Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia
Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia
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*<br />
Una parola che rispecchi<br />
nell’amore<br />
quei profili che per altri<br />
altri ci han lasciato.<br />
Discendenze<br />
boschive e di uomini<br />
schivi alla lente del giorno.<br />
Le inevitabili allusioni sono il merito<br />
dei luoghi necessari, degli inverni<br />
ospitali e in noi stessi fraterni..<br />
Ora amati e accoglienti<br />
nel volto di un figlio.<br />
<strong>II</strong><br />
Cedere in silenzio fino a eccedere<br />
nel silenzio dell’alba. Convertirsi<br />
alla luce e della luce convertire<br />
con coraggio, con pietà le sue radici.<br />
Le sue monete d’oro e d’ombra.<br />
Custodirne l’alimento<br />
nel visibile dominio che protegge<br />
l’ostinata carità di questa carta.<br />
*<br />
Ho bisogno di nomi.<br />
Di uomini e di strade che scommettano<br />
sul cuore dell’oceano.<br />
La grandine le femmine gli aironi<br />
si perpetuano negli anni<br />
verso il Frejus: si allineano<br />
tra i gas nel sortilegio<br />
di spartirsi come il pane con giustizia.<br />
*<br />
Questa carta è un confine possibile,<br />
un argine all’odio.<br />
Della fede nei giorni è compagna.<br />
Questa carne è un confine<br />
terreno,<br />
nell’acqua dell’alba.<br />
(Nel suo moto essenziale riscopro così<br />
la giustizia e la sete). Risorsa<br />
del corpo nel cauto alternarsi<br />
del cielo, tra gli aceri e il Neckar.