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to a favore della Chiesa
ortodossa del Patriarcato di
Mosca - ha incontrato il 21
aprile scorso i rappresentanti
di tutte le Chiese ucraine
(All-Ukrainian Council of
Churches and Religious
Organizations, cui aderiscono
anche musulmani, luterani,
ortodossi e cattolici). Su
richiesta del Consiglio d’Europa
ha discusso dell’opportunità
di modificare in senso
estensivo la legge sulla libertà
di coscienza e di religione,
adottata dal parlamento nell’aprile
del 1991 agli albori dell’indipendenza
da Mosca. Ma le
sue parole non sono bastate a rassicurare
i capi religiosi che preferirebbero
non mutare la legge.
«Esistono minacce alla libertà di fede
nel senso di veder favorita una denominazione
piuttosto che un’altra o di
veder aumentata l’influenza governativa,
inclusa quella fiscale, della sfera
religiosa del Paese» scrive l’Istituto per
la Libertà religiosa di Kiev.
DEFICIT DI DEMOCRAZIA E RISCHI
DI UN NUOVO 1989
Ma quello confessionale non è l’unico
tasto sensibile per la società civile
ucraina: vari istituti di ricerca trovano
che il livello di democraticità dell’ex
repubblica sovietica lasci ancora molto
a desiderare.
Anzi peggiora, secondo gli analisti della
Ong americana Freedom House.
Così l’Ucraina è stata declassata già
qualche tempo fa da democratica a
‘parzialmente democratica’: il deficit
di libertà è elevato e il tasso di democraticità
è sceso nel 2011 a 4,61 punti,
su una scala di valori che va da uno a
sette (dove sette è il punteggio più
basso).
Freedom House ha azzardato anche un
parallelismo tra i corrotti regimi arabi
in disfacimento e gli attuali governi
post-sovietici ancora fedeli a Mosca.
Lasciando intravedere la possibilità di
un nuovo 1989.
Si sente il bisogno di «significative
riforme», tanto più che «i regimi stanno
andando nella direzione sbagliata e
corrono il rischio di condividere il
destino delle loro controparti in Egitto,
Tunisia e Siria», si legge in un
report del 2011.
Il quadro politico anche in Ucraina in
effetti riassume l’iter di una presidenza
travagliata con l’affermarsi di una
compagine politica discutibile, supportata
da uno scarsissimo consenso
popolare. Da quando ha raggiunto
Nell’Ucraina che cambia
l’indipendenza dall’Unione Sovietica
nel 1991, l’Ucraina ha tenuto cinque
elezioni presidenziali (l’ultima nel
2010) e cinque parlamentari (l’ultima
nel 2007). L’ultima nel febbraio del
2010 si è conclusa con la vittoria dell’ex
primo ministro Viktor Yanukovich,
la cui precedente vittoria nel 2004 era
naufragata a causa delle accuse di frode
e per l’avvio delle proteste popolari,
sfociate poi nella nota Rivoluzione
Arancione. In quell’occasione la Corte
Suprema era stata costretta ad invalidare
i risultati. E la Timoshenko era
diventata premier.
Poi nel corso del suo nuovo incarico
Yanukovich ha ribaltato molte delle
riforme costituzionali approvate nel
2004, riportando indietro il Paese di
qualche anno.
AREA DI LIBERO SCAMBIO
E APERTURE AD OVEST
Queste evidenti falle nel sistema
democratico potrebbero essere forse
ridimensionate se l’Ucraina deci- »
A sinistra
L’attuale presidente ucraino Victor
Yanukovich.
Sopra:
I sostenitori dell’ex premier Julia
Timoshenko manifestano in piazza.
POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011
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