Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia
Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia
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camaldoli<br />
il tempo è lo specchio<br />
del guardarsi dentro<br />
il muscolo del duplice pensiero<br />
della mente che crede, da un pavimento all’altro<br />
al chiaroscuro del giovane e del vecchio<br />
piegarsi, ritrovarsi<br />
in un’unica illusione di vedersi fuori<br />
e immaginarsi<br />
lo spazio della sua concentrazione<br />
lo strazio del volersi uniti<br />
e inabissarsi<br />
nel profondo del secchio,<br />
intorpiditi.<br />
cammeo<br />
una strana bellezza t’incantò<br />
madre della repressione e della cura,<br />
nella dura nevrosi<br />
dell’altezza: passò<br />
logorata dai perché la follia<br />
dell’amore, psicosi<br />
della malattia, infervorata<br />
contro lo sfottò della scelleratezza.<br />
la gioia deviata della gelosia<br />
ti attraversò, come una cupa angoscia<br />
d’allegria e la magrezza<br />
ti segnò la corsa: un canto,<br />
per schivare la paura.<br />
polisindeto<br />
i lampioni sono mare,<br />
nella mente inumidita,<br />
lampare di strada dove neri pescatori<br />
si spiano nei gesti della notte.<br />
la voce è sabbia. la consistenza inutile del vento<br />
in una notte di false profezie<br />
è pane diventato pioggia.<br />
non c’è silenzio, ma un suono a intermittenza,<br />
dolore afono<br />
che raschia la gola del futuro