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Foto: AP/LaPresse<br />

comunità cattolica del nord, che respinse<br />

la sharia islamica non riconoscendo<br />

così <strong>il</strong> potere giuridico degli occupanti<br />

sulla propria patria. Inoltre là dove vigeva<br />

<strong>il</strong> Kanun si mantenevano<br />

in uso i costumi tradizionali<br />

popolari e non<br />

si usava <strong>il</strong> velo islamico<br />

anche tra coloro che nel<br />

frattempo si erano convertiti<br />

all’islam.<br />

Dopo la Seconda Guerra<br />

mondiale, mentre l’Occidente<br />

che aveva trionfato<br />

sul nazi-fascismo si godeva<br />

i frutti della vittoria,<br />

l’Albania insieme al campo<br />

sovietico cadeva in uno dei<br />

peggiori incubi della sua<br />

storia. Il comunismo albanese<br />

di Enver Hoxha nel<br />

suo astio profondo contro<br />

la religione cristiana e nel suo totalitarismo<br />

privo di qualsiasi spiritualità, mostrava<br />

di unire in sé l’eredità del dispotismo<br />

ottomano con la “barbarie bolscevica” di<br />

stampo leninista. Che <strong>il</strong> comunismo albanese<br />

sia stato di matrice islamica lo dimostra<br />

l’accanimento speciale nei confronti<br />

della Chiesa cattolica e dei suoi membri.<br />

Ciò che suona molto strano per un leader<br />

comunista come Hoxha, per quarant’anni<br />

alla guida del primo paese nel mondo<br />

ateo per costituzione, è che nell’ultima<br />

sua opera, intitolata Appunti sul Medio<br />

Oriente, egli inneggi apertamente alla<br />

civ<strong>il</strong>tà arabo-musulmana e alla presunta<br />

superiorità del Corano sulla Bibbia.<br />

Gli effetti della secolarizzazione<br />

Da due decadi <strong>il</strong> regime comunista è caduto<br />

e con esso sembrava tramontasse un’era<br />

di miserie morali e materiali, ma purtroppo<br />

gli albanesi dall’inizio hanno avuto un<br />

malinteso con la libertà, la quale si confondeva<br />

con la possib<strong>il</strong>ità di spostarsi nello<br />

spazio e con <strong>il</strong> fare ciò che pare e piace.<br />

Il crollo dello Stato nel 1997, la vocazione<br />

totalitaria di Sali Berisha, la mancata rotazione<br />

dei politici albanesi e la non attuazione<br />

delle riforme richieste da Bruxelles<br />

hanno fatto sì che <strong>il</strong> piccolo paese balcanico<br />

rimanesse in una posizione incerta<br />

riguardo ai tempi necessari per entrare<br />

nella Comunità europea.<br />

Possiamo dire che l’Albania è inseguita<br />

da un “passato che non vuole passare”;<br />

alla sua testa si trova ancora un ex membro<br />

del partito comunista di Enver Hoxha<br />

che non ha mai avuto buoni rapporti con<br />

<strong>il</strong> pluralismo politico. La tanto conclamata<br />

amicizia con gli Stati Uniti e la bramata<br />

entrata nella Nato non hanno impedito a<br />

La conclamata amicizia con gli<br />

Stati Uniti e <strong>il</strong> bramato ingresso<br />

nella Nato non hanno impedito a<br />

Berisha di mantenere l’Albania<br />

all’interno della Conferenza<br />

Berisha di continuare a mantenere l’Albania<br />

all’interno della Conferenza islamica,<br />

ai lavori della quale i suoi ministri partecipano<br />

approvando risoluzioni e documenti<br />

contro lo Stato di Israele e contro gli Stati<br />

Uniti d’America. La partecipazione a tale<br />

organismo non è giustificata né dalla storia<br />

del paese, sempre in lotta con l’Impero<br />

ottomano, né dalla società multireligiosa<br />

albanese dove l’islam non è più religione<br />

di maggioranza assoluta.<br />

I dati che riportano l’islam al 70 per<br />

cento della popolazione, seguito da ortodossi<br />

e cattolici rispettivamente al 20 e al<br />

10 per cento, risalgono alla fine degli anni<br />

Trenta. Non dobbiamo dimenticare che,<br />

oltre alle dinamiche dello sv<strong>il</strong>uppo demografico,<br />

in Albania ha avuto un forte influsso<br />

sulla composizione religiosa del paese<br />

la politica dell’ateismo di Stato degli anni<br />

della dittatura. In quasi cinquant’anni in<br />

Albania si è verificato <strong>il</strong> fenomeno della<br />

Noi, sostiene <strong>il</strong> più<br />

grande scrittore<br />

albanese, Isma<strong>il</strong><br />

Kadare, entriamo<br />

di diritto nella<br />

famiglia europea<br />

dei popoli, grazie<br />

alla nostra<br />

tradizione cattolica<br />

e alla nostra<br />

identità europea.<br />

Tutto ciò che ci<br />

divide dall’Europa<br />

è contro i nostri<br />

interessi nazionali<br />

AVEVAMO UN ALLEATO ESTERI<br />

islamica (foto qui sotto), alla<br />

quale i suoi ministri partecipano<br />

approvando risoluzioni contro<br />

lo Stato di Israele e l’America.<br />

In basso, Isma<strong>il</strong> Kadare<br />

non credenza e dell’indifferenza religiosa<br />

che secondo gli studi sociologici ha toccato<br />

più da vicino la società musulmana.<br />

Inoltre, nell’ultimo periodo abbiamo l’opera<br />

di proselitismo dei protestanti e di sette<br />

religiose che hanno fatto molti adepti.<br />

L’anno scorso, su insistenza della Comunità<br />

europea, dopo parecchi tentennamenti,<br />

ha avuto luogo un censimento generale<br />

della popolazione che comprendeva anche<br />

la dichiarazione volontaria della propria<br />

appartenenza religiosa. Il risultato di tale<br />

censimento, compiuto da un’agenzia controllata<br />

dal governo, a distanza di quasi un<br />

anno non viene ancora reso pubblico.<br />

I cattolici messi da parte<br />

Oggi i cattolici non sono rappresentati nella<br />

vita pubblica e politica del paese, mentre<br />

dal 2005, anno della vittoria del Partito<br />

democratico, è aumentata notevolmen-<br />

te la pressione dell’integralismo islamico<br />

sia nel Kosovo sia in Albania.<br />

Il più grande scrittore<br />

albanese, Isma<strong>il</strong> Kadare,<br />

candidato al premio Nobel<br />

da diversi anni, continua<br />

a ribadire con forza l’appartenenza<br />

del suo popolo<br />

alla migliore tradizione<br />

europea e soprattutto<br />

all’umanesimo cristiano.<br />

Noi, scrive Kadare, entriamo<br />

di diritto nella famiglia<br />

europea dei popoli, grazie<br />

alla nostra tradizione cattolica<br />

e alla nostra identità<br />

europea. Tutto ciò che ci<br />

divide dall’Europa è contro<br />

i nostri interessi nazionali<br />

e contro <strong>il</strong> nostro futuro. n<br />

| | 12 settembre 2012 | 33

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