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iare i cuori dei detenuti, attraverso<br />
i miracoli che già accadono». Per<br />
questo dico a Simone con affetto “coraggio,<br />
sii forte”, sei abbracciato e sostenuto<br />
da Uno più forte di noi. A lei<br />
direttore, anche lei collaboratore di<br />
Dio, un grazie per l’opportunità che ci<br />
concede attraverso <strong>il</strong> giornale.<br />
Salvatore Pirrò via internet<br />
2<br />
Caro direttore, vorrei tanto anch’io la<br />
tessera di Comunione e Libertà. Non<br />
si potrebbe pensare di proporre un libero<br />
tesseramento a chiunque voglia?<br />
Anche per dare retta al suggerimento<br />
di Lodovico Festa al Meeting quando<br />
ci invitava ad essere meno timidi. Non<br />
so, metti un costo simbolico di 1 euro<br />
e con <strong>il</strong> ricavato acquistare una pagina<br />
sul Corriere (o meglio su La Repubblica<br />
e su Il Fatto) per denunciare l’orrore<br />
della tortura della carcerazione preventiva<br />
a scopo intimidatorio. Che dici?<br />
Roberto Rossi via internet<br />
Quando per dire tutta la sua stima<br />
e gratitudine a Simone (un tipo<br />
di uomo che non rimanda a se stesso<br />
ma all’educazione ricevuta e ancora<br />
in itinere), un detenuto coniò<br />
per lapsus “Comunione e Libertà”,<br />
succursale galeotta di CL, saltò fuori<br />
questo gioco pop per dire quanto<br />
ci sta a cuore <strong>il</strong> contrario del mainstream<br />
dominante sulle persone<br />
perbene e permale. Ora non ne farei<br />
un ennesimo stereotipo, ma un’ennesima<br />
ascia nel cuore.<br />
2<br />
Caro direttore, <strong>il</strong> preannunciato ddl che,<br />
secondo <strong>il</strong> ministro Severino, dovrebbe<br />
affrontare seriamente l’emergenza<br />
carceri, si colloca ampiamente nella<br />
lunga serie di bufale mediatiche che<br />
da troppo tempo ci vengono propinate.<br />
La proposta all’esame delle commissioni<br />
giustizia di Camera e Senato, infatti,<br />
riguarda <strong>il</strong> ricorso a misure alternative<br />
al carcere per reati che già oggi non lo<br />
prevedono; si riferisce a reati che prevedono<br />
condanne edittali, nel massimo,<br />
fino a 4 anni. Si tratta dei cosiddetti<br />
“reati bagatellari” che un serio provvedimento<br />
avrebbe dovuto depenalizzare<br />
e punire con sanzioni amministrative,<br />
sgomberando così i tavoli dei giudici<br />
da migliaia di fascicoli che contribuiscono<br />
ad ingolfare la macchina della giustizia.<br />
Invece, ancora una volta, si fanno<br />
annunci roboanti di misure salvacarceri<br />
che si rivelano inut<strong>il</strong>i, e non si vuole ammettere<br />
che <strong>il</strong> male peggiore della giustizia<br />
italiana è rappresentato dall’ut<strong>il</strong>izzo<br />
disinvolto, <strong>il</strong>legale e pretestuoso,<br />
che viene fatto della custodia cautelare<br />
in carcere. Un abuso che riguarda<br />
<strong>il</strong> 43 per cento dell’attuale popolazione<br />
carceraria, cioè 29 m<strong>il</strong>a persone che<br />
– combinazione – equivalgono all’incirca<br />
alla differenza tra capienza regolamentare<br />
delle carceri e presenza effettiva<br />
di detenuti: solo una coincidenza?<br />
Il dato che dovrebbe far riflettere e<br />
inorridire, è <strong>il</strong> 50 per cento di persone<br />
innocenti che, secondo le statistiche<br />
ministeriali, compongono questa massa<br />
di prigionieri della pena preventiva,<br />
persone che verranno assolte e, giustamente,<br />
chiederanno di essere risarcite<br />
per l’ingiusta detenzione, anche se non<br />
ci sarà alcun risarcimento in grado di<br />
compensare <strong>il</strong> dramma vissuto. In tempi<br />
di spending review, dimentichiamo<br />
l’aspetto umano e concentriamoci sui<br />
numeri: ogni giorno, compresi domeniche,<br />
Natale e Pasqua, in Italia vengono<br />
spesi 6 m<strong>il</strong>ioni di euro per mantenere<br />
in carcere persone che non hanno<br />
redazione@tempi.it LETTERE AL DIRETTORE<br />
vACANze DA CReATuRe<br />
La vita è andare per mare, guai<br />
a credere di trovarsi in piscina<br />
di Pippo Corigliano<br />
CARTOLINA<br />
DAL<br />
PARADISO<br />
In questi giorni di vacanze ritardate sto facendo delle lunghe nuotate<br />
in mare. Mi colpisce la differenza con le nuotate in piscina,<br />
quando sono in città. Nella piscina tutto è previsto e prevedib<strong>il</strong>e:<br />
acqua della temperatura giusta, colore cristallino, percorsi tracciati.<br />
In mare no, tutto è diverso. Ogni giorno <strong>il</strong> mare si presenta con un<br />
nuovo aspetto: un giorno è calmo e trasparente, un giorno corrucciato,<br />
un altro con i residui galleggianti di una mareggiata. Mi piace nuotare<br />
guardando <strong>il</strong> fondo, brulicante di pesci di vari colori che procedono<br />
in piccoli branchi, ignorandosi. Ogni tanto <strong>il</strong> riflesso del sole sul<br />
ventre di un’orata o di un sarago. Sempre un leggero timore dell’ignoto:<br />
potrebbe arrivare un predatore, un pesce fuori misura. Nel mare<br />
trovo un altro volto della natura con <strong>il</strong> suo fascino e la sua crudeltà.<br />
Un amico ha preso con la fiocina una ricciola con una sardina appena<br />
ingoiata. Nella piscina <strong>il</strong> creatore sono io, nel mare sono creatura che<br />
contempla la “creatività” del Creatore. Nel mare mi viene spontaneo<br />
pregare, in piscina tutto mi sembra preordinato. In piscina prevale<br />
l’<strong>il</strong>lusione di un mondo perfetto ma ingannevole. Nel mare c’è lo sgomento<br />
davanti alla grandezza di Dio. Vivrò quest’anno con la coscienza<br />
che la vita è andare per mare, guai a credere che mi trovo in piscina.<br />
Dipendo ogni giorno dalla benevolenza di Dio e nulla è scontato.<br />
Devo saper vedere la mano di Dio in ciò che mi circonda e abbandonare<br />
ogni sicurezza. Con la fiducia in Maria, Stella Maris.<br />
una condanna definitiva; di questi, 3<br />
m<strong>il</strong>ioni di euro riguardano la carcerazione<br />
di innocenti. Quanti posti di lavoro,<br />
ed<strong>il</strong>izia agevolata, e iniziative sociali<br />
si potrebbero attivare con quelle somme?<br />
Probab<strong>il</strong>mente verrebbero anche<br />
in parte eliminate le cause che generano<br />
i cosiddetti “reati predatori”, quelli<br />
dettati dal disagio e dalla fame. Le norme,<br />
caro ministro, esistono già nei nostri<br />
codici, basterebbe farle rispettare<br />
per bloccare <strong>il</strong> cortocircuito della giustizia<br />
cancerogena, che vede nelle prigioni<br />
la soluzione a tutti i problemi. Una delle<br />
norme, è quella che prevede l’ut<strong>il</strong>izzo<br />
del braccialetto elettronico, un progetto<br />
che è legge dello Stato italiano ed è<br />
già costato 110 m<strong>il</strong>ioni di euro alla collettività,<br />
ma giace inut<strong>il</strong>izzato da anni<br />
per <strong>il</strong> solo fatto che mancano informazioni<br />
e disposizioni precise ai magistrati<br />
che lo dovrebbero applicare quale misura<br />
deflattiva del sovraffollamento<br />
carcerario. Questa è l’economia del degrado,<br />
che ci costa ogni anno più dell’1<br />
per cento di P<strong>il</strong>, caro professor Monti,<br />
non lo insegnano alla Bocconi?<br />
Claudio Bottan<br />
Casa circondariale di Vicenza<br />
| | 12 settembre 2012 | 63