Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia

Da Come a beato confine
Io fatica e migra
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pur fidandosi
all’incantevole computo dei ruoli
io talvolta sfibra
confonde orto e selva
sgravando così la parte
dal suo più crudo inverno
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nell’assurdo che crepa
l’ostia e il tempo, io s’invena
come topo in fuga nei sifoni
pregando nella corsa l’ombra
e l’infanzia che riluce
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io salva
all’inguine e alla lingua
la giustezza delle carni
il cedevole lo sposta invece
nella vena aperta dalla voce