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Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog

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Saggi<br />

questione meri<strong>di</strong>onale nella sua decisiva attualità. In <strong>una</strong> tale azione un ruolo<br />

essenziale dovevano essere chiamati a svolgere i gruppi intellettuali d’avanguar<strong>di</strong>a<br />

che avevano scelto <strong>di</strong> schierarsi, senza reticenze, dalla parte del mondo del lavoro e<br />

che proprio in quel frangente iniziavano a porsi <strong>il</strong> problema <strong>di</strong> un profondo<br />

cambiamento nella <strong>di</strong>rezione politica della realtà locale per costituire <strong>una</strong> robusta<br />

sponda istituzionale e <strong>di</strong> progetto alle domande <strong>di</strong> trasformazione presenti nella<br />

complessità della società del tempo. C’è da <strong>di</strong>re ancora che nel 1972 e ne<strong>gli</strong> <strong>anni</strong><br />

imme<strong>di</strong>atamente successivi <strong>una</strong> gran parte dei giovani m<strong>il</strong>itanti della sinistra extraparlamentare<br />

<strong>di</strong> <strong>Salerno</strong> aveva fatto la scelta della confluenza nel PCI. Franco Fichera<br />

favorì l’ingresso nel PCI <strong>di</strong> queste forze che concorsero a dare nuova linfa ed energia<br />

al Partito, <strong>di</strong> frequente affidando ad esse anche incarichi <strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> importanti<br />

settori <strong>di</strong> lavoro. I giovani provenienti dall’estrema sinistra portarono a loro volta la<br />

consuetu<strong>di</strong>ne all’impegno quoti<strong>di</strong>ano m<strong>il</strong>itante, ed in genere <strong>una</strong> grande e generosa<br />

passione civ<strong>il</strong>e, caratterizzata dall’assoluto <strong>di</strong>sinteresse personale ed insieme da un<br />

forte senso della <strong>di</strong>sciplina e dell’organizzazione, <strong>una</strong> persistente tensione all’unità.<br />

Ed insieme a questo, però, <strong>di</strong> frequente, i segni <strong>di</strong> un’inguarib<strong>il</strong>e inquietu<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> un<br />

anticonformismo non sempre pienamente compresi e a volte a stento tollerati dai<br />

gruppi <strong>di</strong>rigenti locali e regionali.<br />

E’ questo <strong>il</strong> periodo in cui finì per assumere un particolare r<strong>il</strong>ievo <strong>il</strong> <strong>di</strong>battito sulla<br />

localizzazione dell’Università, nodo strategico per l’affermazione <strong>di</strong> <strong>una</strong> nuova idea<br />

dello sv<strong>il</strong>uppo e tale da consentire <strong>il</strong> superamento d’ogni visione angustamente<br />

localistica. Il <strong>di</strong>battito sull’università <strong>di</strong> <strong>Salerno</strong> e sulla sua collocazione più idonea<br />

vide scontrarsi, essenzialmente, due linee politiche ed ipotesi <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo tra loro<br />

alternative. C’era chi sosteneva l’ut<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> <strong>una</strong> collocazione spezzettata dell’Ateneo,<br />

da conservare nell’area urbana della vecchia città e nel centro storico antico, chi<br />

invece propendeva per un nuovo e moderno inse<strong>di</strong>amento lungo l’asse <strong>di</strong> sv<strong>il</strong>uppo<br />

viario posizionato tra le città <strong>di</strong> <strong>Salerno</strong> e <strong>di</strong> Avellino, quale punto <strong>di</strong> raccordo<br />

me<strong>di</strong>ale intorno a cui far sorgere la nuova Città Universitaria, <strong>di</strong> <strong>di</strong>mensione e prof<strong>il</strong>o<br />

almeno meri<strong>di</strong>onale. Si sarebbe in tal modo realizzata un’Università concentrata in<br />

un’area territoriale definita, che avrebbe consentito <strong>di</strong> acco<strong>gli</strong>ere, insieme, <strong>gli</strong> studenti<br />

provenienti dalla Provincia espandendo <strong>il</strong> proprio campo d’attrazione su quelli delle<br />

altre regioni limitrofe meri<strong>di</strong>onali, in specie Lucania e Calabria, <strong>di</strong>ventando, per forza<br />

concentrata <strong>di</strong> studenti,docenti e <strong>di</strong>scipline, la seconda Università della Campania<br />

dopo la“ Federico II”<strong>di</strong> Napoli.<br />

Su questa ultima linea confluirono comunisti e sinistra DC ed alla fine fu questo <strong>il</strong><br />

progetto che finì per prevalere. In quella fase storica alla guida del Comune<br />

capoluogo Alfonso Menna era stato appena sostituito da Gaspare Russo, che riuscì a

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