CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso
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prime ore del pomeriggio. I danni furono ingenti, restava solo una lunga <strong>di</strong>stesa nera laddove<br />
c’erano piante rigogliose e profumate della macchia me<strong>di</strong>terranea. Certa la matrice dolosa. Ancora<br />
ci si trovava <strong>di</strong> fronte ad un incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> origine dolosa e alla <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> risorse naturali, infatti,<br />
oltre alla flora in quel posto molto rigogliosa, a subire gravi danni fu anche la fauna con animali<br />
appartenenti a specie protette. Chi ha appicato l’incen<strong>di</strong>o forse pensava <strong>di</strong> poter speculare a livello<br />
e<strong>di</strong>lizio o altro, ignorando che in quella zona non soltanto non si potrà mai costruire, ma neppure<br />
cacciare o coltivare.<br />
20 agosto - Tanta paura a Tricase per un incen<strong>di</strong>o scoppiato il 20 agosto a ridosso della litoranea<br />
che <strong>di</strong>strusse più <strong>di</strong> 5 ettari <strong>di</strong> macchia me<strong>di</strong>terranea. L’allarme scattò alle 10, quando il fuoco,<br />
certamente <strong>di</strong> origine dolosa, iniziò a <strong>di</strong>vampare nel bosco situato in contrada Palane, lungo il<br />
costone della montagna nota con il nome <strong>di</strong> ‘Calino’, nei pressi <strong>di</strong> Marina Serra. Bosco e macchia<br />
me<strong>di</strong>terranea. La paura che il fuoco potesse attaccare le abitazioni vicine e il complesso turistico<br />
San Basilio, fece scattare subito l’allarme. Gli esperti a bordo dell’elicottero valutarono che le<br />
abitazioni non fossero avvicinabili dalle fiamme, <strong>di</strong> conseguenza ri<strong>di</strong>mensionarono il rischio.<br />
Nonostante tutto, comunque, notevole fu il lavoro delle squadre <strong>di</strong> intervento per venire a capo<br />
dell’incen<strong>di</strong>o. Le operazioni <strong>di</strong> spegnimento delle fiamme andarono avanti per oltre quattro ore.<br />
21 agosto - Una <strong>di</strong>scussione scoppiata a Presicce, degenerò in una vera e propria aggressione<br />
fisica, che coinvolse anche i carabinieri. All’origine del <strong>di</strong>verbio scoppiato inizialmente tra<br />
Maurizio Zingarello 40 anni <strong>di</strong> Presicce e il cognato Ratta <strong>di</strong> Acquatica del Capo, vi era un aratro<br />
scomparso <strong>di</strong> proprietà <strong>di</strong> quest’ultimo che, secondo i ben informati del paese, era stato sottratto<br />
proprio da Zingarello. Da qui la prima lite furibonda per strada tra i due che arrivarono ad<strong>di</strong>rittura<br />
alle mani tanto da spingere i parenti, presenti alla scena, ad allertare i militari della Stazione <strong>di</strong><br />
Presicce che in pochi minuti giunsero sul posto. Tentarono <strong>di</strong> acquietare gli animi e far ragionare i<br />
due litiganti. Ci erano quasi riusciti quando sopraggiunse Dario Ratta, 34 anni. Questi, dopo aver<br />
visto il padre con il volto vistosamente tumefatto e pieno <strong>di</strong> sangue, si scagliò con veemenza contro<br />
lo zio aggredendolo con calci e pugni. I carabinieri si misero ancora una volta in mezzo per<br />
separare Zingarello dal secondo contendente e riportare la pace, ma ne rimasero coinvolti<br />
fisicamente rime<strong>di</strong>ando, loro malgrado, calci da entrambe le parti. Solo con l’intervento <strong>di</strong> altri<br />
parenti fu possibile allontanare i due protagonisti. Una volta riportata la situazione alla normalità i<br />
carabinieri accompagnarono in caserma Maurizio Zingarello e Dario Ratta per le rituali procedure<br />
<strong>di</strong> riconoscimento e <strong>di</strong>sposto il loro fermo con l’accusa <strong>di</strong> violenza, resistenza a pubblico ufficiale e<br />
lesioni personali in concorso e condotti presso la casa circondariale <strong>di</strong> Lecce.<br />
22 agosto - Dovrà restituire allo Stato circa duecentomila euro con l’ulteriore punizione <strong>di</strong> avere<br />
il patrimonio aziendale sotto sequestro “per equivalente”. Difficile la situazione <strong>di</strong> un impren<strong>di</strong>tore<br />
agricolo <strong>di</strong> Guagnano finito sotto la lente <strong>di</strong> ingran<strong>di</strong>mento dei militari della Guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Finanza<br />
che, al termine <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> verifiche, furono convinti che egli aveva falsato alcune <strong>di</strong>chiarazioni<br />
per ottenere dei finanziamenti. In particolare l’impren<strong>di</strong>tore del Nord Salento aveva riportato nella<br />
domanda un red<strong>di</strong>to aziendale superiore a do<strong>di</strong>cimila euro, requisito fondamentale per l’ottenimento<br />
degli stessi. La normativa in materia prevede un red<strong>di</strong>to non inferiore a un<strong>di</strong>cimila euro. E infatti gli<br />
erano stati erogati poco meno <strong>di</strong> duecentomila euro. Nella <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti, però, l’uomo<br />
aveva riportato un red<strong>di</strong>to <strong>di</strong> esercizio. Una volta che la documentazione contrastante finì nelle<br />
mani della guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza furono avviate le verifiche. E poiché i sol<strong>di</strong> erano già stati intascati<br />
dall’uomo fu chiesto, in via cautelativa, il sequestro dei beni. A questo si aggiunse la denuncia alla<br />
Procura della Repubblica per indebita percezione <strong>di</strong> erogazioni ai danni dello Stato.<br />
24 agosto - Nelle campagne <strong>di</strong> Ugento, tra macchia me<strong>di</strong>terranea ed ulivi secolari, qualcuno<br />
aveva ricoperto un’area <strong>di</strong> 94mila metri quadrati <strong>di</strong> rifiuti speciali pericolosi ed altro materiale<br />
derivante da lavorazioni e<strong>di</strong>li, materiale <strong>di</strong> risulta, comprese alcune lastre <strong>di</strong> eternit, pneumatici <strong>di</strong><br />
veicoli fuori uso, plastiche, vetri, guaine catramate, parti <strong>di</strong> televisori rottamati, altri<br />
elettrodomestici fuori uso e, perfino, carcasse <strong>di</strong> animali bruciati vivi. La scoperta fu effettuata dalle<br />
fiamme gialle della Tenenza <strong>di</strong> Casarano che, dopo aver avuto la segnalazione dai colleghi della<br />
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