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società violenzA e Perdono<br />

L’uomo<br />

della pace<br />

possib<strong>il</strong>e<br />

Gli israeliani hanno raso al suolo la sua casa e<br />

ucciso le sue figlie. Ma a chi lo invita a vendicarsi<br />

Izzeldin Abuelaish risponde: «Io non odierò».<br />

La fede tenace di un ginecologo palestinese<br />

che cura ebree e arabe nell’inferno di Gaza<br />

tragedia è per un bene».<br />

Lo ha pensato nel momento<br />

«Questa<br />

stesso in cui l’orrore è balzato<br />

ai suoi occhi, quando delle sue tre<br />

d<strong>il</strong>ette figlie maggiori, Bessan, Mayar e<br />

Aya, e della nipote Noor non sono rimaste<br />

che membra sparse, dentro al rudere della<br />

camera sventrata dalla cannonata di<br />

un tank israeliano. Lo ha pensato mentre<br />

gridava e piangeva al telefono, e <strong>il</strong> suo grido<br />

di padre che aveva visto la carne della<br />

sua carne ridotta a brandelli arrivava ai<br />

telespettatori israeliani e li annich<strong>il</strong>iva.<br />

Lo ha ripetuto davanti a migliaia di persone<br />

a Rimini, al Meeting, qualche giorno<br />

fa, <strong>il</strong> volto suo e degli ascoltatori rigato<br />

di lacrime. E potete stare certi che non<br />

si tratta di una posa esibita per darsi un<br />

contegno e soffrire un po’ meno.<br />

Perché in quel giorno del gennaio<br />

2009 e nei seguenti Izzeldin Abuelaish,<br />

palestinese nato in un campo profughi<br />

della Striscia di Gaza e lì colpito negli<br />

affetti più cari nel corso dell’Operazione<br />

Piombo Fuso, non ha rivendicato <strong>il</strong> diritto<br />

all’odio e alla vendetta che l’umano<br />

dolore e l’interpretazione letterale delle<br />

sacre scritture della sua religione gli<br />

riconoscevano: ad amici e parenti che<br />

lo esortavano a ricambiare <strong>il</strong> sangue col<br />

sangue ha risposto “non cercherò vendetta”,<br />

“non odierò”. Quella risposta è diven-<br />

48 | 12 settembre 2012 | |<br />

tata <strong>il</strong> titolo del libro che racconta la sua<br />

storia, ma soprattutto è diventata una<br />

promessa mantenuta: Izzeldin, l’unico<br />

ginecologo di Gaza ammesso a lavorare<br />

in un ospedale israeliano (quello di Beersheba),<br />

ha continuato a trattare le perso-<br />

ne come persone, i malati<br />

come malati, indipendentemente<br />

dalla nazionalità<br />

e dalla religione,<br />

a chiedere giustizia senza<br />

colpevolizzare l’intero<br />

popolo d’Israele, a credere<br />

nella convivenza e in una<br />

pace giusta. E ha onorato<br />

la memoria delle figlie<br />

non con la vendetta, ma con la creazione<br />

di Daughters for Life, una fondazione alla<br />

quale versa tutti i proventi delle sue conferenze<br />

e che promuove l’educazione delle<br />

ragazze del Medio Oriente. Perché vuole<br />

che i sogni che aveva per le sue figlie si<br />

realizzino attraverso altre ragazze e perché<br />

è profondamente convinto che senza<br />

la valorizzazione delle donne non ci sarà<br />

pace nella regione. E perché ama la giustizia:<br />

«Io avrei avuto diritto all’odio, ma<br />

non è con l’odio che potrò fare giustizia<br />

alle mie figlie», ha detto a Rimini. «L’odio<br />

è un veleno, è una malattia che distrugge<br />

la persona che odia. Se volete sfidare<br />

coloro che hanno fatto <strong>il</strong> male, allo-<br />

«L’odio è un veleno, una<br />

malattia che distrugge. Non<br />

accettate di essere vittime<br />

dell’odio dopo che siete<br />

stati vittime di ingiustizia.<br />

Chiedetevi cosa potete fare<br />

voi per cambiare le cose»<br />

storia vera<br />

non odierò<br />

izzeldin<br />

Abuelaish<br />

Piemme<br />

16 euro<br />

ra non accettate di essere vittime più di<br />

una volta, non accettate di essere vittime<br />

dell’odio dopo che siete stati vittime di<br />

ingiustizia. Non perdete tempo ad accusare<br />

gli altri, assumetevi la responsab<strong>il</strong>ità<br />

di chiedervi cosa potete fare voi per cambiare<br />

le cose».<br />

Restare stupefatti è <strong>il</strong> minimo:<br />

quest’uomo che parla e che agisce come<br />

un vero cristiano è un musulmano credente<br />

e praticante ed è cresciuto in uno<br />

dei luoghi più violenti, miseri e ingiusti<br />

del pianeta: la Striscia di Gaza. La sua<br />

famiglia è stata cacciata dai poderi che<br />

possedeva vicino a Sderot, da ragazzo ha<br />

visto radere al suolo la sua casa di Gaza

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