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L'arte dell'empowerment - DMyFriend

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sto libro esponiamo le strategie che abbiamo sviluppato o<br />

adattato per favorire l’apprendimento e il cambiamento dei<br />

nostri pazienti, sia in situazioni di gruppo che individuali.<br />

UN LIBRO DI STORIE<br />

Abbiamo incluso molte ‘storie’ in questo libro perché i racconti<br />

di vita, le ‘storie’ sono uno dei più potenti mezzi di apprendimento<br />

che ha a disposizione il genere umano. Sono ‘storie’ di<br />

nostri pazienti e di nostri colleghi. I racconti dei pazienti ci insegnano<br />

come il diabete sia un’esperienza complessa, integrata,<br />

olistica, che include elementi psicologici, intellettuali, clinici,<br />

economici, sociali, culturali, religiosi o comunque spirituali.<br />

Abbiamo imparato che gli educators devono saper porre delle<br />

buone domande e ascoltare con attenzione se vogliono scoprire,<br />

grazie alle storie dei loro pazienti, le varie componenti<br />

della malattia.<br />

I nostri racconti, così come quelli di altri educator, ci insegnano<br />

che il modo in cui ci vediamo come formatori, la nostra<br />

filosofia di vita e di lavoro sono anche influenzati da elementi<br />

della nostra vita personale e lavorativa, da passate esperienze,<br />

obiettivi, bisogni e valori.<br />

Il nostro cammino di diabetes educator è cominciato nelle<br />

famiglie, nelle comunità in cui siamo cresciuti, nelle nostre<br />

prime esperienze personali. La storia di chi siamo e cosa<br />

siamo è stata poi modellata dalle scuole frequentate, dalla<br />

formazione professionale ricevuta e dalle esperienze di lavoro.<br />

Riflettere sull’influenza che la fitta trama delle nostre esperienze<br />

ha avuto sul nostro lavoro ci ha condotto a concludere<br />

che ciò che facciamo dipende da ciò che siamo.<br />

Come educators abbiamo la possibilità di aiutare i pazienti a<br />

scrivere per se stessi delle nuove storie. Storie in cui il diabete<br />

fa parte, in modo positivo, delle loro esistenze. Per fare<br />

questo abbiamo bisogno di entrare nella vita dei pazienti e<br />

imparare a guardare il mondo con i loro occhi. In quanto<br />

‘ospiti’ e partner possiamo lavorare con loro per integrare<br />

l’auto-gestione del diabete nella storia della loro vita in una

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