CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso
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A rischio la vegetazione boscata. Ma quello che più preoccupò sin dall’inizio i soccorsi era la<br />
presenza nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> alcune masserie abitate. Due fire-boss intervennero a supporto delle<br />
operazioni <strong>di</strong> spegnimento. All’interno del parco regionale vi sono ben venti <strong>di</strong>fferenti tipologie <strong>di</strong><br />
vegetazione. E non solo. L’area delle Gravine delle Murge ospita tra quella fitta e impervia<br />
vegetazione specie <strong>di</strong> uccelli come il capovaccaio, il lanario, il grillaio, il gufo reale, il nibbio bruno<br />
e il nibbio reale. Il 12 <strong>di</strong> settembre un incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vaste proporzioni bruciò 15 ettari <strong>di</strong> pineta e<br />
macchia me<strong>di</strong>terranea in zona Montecamplo. Una bella zona collinare, a confine con Laterza, fu<br />
interessata da <strong>di</strong>versi focolai che si estesero dopo mezzogiorno sino al pomeriggio e interessarono<br />
anche alcune masserie che furono invase da fumo nero e denso. Per oltre quattro ore i soccorritori<br />
dovettero combattere contro le fiamme sempre più minacciose. Anche in questa zona fu necessario<br />
l’intervento <strong>di</strong> un fire-boss. Gli attimi più preoccupanti furono vissuti quando il fuoco sembrò<br />
<strong>di</strong>rigersi verso due masserie. I soccorritori scongiurarono il peggio. Secondo gli esperti si era<br />
trattato verosimilmente <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o doloso visto che i focolai accertati erano <strong>di</strong>versi, e non uno<br />
solo, e che quin<strong>di</strong> poteva esserci la mano <strong>di</strong> un piromane. Momenti <strong>di</strong> paura furono vissute tra<br />
alcune abitazioni il 14 settembre a seguito <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o nella gravina, sempre <strong>di</strong> Castellaneta, in<br />
località ‘Madonna dell’Assunta’. Il luogo impervio e <strong>di</strong>fficile da raggiungere dai soccorritori e un<br />
po’ <strong>di</strong> vento fecero estendere le fiamme sino a quattro ettari. Distrutte sterpaglie e macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea. Un intenso fumo, poi, raggiunse il centro abitato, seppure <strong>di</strong>stante. I soccorritori<br />
riuscirono, tra non poche <strong>di</strong>fficoltà, a limitare i danni e quin<strong>di</strong> a spegnere l’incen<strong>di</strong>o. Tutto ebbe<br />
inizio intorno a mezzogiorno quando qualcuno avvertì gli uomini della Forestale <strong>di</strong> un incen<strong>di</strong>o. Gli<br />
agenti si precipitarono sul posto sperando anche <strong>di</strong> poter cogliere sul fatto gli autori, visti mentre<br />
appiccavano il fuoco ad alcune sterpaglie in due <strong>di</strong>versi punti. Quattro ore <strong>di</strong> lavoro intenso per un<br />
incen<strong>di</strong>o che poteva essere evitato.<br />
14 settembre - Tre tonnellate <strong>di</strong> lastre ondulate in eternit fecero scattare il sequestro <strong>di</strong> un’area <strong>di</strong><br />
circa 8mila metri quadrati a<strong>di</strong>bita a <strong>di</strong>scarica abusiva a Martina Franca in contrada Cavalcatore dalla<br />
locale Compagnia della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza. Nella stessa area i finanzieri rinvennero oltre 5<br />
tonnellate <strong>di</strong> rifiuti speciali. Oltre alle lastre <strong>di</strong> amianto pericolose per la salute pubblica per la<br />
<strong>di</strong>spersione <strong>di</strong> fibre in atmosfera e sul terreno, fu rinvenuto materiale vario ferroso: carcasse <strong>di</strong><br />
autovetture e motocicli, frigoriferi e cucine fuori uso tutto in evidente stato <strong>di</strong> abbandono. Il<br />
proprietario del terreno rintracciato fu denunciato per violazioni alla normativa in materia <strong>di</strong> tutela<br />
dell’ambiente.<br />
26 settembre - I baschi ver<strong>di</strong> del Comando provinciale della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza <strong>di</strong> Taranto,<br />
intervennero in un’area scoperta dai loro mezzi aerei. Ricevute le foto sottoposero a sequestro due<br />
aree private, per circa 2.000 mq. Sui terreni i militari trovarono rifiuti pericolosi e non pericolosi.<br />
Accertarono all’interno delle due aree che si trovano in località Porto Pirrone <strong>di</strong> Marina <strong>di</strong><br />
Leporano, rifiuti speciali abbandonati sulla nuda terra. Il proprietario <strong>di</strong> entrambe le aree fu<br />
denunciato all’autorità giu<strong>di</strong>ziaria competente.<br />
1° ottobre - Masserie, uliveti e rifiuti. Un altro fardello fatto <strong>di</strong> <strong>di</strong>scariche a cielo aperto<br />
danneggiava il territorio <strong>di</strong> Sava, in contrada ‘Masseria Capriola’. Il materiale riversato<br />
abusivamente nei pressi della masseria consisteva in ben 10 quintali <strong>di</strong> eternit, ban<strong>di</strong>to dal mercato e<br />
vietato dalla legge. La denuncia fu presentata dall’ambientalista Mimmo Carrieri, scattò così il<br />
sopralluogo nella vasta area da parte del Corpo Forestale della stazione <strong>di</strong> Manduria, al quale, dopo<br />
le indagini, seguirono i provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> legge.<br />
5 ottobre - Un’azienda agricola che macellava carne in modo clandestino fu scoperta dai militari<br />
della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza <strong>di</strong> Castellaneta a Ginosa, dopo un controllo effettuato in collaborazione<br />
con funzionari del Dipartimento <strong>di</strong> prevenzione della Asl, in una nota macelleria che la vendeva con<br />
la prescrizione sanitaria contraffatta. Alla fine dei controlli furono posti sotto sequestro circa 60 kg<br />
<strong>di</strong> carne ovina, nonché l’attrezzatura per la macellazione clandestina (in particolare, un’ascia e<br />
<strong>di</strong>versi coltelli), mentre il titolare dell’azienda agricola ed il proprietario della macelleria furono<br />
denunciati all’Autorità giu<strong>di</strong>ziaria.<br />
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