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CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

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16 settembre - Una banda <strong>di</strong> ladri si introdusse la mattina del 16 settembre in un villino <strong>di</strong><br />

campagna in agro <strong>di</strong> Francavilla Fontana, in contrada Forleo. A scoprire il furto fu il proprietario<br />

della villa, un agricoltore <strong>di</strong> Francavilla, che vi risiede tutto l’anno. Nella tarda mattinata del 16<br />

settembre, rientrando a casa, dopo essere stato fuori per alcune commissioni da sbrigare in città,<br />

l’amara scoperta. A preannunciarla, la vista della porta d’ingresso evidentemente forzata. Varcata la<br />

soglia l’immagine scioccante che chiunque abbia subito un furto in casa <strong>di</strong>fficilmente <strong>di</strong>mentica.<br />

L’uomo allertò imme<strong>di</strong>atamente i carabinieri, Da una prima ricognizione utile a capire quale e<br />

quanta era la refurtiva, l’agricoltore informò i militari che all’appello mancavano alcuni preziosi in<br />

oro, una somma <strong>di</strong> danaro in contanti, qualche centinaio <strong>di</strong> euro che teneva in casa per tutte le<br />

evenienze ed un fucile da caccia calibro 16, regolarmente detenuto. A preoccupare era il fatto che i<br />

ladri avessero deciso <strong>di</strong> portar via anche il fucile. Le domande che ci si poneva erano tante: cosa<br />

intendevano farsene; per quali scopi avevano in animo <strong>di</strong> servirsene; a chi avrebbero potuto già<br />

rivenderlo. Il furto, poi, avvenuto in mattinata, quin<strong>di</strong> senza la complicità della notte e, soprattutto,<br />

in una villa <strong>di</strong> campagna abitata tutto l’anno. Particolari questi che facevano pensare che il colpo<br />

non era stato improvvisato ma al contrario preparato per bene. I carabinieri pareva che stessero<br />

raccogliendo elementi utili per in<strong>di</strong>viduare i responsabili del furto e magari per ritrovare la<br />

refurtiva.<br />

notte 18 – 19 settembre - Due tentativi <strong>di</strong> furto furono compiuti in altrettante masserie dell’agro<br />

<strong>di</strong> Fasano. I due tentativi furono messi in atto nella notte tra il 18 e il 19 settembre, in contrada<br />

Sant’Angelo, tra la zona industriale sud <strong>di</strong> Fasano e il centro agroalimentare. Le masserie prese <strong>di</strong><br />

mira, già oggetto <strong>di</strong> furto alcuni mesi prima dell’ultimo tentativo. In quelle precedenti occasioni, i<br />

malviventi riuscirono a portare via trattori e alcuni attrezzi per l’agricoltura. In quest’ultimo caso,<br />

invece, la banda <strong>di</strong> ladri fu costretta a tornarsene con le mani vuote. Il tentato furto alle 4 del<br />

mattino. Ad agire quattro persone a bordo <strong>di</strong> un’auto. La banda entrò nel capannone agricolo<br />

all’interno del quale erano parcheggiati numerosi mezzi e attrezzature per le attività della<br />

campagna. Struttura che era dotata, però, <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong> allarme e barriere esterne, collegate con un<br />

istituto <strong>di</strong> vigilanza. I ban<strong>di</strong>ti tentarono <strong>di</strong> <strong>di</strong>sattivare le barriere esterne dell’impianto <strong>di</strong> allarme,<br />

lanciando dell’acqua sui <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> sicurezza. Probabilmente pensavano <strong>di</strong> provocare un<br />

blackout, rendendole inutilizzabili. Ma così non fu. Le due strutture erano dotate, inoltre, <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>spositivo anti-manomissione che attivò l’allarme. In pochi minuti giunsero sul posto alcuni<br />

uomini dell’istituto <strong>di</strong> sicurezza che misero in fuga i ban<strong>di</strong>ti. Visto che il colpo nella prima masseria<br />

era andato a vuoto, tentò il furto in un’altra struttura, all’interno della quale dormiva una famiglia <strong>di</strong><br />

agricoltori. In questo caso, i ladri tentarono <strong>di</strong> entrare nella rimessa dove erano parcheggiati mezzi e<br />

attrezzature agricole. Una volta entrati, però, scattò l’allarme che svegliò i proprietari e così i<br />

ban<strong>di</strong>ti, anche in questo caso, furono costretti a fuggire. Erano trascorsi alcuni mesi dall’ultimo<br />

furto in masseria. A quanto pareva erano tornati a seminare panico nelle campagne del fasanese.<br />

23 settembre - Costò la denuncia per coltivazione abusiva <strong>di</strong> piante <strong>di</strong> marijuana nei confronti<br />

del 45enne Clau<strong>di</strong>o Bisonte, conosciuto alle stesse forze dell’or<strong>di</strong>ne, la scoperta fatta dagli agenti<br />

della squadra mobile <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si <strong>di</strong> una piantagione illecita situata in località Torretta. Ad attirare<br />

l’attenzione degli argenti era stato <strong>di</strong> aver notato che il 45enne <strong>di</strong>verse volte, durante i servizi <strong>di</strong><br />

controllo della polizia, usciva dalla villetta con terreno. Per questo, conoscendo il passato<br />

dell’uomo, vollero vederci chiaro. La polizia, quin<strong>di</strong>, scavalcò il muro <strong>di</strong> cinta per controllare<br />

l’area, scoprendo così la coltivazione <strong>di</strong> ben trenta piante <strong>di</strong> sostanze stupefacenti. Il 45enne fu<br />

rintracciato poco dopo e condotto in questura. Addosso, tra l’altro, i poliziotti trovarono le chiavi<br />

del cancello <strong>di</strong> quella villetta. Le piante furono estirpate e poste sotto sequestro. Messo alle strette<br />

l’uomo confermò la sua responsabilità circa la coltivazione <strong>di</strong> quelle piante. Gli stessi arbusti, del<br />

resto, erano in buone con<strong>di</strong>zioni vegetative segno che qualcuno se ne prendeva cura irrigandole e<br />

provvedendo a tenerle in buono stato. Il compito della polizia era poi <strong>di</strong> verificare da quanto tempo<br />

l’uomo si de<strong>di</strong>cava a questa attività illecita e, nel caso, se fosse stato aiutato da qualcuno.<br />

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