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Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog

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Saggi<br />

un ben più solido legame, reciprocamente fecondo, tra università e territorio che non<br />

verrà mai compiutamente realizzato. 55 Il nucleo <strong>di</strong> docenti ed intellettuali<br />

d’avanguar<strong>di</strong>a che per <strong>una</strong> breve fase operarono nell’Università,purtroppo finì invece<br />

per sfrangiarsi, <strong>di</strong>ssolvendosi come gruppo, per ricollocarsi altrove in altre aree del<br />

paese. Un fenomeno non circoscrivib<strong>il</strong>e alla sola università, ma che finì per<br />

coinvolgere altri gruppi intellettuali e professionisti impegnati su piani e <strong>di</strong>scipline<br />

<strong>di</strong>fferenti, <strong>di</strong> fortissimo impatto sociale, come quello della salute, ed in specie sul<br />

terreno della lotta per la riforma psichiatrica. Si è già fatto cenno, a tal proposito, a<br />

come la spinta del movimento democratico alle riforme <strong>di</strong> struttura avesse, ne<strong>gli</strong> <strong>anni</strong><br />

‘70, in<strong>di</strong>viduato terreni d’impegno, nuovi e originali, d’imme<strong>di</strong>ato impatto sociale.<br />

La lotta per mi<strong>gli</strong>ori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro in fabbrica si era collegata all’idea <strong>di</strong><br />

estendere la gamma dei <strong>di</strong>ritti civ<strong>il</strong>i fino ad allora garantiti.<br />

Si manifestava per <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto al lavoro, all’istruzione, alla casa, alla salute. Lotte che<br />

puntavano, tutte, a garantire l’affermazione <strong>di</strong> ambiti <strong>di</strong> libertà ben più estesi,<br />

profon<strong>di</strong> e generali. Fortissimo <strong>di</strong>venne l’impatto sociale <strong>di</strong> queste iniziative, netta la<br />

scelta del campo e della parte da cui stare, dando finalmente voce a chi prima mai ne<br />

aveva avuta. In questo contesto uno dei piani <strong>di</strong> più ra<strong>di</strong>cale rottura fu appunto<br />

rappresentato dalla lotta per realizzare, anche in Campania e nella Provincia <strong>di</strong><br />

<strong>Salerno</strong>, <strong>una</strong> psichiatria effettivamente democratica.<br />

Un nucleo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci, raccolti intorno a Sergio Piro e che avevano come riferimento<br />

nazionale Franco Basa<strong>gli</strong>a, <strong>di</strong>ede luogo alle prime sperimentazioni, <strong>di</strong> apertura,<br />

all’inizio ancora parziale, delle vecchie strutture manicomiali se<strong>di</strong> dei più devastanti<br />

orrori. Il Frullone, e poi Materdomini e <strong>il</strong> Vittorio Emanuele <strong>di</strong> Nocera Inferiore, <strong>gli</strong><br />

ospedali campani nei quali iniziò a procedere <strong>una</strong> linea <strong>di</strong> sperimentazione culturale e<br />

<strong>di</strong> cura alternativa per affrontare <strong>il</strong> dramma devastante della sofferenza psichica che<br />

non andava fronteggiata più solo con <strong>il</strong> ricorso ai farmaci, la reclusione del sofferente<br />

psichico e <strong>gli</strong> elettrochock, quanto piuttosto partendo da un approccio ra<strong>di</strong>calmente<br />

nuovo, che avrebbe dovuto ridare ai malati quel ruolo centrale <strong>di</strong> persone che fino ad<br />

allora non avevano mai avuto. La malattia psichiatrica, in tale visione, altro non era<br />

che <strong>il</strong> tunnel <strong>di</strong>sperato in cui ciascun essere vivente poteva venire potenzialmente<br />

fagocitato durante <strong>il</strong> corso della propria esistenza. Non più carcerieri dei “<strong>di</strong>versi”,<br />

ma operatori impegnati a consentire <strong>il</strong> massimo <strong>di</strong> recupero sociale e nuovi <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong><br />

citta<strong>di</strong>nanza a persone che le circostanze occasionali della vita avevano condotto in<br />

55 Oggi, comunque, l’università <strong>di</strong> <strong>Salerno</strong> si è quantitativamente espansa. Essa si configura come Campus universitario<br />

che conta circa 40.000 studenti provenienti in prevalenza dalla Campania, dalla Bas<strong>il</strong>icata, dalla Calabria. Ha 10<br />

facoltà: Economia, Farmacia, Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e F<strong>il</strong>osofia, Lingue e Letterature straniere, Scienze<br />

della Formazione, Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze Politiche e, dal 2005, è stata istituita anche la facoltà<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina e Chirurgia. I docenti,tra or<strong>di</strong>nari, associati e ricercatori sono, complessivamente, 945.(fonte:<br />

www.unisa.it).

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