Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog
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Saggi<br />
Frange derivate dal ceppo originario del movimento studentesco si misero ad<br />
inseguire <strong>il</strong> miraggio del passaggio dalla fase dello spontaneismo movimentista a<br />
quella della rigida e strutturata organizzazione politica. Tratto comune <strong>di</strong> queste<br />
nuove formazioni, <strong>di</strong> estrazione a larga prevalenza giovan<strong>il</strong>e e studentesca, <strong>di</strong>venne<br />
l’esasperazione del rapporto <strong>di</strong> contrapposizione polemica con <strong>il</strong> Partito ufficiale,<br />
considerato, essenzialmente, quale presi<strong>di</strong>o subalterno del potere borghese,<br />
baluardo“revisionista”, che ne impe<strong>di</strong>va la messa in crisi e la caduta.<br />
Nacquero allora i gruppi extra-parlamentari,polemicamente ost<strong>il</strong>i all’idea<br />
dell’avanzata democratica e pacifica al socialismo anche attraverso l’azione<br />
combinata della mob<strong>il</strong>itazione <strong>di</strong> massa e dei percorsi consentiti dall’articolazione<br />
della democrazia rappresentativa parlamentare.<br />
Le nuove formazioni apparse sullo scenario nazionale avevano in comune l’idea <strong>di</strong><br />
dare vita ad un nuovo Partito, effettivamente rivoluzionario e <strong>di</strong> rottura. I mo<strong>di</strong> per<br />
pervenire ad un tale obiettivo, però, apparivano tra loro <strong>di</strong>vergenti. C’era chi<br />
sosteneva che <strong>il</strong> fine è nulla e <strong>il</strong> movimento è tutto; chi invece riteneva che l’indagine<br />
analitica e la critica dovessero ripartire dalla fabbrica, dal cuore del processo<br />
produttivo delle merci e dall’accurata analisi delle specifiche modalità<br />
dell’organizzazione del lavoro, essendo quello <strong>il</strong> terreno, priv<strong>il</strong>egiato ed essenziale,<br />
da stu<strong>di</strong>are ed indagare più a fondo per accentuare, dall’interno, la crisi<br />
dell’organizzazione capitalistica del lavoro; chi ancora insisteva sull’assioma secondo<br />
cui <strong>il</strong> ritorno alla purezza dei principi del marxismo-leninismo fosse <strong>il</strong> solo tratto<br />
<strong>di</strong>stintivo da cui far derivare, con atto volontaristico, la creazione del nuovo e puro<br />
“nucleo d’acciaio”, <strong>il</strong> partito che avrebbe potuto finalmente <strong>di</strong>rigere, in maniera<br />
vittoriosa, la lotta per la rivoluzione in Italia, quando le con<strong>di</strong>zioni oggettive della<br />
rottura ra<strong>di</strong>cale fossero più esplicitamente maturate. In tal senso più forte e spietata<br />
avrebbe dovuto essere la lotta “contro l’opportunismo ed <strong>il</strong> revisionismo”. Posizioni<br />
che si ritroveranno nei vari gruppi, non <strong>di</strong> rado tra loro confliggenti, de “Il<br />
Manifesto” 45 <strong>di</strong> “Potere Operaio” 46 , “Lotta Continua” 47 , “Avanguar<strong>di</strong>a Operaia” 48 ,<br />
“L’Unione dei Comunisti marxisti-leninisti” 49 .<br />
45 I più attivi m<strong>il</strong>itanti e fondatori del “Manifesto” a <strong>Salerno</strong> furono: Lucia Annunziata, Antonio Botti<strong>gli</strong>eri, Salvatore<br />
Galizia, Lucio Grippa, Gianfranco Longo, Nicola Paolino, Arturo Ricciar<strong>di</strong>, Bia Saracini, Ernesto Scelza.<br />
46 I più attivi del gruppo erano Ubaldo Bal<strong>di</strong>, Alfonso Natella, Sergio Sarli.<br />
47 A “Lotta Continua”, tra <strong>gli</strong> altri, avevano aderito a <strong>Salerno</strong>: Giov<strong>anni</strong> Amatuccio, Antonio Braca, più avanti Antonio<br />
Casella, proveniente dall’Unione, Lucia De Giov<strong>anni</strong>, Antonio e Mario Giordano, Gaetano M<strong>il</strong>one, Remo Russo,<br />
Giuseppe Serrelli, Franco Smeraldo, Antonio Venturini.<br />
48 A <strong>Salerno</strong> i più attivi del raggruppamento, sorto al principio de<strong>gli</strong> <strong>anni</strong> ‘70,furono Franco e Fiorenza Calvanese,<br />
Raimondo Campostrino, Ernesto Scelza.<br />
49 Il gruppo del “Manifesto”, che darà vita all’omonima testata, era costituito, in prevalenza, da ex <strong>di</strong>rigenti del PCI,<br />
espulsi per frazionismo dal Partito dopo <strong>il</strong> drammatico C.C. del 26 novembre 1969 (relazione <strong>di</strong> Alessandro Natta ).<br />
Erano Lucio Magri, Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Massimo Caprara, già segretario particolare <strong>di</strong>