CAMPAGNE SICURE - Comune di Capurso
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cenere e <strong>di</strong> lana vetro incen<strong>di</strong>ata per una superficie <strong>di</strong> circa 6 mila metri quadrati in località<br />
Castellino, in agro <strong>di</strong> Nardò. Così per un uomo, L.F., cinquantenne del posto, scattò la denuncia<br />
penale per il reato <strong>di</strong> <strong>di</strong>scarica abusiva. E’ quanto emerse a seguito dell’intensificazione su tutto il<br />
territorio comunale dell’attività <strong>di</strong> controllo da parte del corpo <strong>di</strong> Polizia municipale <strong>di</strong> Nardò. Un<br />
risultato importante ottenuto dopo una lunga attività <strong>di</strong> monitoraggio svolta anche con il personale<br />
in borghese a bordo <strong>di</strong> auto civetta e con l’ausilio <strong>di</strong> strumentazione foto e video che permisero<br />
l’in<strong>di</strong>viduazione dell’autore dell’illecito penale e il sequestro <strong>di</strong> una zona in cui la presenza dei resti<br />
incen<strong>di</strong>ati lasciava presagire che lo smaltimento potesse avvenire in loco attraverso il dannoso<br />
meccanismo dell’incenerimento. Sempre nel corso della medesima attività <strong>di</strong> tutela del territorio,<br />
ancora per il reato <strong>di</strong> <strong>di</strong>scarica abusiva scattò una denuncia contro ignoti per l’accertata attività <strong>di</strong><br />
abbandono plurimo, reiterato e incontrollato <strong>di</strong> materiali vari in località Pantalei-Tagliate, sempre in<br />
agro <strong>di</strong> Nardò, su un’area <strong>di</strong> circa 5 mila metri quadri. Una grossa cava in cui venivano<br />
ripetutamente effettuati scarichi <strong>di</strong> materiale inerte ovvero rifiuti speciali derivanti da attività <strong>di</strong><br />
scavo e <strong>di</strong> demolizione.<br />
22 luglio Una colossale truffa con i falsi braccianti fu scoperta dai carabinieri del Nucleo<br />
dell’ispettorato del lavoro. In 249 furono denunciati per truffa aggravata ai danni dell’Inps.<br />
Dall’Istituto <strong>di</strong> previdenza si sarebbero ottenuti in maniera indebita prestazioni che si aggiravano<br />
intorno al milione e 530mila euro. Furono recuperati 300mila euro <strong>di</strong> contributi previdenziali e altri<br />
580mila euro <strong>di</strong> contributi comunitari. Dagli accertamenti emerse che si trattava <strong>di</strong> rapporti <strong>di</strong><br />
lavoro fittizi. E che uomini e donne (alcuni anche giovanissimi) che li avevano sottoscritti in<br />
campagna non sarebbero andati mai a lavorare. Zappa e rastrello non li avrebbero mai visti, almeno<br />
nei terreni della cooperativa <strong>di</strong> Surbo da cui erano stati assunti. In cambio, però, avrebbero usufruito<br />
delle prestazioni e delle indennità garantite dall’Istituto <strong>di</strong> previdenza sociale. I carabinieri<br />
denunciarono i tre impren<strong>di</strong>tori della cooperativa agricola <strong>di</strong> Surbo ma anche i 246 falsi braccianti<br />
residenti non solo a Surbo, ma anche a Squinzano, Calimera, Vernole, Cavallino, Copertino,<br />
Trepuzzi, Lecce, Nardò, Campi, San Cesario e Lizzanello. Alcuni falsi braccianti erano residenti<br />
anche a Torchiarolo. L’indagine fu svolta dai carabinieri del Nil che opera presso la <strong>di</strong>rezione<br />
provinciale del Lavoro <strong>di</strong> Brin<strong>di</strong>si.<br />
27 luglio - Bloccati i lavori per la costruzione <strong>di</strong> un complesso agrituristico nella zona dei laghi<br />
Alimini <strong>di</strong> Otranto. I sigilli furono messi la mattina del 27 luglio dalla Forestale della stazione <strong>di</strong><br />
Otranto: erano stati sbancati 17mila metri quadrati <strong>di</strong> macchia me<strong>di</strong>terranea usando anche un<br />
<strong>di</strong>serbante ‘secca tutto’ per impe<strong>di</strong>re <strong>di</strong> germogliare alle ra<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> quercia spinosa, lentisco, fillirea,<br />
corbezzolo e <strong>di</strong> altre piante. Tra gli indagati dal provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> sequestro urgente: Antonio<br />
Miglietta, 49 anni, originario <strong>di</strong> Casagiove (in provincia <strong>di</strong> Caserta) e residente a Lecce,<br />
amministratore della ‘Agricola Agrisud’ che ottenne i permessi per costruire il complesso<br />
agrituristico nelle campagne <strong>di</strong> contrada ‘Donna Rosa’. L’ingegnere Graziano Calogiuri, 42 anni, <strong>di</strong><br />
Lizzanello, <strong>di</strong>rettore dei lavori e firmatario della relazione tecnica presentata al <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Otranto<br />
per ottenere i permessi. Ed il costruttore Pasquale Rollo, <strong>di</strong> Lecce. Risponderanno tutti <strong>di</strong> concorso<br />
in falso e <strong>di</strong> abuso e<strong>di</strong>lizio, nonché <strong>di</strong> aver indotto in errore il <strong>Comune</strong> <strong>di</strong> Otranto: le foto presentate<br />
con il progetto non erano state lo specchio della realtà <strong>di</strong> quella contrada degli Alimini, perché<br />
scattate dopo aver raso al suolo la vegetazione e con l’accortezza <strong>di</strong> non far intravedere ciò che era<br />
restato delle ra<strong>di</strong>ci. E tanto meno la relazione dell’ingegnere Calogiuri sarebbe stata fedele. Il<br />
<strong>di</strong>sboscamento effettuato serviva per attenere il permesso <strong>di</strong> costruire.<br />
6 agosto - Una villa abusiva <strong>di</strong> 250 metri quadrati immersa nel verde selvaggio e negli oliveti del<br />
Basso Salento e a <strong>di</strong>ci chilometri dal mare. La scoprirono e sequestrarono i finanzieri della tenenza<br />
<strong>di</strong> Castrano, durante i sopralluoghi nelle campagne per verificare se gli e<strong>di</strong>fici in costruzione nelle<br />
campagne erano dotati delle autorizzazioni. Non era questo il caso della villa in costruzione nelle<br />
campagne <strong>di</strong> Taurisano: sette vani più accessori, oltre ad un seminterrato <strong>di</strong> 100 metri quadrati<br />
benché priva <strong>di</strong> permesso <strong>di</strong> costruire. Mai rilasciato ma nemmeno richiesto. Dagli accertamenti<br />
fatti in <strong>Comune</strong> risultò una vecchia richiesta <strong>di</strong> condono e<strong>di</strong>lizio ma riguardava un’abitazione con<br />
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