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Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog

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Saggi<br />

fine de<strong>gli</strong> <strong>anni</strong> ‘60. Un vento <strong>di</strong> restaurazione attraversò allora in lungo e in largo la<br />

nazione. E’ in questo clima che iniziava a mutare alla ra<strong>di</strong>ce che <strong>Salerno</strong> visse<br />

un’esperienza drammatica,ine<strong>di</strong>ta per la sua antecedente <strong>storia</strong> politica. 51<br />

In <strong>una</strong> sera d’estate del lu<strong>gli</strong>o 1972 si consumò un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> particolare gravità. Un<br />

piccolo gruppo <strong>di</strong> anarchici si scontrò in via Velia, al centro della città, sembra per<br />

fut<strong>il</strong>i motivi, con alcuni giovani missini. Restò a terra sull’asfalto, ferito a morte, <strong>il</strong><br />

giovane missino Carlo Favella. Dell’omici<strong>di</strong>o fu ritenuto colpevole l’anarchico<br />

Giov<strong>anni</strong> Marini 52 . Il fatto <strong>di</strong> sangue produsse un effetto enorme nella città e nel<br />

Paese! Calarono da quel momento a <strong>Salerno</strong>, da<strong>gli</strong> altri punti della regione e da altre<br />

aree meri<strong>di</strong>onali, numerose squadre armate <strong>di</strong> missini, che per alcuni giorni<br />

pattu<strong>gli</strong>arono la città in lungo e in largo, avviando <strong>una</strong> caccia sistematica a<strong>gli</strong><br />

avversari politici, ai “rossi”. Il riflesso emotivo dell’evento, che nella città aveva reso<br />

la morte protagonista, fu fortissimo. Le squadre missine, robustamente rinforzate da<br />

nuclei <strong>di</strong> attivisti provenienti da altre città della regione e dell’Italia Meri<strong>di</strong>onale, si<br />

mossero per ven<strong>di</strong>care <strong>il</strong> proprio camerata caduto. La polizia non fu in grado o non<br />

volle fermare la spirale <strong>di</strong> terrib<strong>il</strong>e violenza che si era ormai innestata. Nell’aria si<br />

avvertivano, ovunque, la tensione e la paura. Le scorribande si susseguiranno per<br />

alcuni giorni, i pestaggi saranno numerosi prima che si pervenga al ristab<strong>il</strong>imento <strong>di</strong><br />

un clima <strong>di</strong> relativa normalità.<br />

La violenza, seppure in modo intermittente, inquinerà ancora per <strong>una</strong> lunga fase, in<br />

maniera quasi fisiologica, le nuove “modalità” della lotta politica. Il confronto tra le<br />

<strong>di</strong>verse idee sempre più spesso, dalle se<strong>di</strong> rappresentative naturali, finirà per<br />

scanda<strong>gli</strong>arsi nelle strade e nelle piazze, in un alternarsi <strong>di</strong> tregua e d’improvvisa<br />

ripresa de<strong>gli</strong> scontri, che procederà fino alla celebrazione del processo contro <strong>gli</strong><br />

anarchici ed alla sua conclusione.<br />

51 Franco Fichera, in <strong>una</strong> relazione presentata al Comitato Citta<strong>di</strong>no del PCI, analizzò <strong>il</strong> risultato delle elezioni politiche<br />

1972 con i riflessi nella città <strong>di</strong> <strong>Salerno</strong>. Alla Camera <strong>il</strong> PCI raggiunse <strong>il</strong> 18,31% dei consensi, <strong>il</strong> PSIUP <strong>il</strong> 2,44%. Al<br />

Senato, insieme, le due formazioni conseguirono <strong>il</strong> 21,30% dei voti. La DC, a sua volta, ottenne <strong>il</strong> 38% alla Camera ed<br />

<strong>il</strong> 34,40 al Senato. Il PSI <strong>il</strong> 6,35% alla Camera ed <strong>il</strong> 6,88 al Senato; <strong>il</strong> PSDI <strong>il</strong> 3,59 alla Camera ed <strong>il</strong> 2,89 al Senato. Il<br />

MSI balzò al 22,16% alla Camera ed al 27,32% al Senato, incrementando i propri suffragi <strong>di</strong> quasi l’8% e <strong>di</strong>venendo <strong>di</strong><br />

gran lunga <strong>il</strong> secondo partito in città. La sinistra perdeva rispetto alle regionali del 1970, mentre <strong>una</strong> cocente sconfitta<br />

era quella del “Manifesto” che racco<strong>gli</strong>eva solo 577 voti, lo 0,64 del totale. Era in atto, per <strong>il</strong> relatore, <strong>una</strong><br />

controffensiva moderata che si era sv<strong>il</strong>uppata “contro la lotta operaia e studentesca, in primo luogo, e per alcuni aspetti<br />

contro la lotta popolare per i salari, le riforme, l’occupazione,mi<strong>gli</strong>ori con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> lavoro, per <strong>una</strong> nuova<br />

politica del Mezzogiorno”. Alcune ragioni del mancato successo del PCI potevano in<strong>di</strong>viduarsi nel fatto che la DC si<br />

era potuta giovare “<strong>di</strong> un livello del movimento <strong>di</strong> massa intorno alle <strong>di</strong>verse riven<strong>di</strong>cazioni non adeguato, come ad<br />

esempio <strong>il</strong> movimento <strong>di</strong> lotta sindacale e politico per l’occupazione che troppo spesso si è presentato come lotta <strong>di</strong><br />

gruppi <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati, <strong>di</strong> categorie o settori, <strong>di</strong> singole aziende sull’orlo del fallimento, in modo episo<strong>di</strong>co o<br />

frammentario o ancora troppo generico fino a confondersi col municipalismo o nel “polverone ribellistico”.<br />

52 Insieme a Marini si trovavano in quel frangente Scariati e Mastrogiov<strong>anni</strong>, con Falvella era Alfinito.

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