ruolo di più di 21 m<strong>il</strong>a docenti. Di questi,<br />
la metà verrà coperta dai precari presenti<br />
nelle graduatorie, mentre gli altri saranno<br />
distribuiti, previo concorso, ad aspiranti<br />
insegnanti già ab<strong>il</strong>itati all’insegnamento.<br />
Noi di Diesse sosteniamo la possib<strong>il</strong>ità<br />
di accedere all’esame – con riserva –<br />
anche a chi sta svolgendo in questi mesi <strong>il</strong><br />
Tfa. Altrimenti si rischia di incappare in<br />
un errore antico: lasciare fuori dal ruolo<br />
un’intera generazione di giovani<br />
aspiranti. Poiché <strong>il</strong> bando<br />
non è ancora uscito, chiediamo<br />
al ministro di intervenire<br />
lasciando una fetta di cattedre<br />
a coloro che, superate le prove<br />
di accesso al tirocinio formativo,<br />
si ab<strong>il</strong>iteranno entro l’anno<br />
scolastico.<br />
È possib<strong>il</strong>e valutare oggettivamente<br />
<strong>il</strong> merito degli<br />
insegnanti di ruolo?<br />
Anche questa è una novità<br />
calda dell’ultimo Consiglio<br />
dei ministri. Uno dei quattro decreti emanati<br />
<strong>il</strong> 24 agosto prevede l’instaurazione<br />
di un nuovo sistema nazionale di valutazione<br />
delle scuole, che unirà Invalsi<br />
(l’Istituto nazionale per la valutazione del<br />
sistema di istruzione e formazione), Indire<br />
(l’Istituto nazionale di documentazione,<br />
innovazione e ricerca educativa) e un<br />
corpo di ispettori che collaboreranno nella<br />
fase di valutazione esterna delle scuole.<br />
È previsto che gli insegnanti vengano<br />
vagliati secondo diversi metodi: attraver-<br />
Fabrizio Foschi,<br />
presidente Diesse<br />
APPUNTAMENTO A BOLOGNA, 13-14 OTTOBRE<br />
In bottega per imparare a insegnare<br />
Per insegnare non basta conoscere a menadito una materia.<br />
Bisogna avere uno sguardo complessivo e totale sulla realtà. Per questo<br />
l’associazione Diesse (Didattica e innovazione scolastica) invita i docenti<br />
alla Convention Scuola 2012, che si terrà <strong>il</strong> 13 e <strong>il</strong> 14 ottobre al Savory<br />
Hotel Regency, in via del P<strong>il</strong>astro 2, a Bologna. Uno spazio comune dove<br />
i professori possono incontrarsi, condividere le proprie esperienze e<br />
scoprire che l’educazione è una passione comune. Insieme ad assemblee<br />
plenarie, i partecipanti potranno scegliere tra diciassette “botteghe” in<br />
cui approfondire le diverse discipline, le tematiche e le proprie modalità<br />
didattiche, con l’aiuto di esperti d’eccezione tra cui i f<strong>il</strong>osofi Costantino<br />
Esposito e Carmine Di Martino. La compagnia della “bottega”, però, non<br />
terminerà la sera di domenica 14 ottobre: continuerà durante l’anno<br />
attraverso la condivisione online di documenti e la realizzazione di web<br />
conference. Le iscrizioni alla Convention Scuola 2012 chiudono <strong>il</strong> 30<br />
settembre, ma per chi si iscriverà entro <strong>il</strong> 9 settembre è previsto uno<br />
sconto. Chiunque desideri partecipare all’evento è invitato a visitare <strong>il</strong><br />
sito dell’associazione Diesse (convegni.diesse.org).<br />
so un proprio portfolio professionale, che<br />
valorizzi la carriera formativa, gli spostamenti,<br />
se si è lavorato in ambienti di difficoltà;<br />
attraverso i titoli che l’insegnante<br />
ha ottenuto oltre la laurea e l’ab<strong>il</strong>itazione;<br />
infine attraverso i risultati conseguiti<br />
dagli alunni con cui ha operato. Un criterio<br />
esiste. Il problema è che fino ad ora, e<br />
in qualche modo anche adesso, la formazione<br />
degli insegnanti è in mano allo Stato,<br />
che non mette le singole scuole nella<br />
condizione di potersi giudicare, ma inter-<br />
viene dall’alto, arrogandosi brutalmente<br />
<strong>il</strong> diritto di stimare <strong>il</strong> valore<br />
di un istituto attraverso esperti<br />
propri, da esso stesso formati,<br />
che non danno riscontri<br />
oggettivi.<br />
Questo problema non si potrebbe<br />
scavalcare attraverso<br />
<strong>il</strong> reclutamento diretto<br />
degli insegnanti da parte<br />
dei singoli istituti?<br />
Certamente. Noi di Diesse<br />
abbiamo combattuto fin da<br />
subito la divisione tra ab<strong>il</strong>itazione<br />
e reclutamento, che<br />
negli anni ha generato un’enorme massa<br />
di precari. Che l’ab<strong>il</strong>itazione sia necessaria<br />
mi pare evidente, ma non che a questa<br />
consegua, per diritto, una cattedra fissa.<br />
Il reclutamento deve essere fondato sulle<br />
effettive necessità delle scuole.<br />
Che anno scolastico si prospetta, invece,<br />
per le paritarie?<br />
Estremamente diffic<strong>il</strong>e. Tante scuole<br />
rischiano di chiudere, soprattutto per<br />
l’impossib<strong>il</strong>ità di aumentare le rette già<br />
stab<strong>il</strong>ite. Mi preme dire una cosa: è una<br />
vergogna <strong>il</strong> modo con cui lo Stato tratta<br />
la scuola paritetica, quasi fosse l’ultima<br />
ruota del sistema formativo pubblico<br />
(è bene ricordare che la scuola paritaria<br />
è parte di quella pubblica) quando, invece,<br />
potrebbe essere una risorsa sia in termini<br />
di qualità dell’insegnamento che di<br />
risparmio economico.<br />
E per gli istituti professionali?<br />
Anche con loro si gioca una sfida<br />
molto importante. Da quando l’ex ministro<br />
dell’Istruzione Giuseppe Fioroni li<br />
ha quinquennalizzati senza concedere<br />
la possib<strong>il</strong>ità di ottenere una qualifica,<br />
la scuola professionale in Italia si è indebolita.<br />
Anche a causa di una mentalità<br />
comune che marchia questi istituti come<br />
la serie B della nostra scuola. In Lombardia,<br />
Veneto ed Em<strong>il</strong>ia Romagna è invece<br />
possib<strong>il</strong>e integrare la propria istruzione<br />
con due anni di formazione professionale<br />
in apposite strutture atte a consegnare<br />
la qualifica. Questo è <strong>il</strong> miglior canale per<br />
unire scuola e lavoro.<br />
Un’altra piaga dell’istruzione italiana<br />
è l’alta percentuale di abbandono. Un<br />
giovane su quattro, tra i 16 e i 24 anni,<br />
non consegue <strong>il</strong> diploma. Come superare<br />
questa difficoltà?<br />
Con un recupero forte dell’educazione,<br />
ma anche con un sistema scolastico<br />
più flessib<strong>il</strong>e, che preveda, ad esempio,<br />
l’introduzione in tutte le regioni della qualifica<br />
lavorativa per i professionali. In generale,<br />
però, l’unica via per recuperare gli<br />
studenti “dispersi” passa dalla costruzione<br />
di un corpo docenti che sia all’altezza delle<br />
nuove sfide che le prossime generazioni<br />
di alunni propongono. [dc]<br />
| | 12 settembre 2012 | 23