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CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

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era stata formalizzata alcun tipo <strong>di</strong> assunzione, <strong>di</strong> una <strong>di</strong>tta barese tra l’altro già nota per vicende<br />

simili. I militari riuscirono a risalire non solo all’azienda ma anche al proprietario dei terreni<br />

agricoli depredati. Ad essere saccheggiati furono quattro tetti conici dei trulli e centinaia <strong>di</strong> metri <strong>di</strong><br />

muretti a secco. Il tutto <strong>di</strong>etro accordo della <strong>di</strong>tta con il proprietario del terreno. Il prezioso<br />

pietrame, era già stato caricato su un camion con rimorchio. Ed era destinato, secondo gli<br />

investigatori, in ville del Nord Italia. Sembrava che gli acquirenti erano <strong>di</strong>sposti a pagare grosse<br />

cifre. L’azienda, operante anche nel settore del giar<strong>di</strong>naggio, ritenuta responsabile dell’asportazione<br />

illegale dei beni tutelati, in quanto priva <strong>di</strong> qualunque autorizzazione per lo smantellamento delle<br />

costruzioni rurali , risultò, a seguito <strong>di</strong> mirati accertamenti, già gravata da alte denunce per analoghi<br />

reati. Sembrava, infatti, che fosse responsabile <strong>di</strong> devastazioni simili in danno a strutture presenti<br />

nella Valle d’Itria, in particolare Alberobello e Martina Franca. Dopo tali denunce aveva spostato<br />

l’attività illegale nella zona <strong>di</strong> Manduria. Ulteriori accertamenti sarebbero stati avviati per<br />

quantificare l’ammontare del danno e del giro d’affari che avrebbe fruttato al proprietario del<br />

terreno, all’affittuario dello stesso ed al responsabile della <strong>di</strong>tta barese dopo la ven<strong>di</strong>ta dei reperti.<br />

Gli investigatori erano, infatti, certi che il proprietario terriero e l’affittuario ricevevano compensi in<br />

cambio della demolizione dei trulli e dei muretti a secco che, non solo non avevano impe<strong>di</strong>to in<br />

alcun modo, ma nemmeno denunciato.<br />

28 luglio - Il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Martina Franca avviò il proce<strong>di</strong>mento e or<strong>di</strong>nato l’imme<strong>di</strong>ata<br />

sospensione dei lavori per opere abusive in Valle d’Itria. I provve<strong>di</strong>menti furono presi dal <strong>di</strong>rigente<br />

comunale del settore Sviluppo territoriale e dello Sportello unico per le attività produttive e<br />

l’e<strong>di</strong>lizia, sulla scorta <strong>di</strong> un sopralluogo effettuato dagli agenti della Polizia municipale nei mesi<br />

precedenti su un fondo che si trova nei pressi <strong>di</strong> via Locorotondo. Accertarono, gli agenti, la<br />

presenza <strong>di</strong> un manufatto interessante una superficie complessiva pari a circa 172 mq, avente<br />

altezza esterna pari a circa ml. 3,10, quin<strong>di</strong> una volumetria pari a circa mc. 533. Detta costruzione si<br />

presentava completata al grezzo, con tramezzature interne, impianti elettrici, idrici e fognanti già<br />

realizzati. L’immobile ricade in zona sottoposta a vincolo paesaggistico tutelata dal Piano<br />

urbanistico tematico territoriale. Il <strong>di</strong>rigente comunale si riservò <strong>di</strong> adottare ulteriori provve<strong>di</strong>menti,<br />

anche definitivi, da emanarsi in merito e senza pregiu<strong>di</strong>zio per eventuali sanzioni penali e comunicò<br />

al proprietario che entro 45 giorni dalla notifica dell’atto si sarebbe adottato il provve<strong>di</strong>mento<br />

definitivo teso al ripristino dello stato dei luoghi.<br />

12 agosto - Accadde nelle campagne <strong>di</strong> Roccaforzata, dove la Polizia Provinciale sottopose a<br />

sequestro un terreno agricolo, prima coltivato a vigneto, in contrada Corona. Qualcuno, servendosi<br />

anche <strong>di</strong> mezzi meccanici, ci aveva sotterrato una notevole quantità <strong>di</strong> rifiuti (inerti da costruzioni,<br />

plastica, materiali ferrosi, scarti vegetali). Tutto questo secondo la denuncia dell’associazione<br />

ambientalista Cpa. Dovevano, quin<strong>di</strong>, essere accertate le responsabilità e soprattutto verificato cosa<br />

conteneva esattamente il sottosuolo, stimando in questo modo il danno ambientale nel tempo.<br />

17 agosto - Due ladri <strong>di</strong> uva furono arrestati il 17 agosto dai carabinieri. Si trattava <strong>di</strong> A.L.,<br />

pensionato 66enne con precedenti e D.S. operaio 41enne. Furono sorpresi nel pomeriggio da un<br />

agricoltore in contrada Pastani a Montemesola. I due furono notati dall’uomo in un vigneto vicino al<br />

suo terreno. Notato i volti nuovi l’agricoltore avvisò i carabinieri e subito cercò <strong>di</strong> fermare la coppia<br />

<strong>di</strong> ladri che stava caricando un auto con la preziosa frutta rubata. Quando si videro scoperti i due si<br />

dettero alla fuga. Una mossa che non colse impreparato l’agricoltore il quale con la sua auto inseguì<br />

quella dei ladri. A quel punto arrivarono <strong>di</strong> rinforzo i carabinieri <strong>di</strong> Grottaglie supportati da quelli <strong>di</strong><br />

Montemesola che bloccarono la vettura con i due ladri. All’interno del portabagagli fu ritrovata la<br />

refurtiva, una forbice, due coltelli e un bisturi. Per i due, dopo le formalità <strong>di</strong> rito, scattarono gli<br />

arresti domiciliari.<br />

18 agosto - Un grosso incen<strong>di</strong>o si sviluppò nel pomeriggio del 18 agosto alle porte della città <strong>di</strong><br />

Taranto. Le fiamme, <strong>di</strong>vampate tra la città e la borgata <strong>di</strong> Talsano, <strong>di</strong>strussero 20 ettari <strong>di</strong> alberi e<br />

bosco e raggiunto anche un ex vivaio. Inoltre lambirono un vivaio in attività che si trova nei pressi.<br />

La normalità tornò solo quando i vigili del fuoco spensero l’incen<strong>di</strong>o e messo in sicurezza la zona.<br />

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