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Francesco Marotta, Scritture II, 2007 - Biagio Cepollaro, poesia

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Su Massimo Orgiazzi<br />

Non conoscevo molto bene le poesie e la poetica di Massimo. Davvero notevoli questi versi.<br />

Piacevole sorpresa di conoscere un “nuovo poeta”, secondo me, molto interessante. Penso sarà una<br />

raccolta importante! Complimenti a <strong>Francesco</strong> per la scelta.<br />

(Luca Ariano)<br />

Massimo Orgiazzi è poeta di assoluto valore, per quanto mi riguarda, e spero che si decida a<br />

pubblicare presto il suo primo libro. Ci sarà veramente molto da leggere, te lo assicuro. Ti dico solo<br />

che ho sotto mano, da un po’ di tempo, una sua piccola silloge che ritengo una delle cose più belle e<br />

interessanti che ho avuto modo di leggere negli ultimi due anni.<br />

(<strong>Francesco</strong> <strong>Marotta</strong>)<br />

Che dirvi: grazie per quanto avete scritto. <strong>Francesco</strong>, non posso che tornare a ringraziarti,<br />

soprattutto per la fiducia che porti nei miei confronti, cosa che per un rapporto tra persone come c’è<br />

tra noi, con la stima che ne sento, è cosa molto importante per tutto il mio possibile percorso e<br />

dedizione nella scrittura. Non sembra, ma conta anche e soprattutto questo: raccogliere un motivo,<br />

un’ispirazione: di più, la ragione per un entusiasmo che non va lasciato spegnere, per il valore, il<br />

calore che promana. Mi auguro di arrivare a pubblicare davvero questa raccolta. Ancora un grazie<br />

sincero.<br />

(Massimo Orgiazzi)<br />

Una <strong>poesia</strong> non esibita, ma di materia - e tessuto - molto densi.<br />

(Giorgio Morale)<br />

La tua <strong>poesia</strong> è come il mazzo di carte e la briscola che si gioca in un tuo componimento: familiare,<br />

domestica, ma poi cala l’asso, il lampo, come un agente atmosferico, un fenomeno naturale (noto<br />

anche una certa attenzione alla tua terra, nelle descrizioni).<br />

“Ciò che resta, è l’attimo in cui anche la tenebra diventa chiarore”.<br />

(Luigi Metropoli)<br />

“Questa notte sei stata dove parole<br />

dimenticate morte<br />

hanno un nuovo nome”.<br />

un cammino fatto anche insieme per cercare quello che non si vede, sepolto dalla banalità di tutto<br />

ciò che è contro la vita, così come la si scorge da un’altra prospettiva, al di là della corteccia dei<br />

luoghi comuni, dell’ossessivo ritornello dei media, dell’inganno dei politici, della deriva delle<br />

ideologie: un nuovo nome, per ridare finalmente fiato a qualcosa che vale la pena di cantare.<br />

(Fabrizio Centofanti)

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