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Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog

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Saggi<br />

naturali della Regione, da quello del C<strong>il</strong>ento e del Vallo <strong>di</strong> Diano, al Matese, alla<br />

catena dei Picentini e del Partenio, che costituiscono <strong>una</strong> straor<strong>di</strong>naria struttura<br />

paesaggistica ed ambientale, non sostenuta da un adeguato e parallelo processo<br />

d’innovazione tecnologica.<br />

Siamo, in sostanza, rimasti fuori come sistema paese, ed ancora <strong>di</strong> più come regioni<br />

meri<strong>di</strong>onali e come provincia <strong>di</strong> <strong>Salerno</strong>, dai processi <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo <strong>di</strong> funzioni postindustriali<br />

e, quin<strong>di</strong>, da<strong>gli</strong> straor<strong>di</strong>nari avanzamenti altrove realizzati nei campi<br />

dell’elettronica, delle telecomunicazioni, della chimica, della biotecnologie, delle<br />

nanotecnologie, dell’ingegneria, della robotica e delle attività in vario modo legate al<br />

grande tema dell’ambiente e dello sv<strong>il</strong>uppo sostenib<strong>il</strong>e.<br />

E sempre più oggi le imprese multinazionali scelgono per i propri investimenti, per la<br />

produzione <strong>di</strong> beni e servizi ad elevato contenuto tecnologico, oltre che le realtà più<br />

vantaggiose per <strong>il</strong> più basso costo del lavoro, anche i siti territoriali capaci <strong>di</strong><br />

garantire le mi<strong>gli</strong>ori con<strong>di</strong>zioni ambientali e <strong>di</strong> qualità della vita, i più appetib<strong>il</strong>i “st<strong>il</strong>i<br />

<strong>di</strong> vita”, come li definisce, con felice espressione, Giuseppe De Rita.<br />

Ricerca scientifica, ambiente e territorio appaiono pertanto le basi essenziali su cui è<br />

possib<strong>il</strong>e innestare processi virtuosi <strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo. In larga parte della<br />

Campania un tale circuito virtuoso appare, ancora per un preve<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e lungo arco <strong>di</strong><br />

tempo, decisamente compromesso.<br />

E’ sotto i nostri occhi la trage<strong>di</strong>a rappresentata dalla crisi dei rifiuti, che ha<br />

gravemente compromesso la cre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>ità delle Istituzioni e delle classi politiche<br />

<strong>di</strong>rigenti regionali. Persiste ed anzi si accentua la scissione tra popolazioni e politica,<br />

mentre non appare imme<strong>di</strong>atamente quantizzab<strong>il</strong>e <strong>il</strong> danno immane prodotto,<br />

nell’imme<strong>di</strong>ato e nella più lontana prospettiva, all’immagine della Campania nel resto<br />

del Paese, in Europa e nel mondo. Il fatto più grave e doloroso è che un <strong>di</strong>sastro <strong>di</strong><br />

tale portata può incidere in negativo, ancora a lungo nel tempo, sulle prospettive <strong>di</strong><br />

futuro, <strong>di</strong> occupazione e <strong>di</strong> lavoro delle nuove generazioni. 75 Il governo centrale ha <strong>il</strong><br />

dovere <strong>di</strong> assumere decisioni urgenti e impegnative che, rimuovendo le ragioni<br />

strutturali della crisi ed avviandola a definitiva soluzione, evitino l’accentuarsi <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> degrado e <strong>di</strong> marginalità ancora più marcata <strong>di</strong> <strong>una</strong> realtà comunque<br />

decisiva per le prospettive dell’insieme del paese.<br />

75 Varie ed autorevoli fonti <strong>di</strong> r<strong>il</strong>evazione statistica, quali Istat, Svimez, Eurostat, Unioncamere, già nel <strong>di</strong>cembre 2006,<br />

prima dell’esplosione della fase più grave ed acuta dell’annosa e drammatica questione dei rifiuti, avevano messo in<br />

evidenza l’accentuarsi <strong>di</strong> <strong>una</strong> situazione <strong>di</strong> particolare criticità. A quella data infatti <strong>il</strong> P<strong>il</strong> procapite della Regione<br />

Campania si attestava al 68,4 % rispetto alla me<strong>di</strong>a Ue (nel 1999 era al 71 %). Il P<strong>il</strong> regionale dal 2001 al 2006 era<br />

cresciuto, in me<strong>di</strong>a, solo dello 0,9 % all’anno. Gli occupati nel primo trimestre del 2006 erano 1.667.000 a fronte del<br />

1.700.000 del 1994. Nel decennio 1995-2005 erano emigrati 254.000 campani. Nel 2006 si erano avuti 1.568.000 turisti<br />

in meno del 2000. I dati della b<strong>il</strong>ancia commerciale, che nel 2000 segnavano un attivo <strong>di</strong> 235 m<strong>il</strong>ioni,nel 2006 erano in<br />

rosso per 922 m<strong>il</strong>ioni <strong>di</strong> euro. Le ore <strong>di</strong> cassa integrazione nel 2006 erano cresciute in me<strong>di</strong>a del 7,7 % rispetto al 2000.

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