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Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog

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Saggi<br />

impulso che in tal senso si verificherà anche a <strong>Salerno</strong> grazie alla promozione<br />

culturale <strong>di</strong> cui <strong>di</strong>vennero protagoniste alcune librerie,come quella <strong>di</strong> Umberto<br />

Carrano in via dei Mercanti nel Centro Storico. Il piccolo locale era in ogni suo<br />

angolo straripante <strong>di</strong> pubblicazioni italiane e straniere. Straor<strong>di</strong>naria la capacità <strong>di</strong><br />

Umberto nell’in<strong>di</strong>viduazione repentina dei testi più rari, e spesso sconosciuti, richiesti<br />

dal nuovo pubblico <strong>di</strong> giovani lettori. In un attimo,tra <strong>gli</strong> scaffali e le casse<br />

traboccanti <strong>di</strong> volumi,veniva in<strong>di</strong>viduato e posto all’attenzione, e spesso <strong>di</strong> frequente<br />

anche sinteticamente commentato, finanche <strong>il</strong> libro più inconsueto. Un concentrato,<br />

palpitante e sorprendente, <strong>di</strong> conoscenza, cultura e <strong>di</strong> sapere. I giovani, si accennava,<br />

si collegarono più fortemente tra loro, in modo ben <strong>di</strong>verso dal passato, ricercando<br />

confronti, idee ed opinioni nuove, iniziando a viaggiare per l’Italia e per l’Europa,<br />

tendendo a un nuovo senso da dare all’esistenza 20 . In quella stagione la domanda <strong>di</strong><br />

partecipazione alla politica, <strong>di</strong> conseguenza, crebbe in maniera esponenziale. I<br />

giovani italiani apparivano impermeab<strong>il</strong>i nel far proprie le ispirazioni e le idee che<br />

avevano plasmato <strong>il</strong> comune sentire delle generazioni appena antecedenti. In effetti <strong>il</strong><br />

<strong>1968</strong> introdusse nei fatti <strong>una</strong> secca scomposizione, ed anzi <strong>una</strong> netta frattura, nel<br />

percorso <strong>di</strong> trasmissione della cultura tra le generazioni. L’immenso patrimonio<br />

costituito dalla grande cultura borghese, in larga parte sconosciuto, pur appariva<br />

come un concentrato inut<strong>il</strong>e e dannoso, non degno <strong>di</strong> essere conosciuto né sottoposto<br />

ad alc<strong>una</strong> collettiva riflessione ed anzi come qualcosa <strong>di</strong> cui ci si dovesse<br />

sbrigativamente liberare. Serviva invece <strong>una</strong> cultura completamente nuova! Veniva<br />

anzi avvertita come <strong>di</strong>stante e vacua, priva <strong>di</strong> senso e <strong>di</strong> valore, la ricerca,<br />

l’impostazione storiografica proposta da tempo dalla sinistra storica, <strong>di</strong> ancoraggio<br />

all’idea <strong>di</strong> “nazione” ed ogni riferimento, giu<strong>di</strong>cato retorico e parziale,alle tra<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> tipo tardo-risorgimentale, spesso <strong>di</strong>sinvoltamente ed arbitrariamente confuse con<br />

posizioni che apparivano d’ispirazione nazionalista e che pertanto, in quanto tali,<br />

andavano decisamente espulse e sbrigativamente liquidate. Si palesava <strong>una</strong> esplicita<br />

alterità ed un’assoluta <strong>di</strong>stanza dall’idea <strong>di</strong> “ Patria” e <strong>di</strong> “ Stato nazionale”. Un<br />

partiti storici della sinistra veniva rimproverato un riformismo ritenuto”debole” ed un eccesso <strong>di</strong> attenzione al livello<br />

istituzionale, l’insufficienza <strong>di</strong> un pensiero efficacemente e conseguentemente critico ed antagonista verso <strong>il</strong><br />

neocapitalismo. “Quaderni Piacentini”, cui avevano dato vita, in prevalenza, giovani <strong>di</strong> provenienza socialista e<br />

ra<strong>di</strong>cale, era invece apparsa a Piacenza nel marzo 1962. Piergiorgio Bellocchio e poi Sergio Bologna, Franco Fortini,<br />

Giov<strong>anni</strong> Giu<strong>di</strong>ci, Grazia Cherchi tra i principali animatori. Una costante attenzione fu rivolta alla critica dell’industria<br />

culturale e grande spazio ebbero sulle sue pagine i temi della letteratura, della poesia, del cinema, della storiografia.<br />

Aspra la polemica contro <strong>gli</strong> intellettuali “integrati” nel sistema. Dal 1965 in avanti sul fo<strong>gli</strong>o venne dato ampio spazio<br />

alle elaborazioni teorico-politiche della nuova sinistra americana ed europea, alla guerra in Vietnam e poi alla<br />

rivoluzione culturale cinese. In essa apparirà <strong>il</strong> saggio <strong>di</strong> Guido Viale “Contro l’Università”, considerata <strong>il</strong> principale e<br />

deteriore strumento <strong>di</strong> manipolazione ideologica e politica, usata dal potere per annullare la coscienza critica dei<br />

giovani. Il saggio <strong>di</strong> Viale è senza dubbio uno dei principali testi teorici del <strong>1968</strong> italiano.<br />

20 Il mito del viaggio, con la sua magica e struggente suggestione, è al centro <strong>di</strong> On the road <strong>di</strong> Jack Keruac.

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