Salerno: il 1968 e gli anni Settanta, origini e storia di una ... - Hop Frog
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Saggi<br />
livello nazionale. Il settore metalmeccanico, a partire dalla Fiat, <strong>di</strong>venne la punta <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>amante <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> movimento sindacale italiano.<br />
S’aprì, dopo <strong>il</strong> periodo delle <strong>di</strong>fferenziazioni territoriali, delle gabbie salariali, <strong>una</strong><br />
lunga fase <strong>di</strong> vertenze contrattuali per conseguire con<strong>di</strong>zioni normative e salariali<br />
uniformi valide, contemporaneamente, in tutta la penisola. E si conquistò <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto<br />
alla contrattazione aziendale con la ricerca <strong>di</strong> intese integrative,mi<strong>gli</strong>orative de<strong>gli</strong><br />
accor<strong>di</strong> raggiunti a livello nazionale. Fu quella la stagione, in<strong>di</strong>ce della specificità del<br />
sindacalismo italiano, <strong>di</strong> apertura d’<strong>una</strong> azione che non limitava ed esauriva la<br />
propria attenzione al terreno, seppur primario, della fabbrica ma che, più <strong>di</strong> quanto<br />
era successo in passato, si mostrava attenta alle vicende più generali del paese e al<br />
suo destino.<br />
Il movimento dei lavoratori iniziava a <strong>di</strong>mostrare, tangib<strong>il</strong>mente e nel concreto,<br />
d’essere portatore d’idee e progetti innovativi, <strong>di</strong> valenza ben più ampia e generale.<br />
La lotta per <strong>il</strong> mi<strong>gli</strong>oramento delle con<strong>di</strong>zioni dei lavoratori si combinò, così, con<br />
forme d’avanzamento e <strong>di</strong> progresso della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> civ<strong>il</strong>tà del complesso della<br />
società nazionale. Un tale processo veniva favorito dal fatto che nel ventre della<br />
nazione, alla fine de<strong>gli</strong> <strong>anni</strong> ‘60 si era messo in moto, dopo la relativa stasi de<strong>gli</strong> <strong>anni</strong><br />
‘50, un meccanismo economico <strong>di</strong>namico e virtuoso. Con la crescita dei consumi era<br />
stato riscritto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o d’<strong>una</strong> società in profonda mutazione che ri<strong>di</strong>segnerà l’identità<br />
specifica del Paese e la specificità della sua <strong>storia</strong>. Da <strong>una</strong> struttura economicosociale<br />
a larga prevalenza agraria si era innestata <strong>una</strong> fase che aveva prodotto un<br />
cambio <strong>di</strong> fisionomia, profondo e repentino che, recuperando in tempi relativamente<br />
brevi gran parte dei gravi ritar<strong>di</strong> accumulati, aveva avviato la trasformazione<br />
dell’Italia in un moderno ed avanzato Paese industriale, in <strong>una</strong> potenza economica <strong>di</strong><br />
primario r<strong>il</strong>ievo nello scenario europeo e mon<strong>di</strong>ale. Il quadro politico ne risulterà<br />
sensib<strong>il</strong>mente trasformato. La sinistra, nelle sue principali componenti storiche,<br />
quella socialista e comunista, si era <strong>di</strong>visa, posizionandosi in maniera <strong>di</strong>vergente: i<br />
socialisti al governo, i comunisti all’opposizione 25 . E’ fin troppo nota la <strong>di</strong>scussione,<br />
25 E’ <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> ricordare che, in precedenza, era stato l’Istituto Gramsci ad organizzare un importante confronto tra<br />
<strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>osi ed economisti sull’identità e le prospettive del capitalismo nazionale. A Roma dal 23 al 25 marzo del<br />
1962 si era tenuto <strong>il</strong> pubblico convegno sulle “Tendenze del capitalismo italiano”. Un’occasione in cui erano state<br />
presentate le impegnative relazioni <strong>di</strong> Antonio Pesenti, Vincenzo Vitello, Bruno Trentin e Giorgio Amendola, che<br />
avevano esplicitato <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> vedute circa le ulteriori possib<strong>il</strong>ità espansive del sistema o sui caratteri dell’inevitab<strong>il</strong>e<br />
crisi che necessariamente ne avrebbe incrinato la tenuta. Gli Atti saranno raccolti in <strong>una</strong> pubblicazione, che prenderà lo<br />
stesso titolo del Convegno, stampata da<strong>gli</strong> E<strong>di</strong>tori Riuniti, Roma 1962. Lo stesso Istituto, <strong>il</strong> 14 ed <strong>il</strong> 15 marzo 1963,<br />
aveva dato vita al Convegno “Programmazione Economica e rinnovamento democratico”, ulteriore passaggio <strong>di</strong> r<strong>il</strong>ievo<br />
nell’analisi e nello stu<strong>di</strong>o dell’evoluzione delle <strong>di</strong>namiche economiche e politiche che si erano messe in movimento. Nel<br />
<strong>1968</strong> e ne<strong>gli</strong> <strong>anni</strong> imme<strong>di</strong>atamente seguenti <strong>il</strong> movimento de<strong>gli</strong> studenti liquiderà sbrigativamente l’analisi <strong>di</strong> merito<br />
sulla tenuta e l’ulteriore capacità espansiva del sistema, <strong>di</strong> cui, parafrasando <strong>una</strong> massima <strong>di</strong> Mao, si profetizza la fine<br />
ormai prossima “L’imperialismo è <strong>una</strong> tigre <strong>di</strong> carta”.