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popoli e missione sett-ott.pdf

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VATICANO<br />

AIDS, al Sud<br />

del mondo<br />

servono<br />

antiretrovirali<br />

«L’<br />

accesso alle terapie antiretrovirali continua ad<br />

essere fuori della portata di molti dei Paesi più<br />

poveri e deboli. Nei Paesi di medio e basso salario, circa<br />

15 milioni di persone convivono con l’Hiv o con<br />

l’Aids ma soltanto poco più di 5 milioni hanno accesso<br />

ai farmaci salva vita di cui necessitano»: è sulle iniquità<br />

dell’accesso alle cure che ha voluto insistere la<br />

delegazione del Vaticano all’incontro convocato dall’Assemblea<br />

generale dell’Onu. Un appuntamento<br />

organizzato a 30 anni dalla scoperta del virus da immunodeficienza umana (Hiv)<br />

all’origine della malattia che colpisce circa 33 milioni di persone. La Chiesa cattolica<br />

è molto attiva nell’assistenza alle persone colpite dal virus, in particolare nel Sud<br />

del mondo. Monsignor Francis Assisi Chullikatt, Osservatore permanente della<br />

Santa Sede all’Onu, aveva definito l’Aids «una delle più grandi tragedie dei nostri<br />

tempi» e s<strong>ott</strong>olineato che le persone colpite sono «parte della famiglia umana».<br />

Monsignor Chullikatt ha ricordato che non solo la Chiesa si è impegnata nell’assistenza,<br />

ma anche nella ricerca di risposte all’emergenza che fossero basate su valori.<br />

Un impegno coronato da successi, soprattutto in Africa, grazie a programmi<br />

basati sull’esclusione di comportamenti a rischio e basate sulla dignità della persona.<br />

Capi di stato, gruppi della società civile, organizzazioni di l<strong>ott</strong>a contro l’Aids e<br />

attivisti di una trentina di Paesi hanno preso parte ai tre giorni di lavoro della conferenza<br />

a New York. La dichiarazione finale,<br />

approvata in conclusione, prevede l’intento di<br />

raddoppiare il numero di pazienti curati con<br />

antiretrovirali entro il 2015, per arrivare a raggiungere<br />

la soglia di 15 milioni di persone.<br />

L’impegno è anche quello di sradicare la tras<strong>missione</strong><br />

del virus da madre a figlio, di<br />

dimezzare i decessi di malati affetti anche da<br />

tubercolosi e di aumentare le misure preventive<br />

per le popolazioni più vulnerabili. (Misna)<br />

COREA<br />

Una messa per il dialogo<br />

O ltre<br />

20mila cattolici sudcoreani hanno partecipato alla messa per la pace<br />

organizzata dalla Conferenza episcopale del Sud. La funzione ha avuto lo<br />

scopo principale di «chiedere la fine delle ostilità che stanno dividendo ancora di<br />

più la penisola coreana». La messa è stata la prima di questo tipo degli ultimi <strong>ott</strong>o<br />

anni: fra i presenti anche il ministro per l’Unificazione di Seoul, Hyun In-take.<br />

Parlando ai fedeli riuniti presso la zona demilitarizzata, al confine con il Nord, il<br />

vescovo di Chunchon, Luca KimWoon-hoe ha detto: «Stiamo affrontando la crisi<br />

peggiore mai verificatasi dalla divisione della Corea. Dobbiamo riprendere il dialogo<br />

e gli scambi intercoreani, per superare la fase della sfida militare. Dobbiamo<br />

tornare a rispettarci l’un l’altro». La messa si è chiusa con un lungo applauso.<br />

Il presule, presidente della Com<strong>missione</strong> episcopale per la riconciliazione del<br />

popolo coreano, aggiunge anche: il compito dei cattolici del Sud «è pensare a quei<br />

fratelli al di là del confine che vengono lasciati morire di fame. Abbiamo bisogno<br />

non di una politica passiva di sopportazione, ma di un atteggiamento attivo. Non<br />

dobbiamo mai scordarci che siamo apostoli di pace». (Asianews)<br />

Notizie nel cas<strong>sett</strong>o<br />

FILIPPINE<br />

Mindanao:<br />

raccolta per<br />

musulmani poveri<br />

P er<br />

rinsaldare il dialogo islamo- cristiano,<br />

i giovani del movimento di Silsilah<br />

hanno organizzato una raccolta di giocattoli<br />

e vestiti per 80 bambini musulmani della<br />

piccola isola di Saint Cruz al largo di Zamboanga<br />

(Mindanao). L’iniziativa rientra nel<br />

programma del Silpeace, che ogni anno<br />

coinvolge giovani cristiani e musulmani in<br />

seminari e attività caritatevoli nelle aree più<br />

povere della regione a maggioranza islamica.<br />

Vanessa Andico, coordinatrice del programma,<br />

spiega che i giovani hanno impiegato<br />

una <strong>sett</strong>imana per raccogliere fra la<br />

popolazione di Zamboanga vestiti e giocattoli<br />

donati da persone caritatevoli di<br />

entrambe le fedi. Grazie a questa iniziativa<br />

la popolazione sa di non essere isolata dal<br />

mondo e i giovani volontari del Silpeace<br />

hanno la possibilità di vivere un’esperienza<br />

di amicizia e carità.<br />

Fondato da padre Sebastiano D’Ambra<br />

(Pime), Silsilah propone da oltre 20 anni<br />

progetti e iniziative come la Conferenza<br />

dei vescovi e degli ulema (Bishop ulema<br />

forum) e corsi di formazione per giovani<br />

cristiani e musulmani. In questi anni il<br />

movimento è divenuto un punto di riferimento<br />

per la riconciliazione in atto fra<br />

governo filippino e ribelli islamici Moro.<br />

(Asianews)<br />

POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />

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