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CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso

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verso le campagne. Erano i ladri, che nella fretta <strong>di</strong> scappare, avevano abbandonato sul posto anche<br />

parte degli attrezzi. Fu ritrovata, infatti, una grossa cesoia. L’allarme scattò subito. Sul posto<br />

giunsero i carabinieri della Compagnia <strong>di</strong> Maglie e della stazione <strong>di</strong> Soleto. Il sopralluogo permise<br />

<strong>di</strong> verificare che il tombino <strong>di</strong> un pozzetto <strong>di</strong> ispezione era stato aperto. Da lì erano verosimilmente<br />

stati sfilati i cavi <strong>di</strong> rame che i ladri avevano portato via. Le tracce rilevate sul posto lasciavano<br />

supporre che ad agire era stato un gruppo organizzato, uno <strong>di</strong> quelli che si è specializzato nel furto<br />

<strong>di</strong> cavi <strong>di</strong> rame e <strong>di</strong> trasformatori elettrici.<br />

5 novembre - Proseguivano le operazioni <strong>di</strong> demolizione <strong>di</strong> un villino abusivo <strong>di</strong> circa 250 metri<br />

quadrati in contrada ‘Li Specchi’, a Racale. L’abitazione era abitata da una madre con due bambini<br />

<strong>di</strong> 12 e 8 anni che furono costretti a sgomberare l’e<strong>di</strong>ficio. Era il primo caso <strong>di</strong> demolizione<br />

d’autorità <strong>di</strong> una costruzione abusiva a Racale. In proposito il sindaco della città commentava<br />

l’accaduto sottolineando come l’abbattimento dell’abitazione fosse <strong>di</strong> esempio ad ogni citta<strong>di</strong>no <strong>di</strong><br />

come l’abusivismo deturpi il territorio e configuri un grave reato ambientale anche se non poteva<br />

essere sottaciuto l’immane dramma umano. Tutto ciò era accaduto, proseguiva il sindaco, .<br />

notte 4 – 5 novembre - L’attività dei carabinieri era iniziata nelle campagne <strong>di</strong> Copertino già<br />

qualche anno fa quando alcuni movimenti sospetti <strong>di</strong> alcuni giovani avevano attirato l’attenzione <strong>di</strong><br />

una pattuglia impegnata in normali controlli. Al termine <strong>di</strong> lungo pe<strong>di</strong>namento nella notte tra il 4 e<br />

il 5 novembre i militari decisero <strong>di</strong> bloccare Andrea Schito, un ventenne <strong>di</strong> Copertino, mentre era<br />

alla guida della propria auto. Alla vista dei carabinieri il conducente, lo Schito, cercò <strong>di</strong> fuggire ma<br />

fu subito raggiunto e bloccato. A bordo dello stesso veicolo, al momento del controllo, erano<br />

presenti anche altri due giovani, denunciati in stato <strong>di</strong> libertà per il medesimo reato. I carabinieri,<br />

nascosti nelle vicinanze dei terreni, in<strong>di</strong>viduarono e seguirono i giovani in questione che, con alcuni<br />

recipienti d’acqua, si stavano recando presso un vicino appezzamento <strong>di</strong> terreno per innaffiare e<br />

constatare lo stato <strong>di</strong> alcune piante <strong>di</strong> marijuana. I militari intervennero prontamente sequestrando<br />

31 piante <strong>di</strong> marijuana <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>mensioni ed arrestando Schito. Inoltre, nascosti sotto il se<strong>di</strong>le<br />

posteriore sinistro al lato del passeggero c’erano due involucri <strong>di</strong> cellophane <strong>di</strong> colore bianco<br />

trasparente, con nastro adesivo alle due estremità, contenente della cocaina, per un quantitativo <strong>di</strong><br />

6,35 grammi. Schito fu arrestato in flagranza <strong>di</strong> reato per detenzione <strong>di</strong> sostanza stupefacente ai fini<br />

<strong>di</strong> spaccio.<br />

11 novembre - L’operazione fu condotta dai finanzieri della Tenenza <strong>di</strong> Casarano che avevano<br />

scoperto, in seguito ad una segnalazione della Sezione Area <strong>di</strong> Manovra del Corpo <strong>di</strong> Grottaglie,<br />

alcuni siti caratterizzati dalla presenza <strong>di</strong> numerosi cumuli <strong>di</strong> rifiuti speciali e pericolosi. La<br />

successiva attività <strong>di</strong> indagine compiuta attraverso sopralluoghi ed accertamenti presso gli organi<br />

amministrativi competenti, aveva consentito <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le aree, complessivamente estese su<br />

62mila metri quadrati, poco più <strong>di</strong> 6 ettari <strong>di</strong> macchia me<strong>di</strong>terranea, situate nell’entroterra <strong>di</strong><br />

Ugento, a ridosso della strada provinciale per Casarano, nella suggestiva contrada ‘Monticoloni’. Le<br />

zone si trovavano in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> assoluto degrado ambientale e risultavano caratterizzate dalla<br />

presenza <strong>di</strong> notevoli quantità <strong>di</strong> rifiuti speciali pericolosi ed altro materiale inerte derivante da<br />

lavorazioni e<strong>di</strong>li, <strong>di</strong>sseminati tra secolari alberi <strong>di</strong> ulivo, vigneti e <strong>di</strong>stese d macchia me<strong>di</strong>terranea.<br />

Le Fiamme Gialle, dopo aver proceduto ai dovuti accertamenti presso il competente Ufficio<br />

Tecnico Comunale attraverso gli estratti <strong>di</strong> mappa, sequestrarono i siti inquinati e il loro contenuto,<br />

verbalizzando denuncia a carico <strong>di</strong> ignoti da identificare ed affidamento in gratuita giu<strong>di</strong>ziale<br />

custo<strong>di</strong>a ai proprietari dei fon<strong>di</strong> agricoli, alcuni dei quali residenti nel nord Italia o emigrati<br />

all’estero.<br />

18 novembre - I carabinieri della Stazione <strong>di</strong> Matino sequestrarono in contrada ‘Sant’Emiliano’,<br />

in agro <strong>di</strong> Matino, più fabbricati per un totale <strong>di</strong> oltre 140metri quadrati <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> una signora<br />

piemontese (domiciliata a Matino), B.M.G. 74 anni a carico della quale scattò una denuncia a piede<br />

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