popoli e missione sett-ott.pdf
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possiamo continuare con i vecchi schemi<br />
di etnia, cultura o geografia per definire<br />
la <strong>missione</strong>. Anche l’insistenza sulla<br />
“nuova evangelizzazione” in Europa –<br />
ben descritta da Giovanni Paolo II nella<br />
Redemptoris Missio – può creare equivoci<br />
se non si riflette sulla <strong>missione</strong> della<br />
Chiesa come fu fin dalle origini, ossia<br />
semplicemente l’offerta del Vangelo alla<br />
libertà dell’uomo in ogni angolo del<br />
mondo».<br />
Come deve calibrare la Chiesa il suo<br />
impegno istituzionale di fronte a questi<br />
scenari in trasformazione?<br />
«La maturazione di una diffusa mentalità<br />
missionaria ha bisogno di una cultura<br />
corrispondente che può nascere solo da<br />
percorsi di comunione, evitando di mortificare<br />
la profezia ma anche di produrre<br />
nuovi moralismi e coniugando carisma<br />
NELLA FOTO: In <strong>missione</strong> a sostegno delle famiglie in Papua Nuova Guinea.<br />
e istituzione. Per fare questo occorre<br />
correggere le visioni distorte della <strong>missione</strong><br />
(proselitismo, assistenzialismo,<br />
efficientismo, neocolonialismo, unilateralità)<br />
e tornare con lo sguardo a Gesù e<br />
al suo modo di evangelizzare. Un cammino<br />
di questo tipo non può essere fatto<br />
da soli e va sollecitato a tutti i soggetti<br />
della <strong>missione</strong>, a partire dalla Chiesa<br />
locale. È quanto promuoviamo anche a<br />
livello nazionale nell’ambito di Missio».<br />
Quale indicazione ci viene dalla Giornata<br />
Missionaria Mondiale che ha<br />
come slogan “Testimoni di Dio”?<br />
«Ci troviamo di fronte a una fase critica<br />
per la Chiesa e il mondo missionario:<br />
negli ultimi tempi siamo stati amareggiati<br />
da alcune vere e proprie “controtestimonianze”.<br />
Resta però una verità di<br />
fondo: i missionari sono i testimoni di<br />
D O S S I E R<br />
Dio, con le loro opere, le parole, la vita,<br />
la vocazione, la dedizione. Nessuno tuttavia<br />
è veramente “testimone di Dio” se<br />
non s<strong>ott</strong>olinea la provenienza della sua<br />
scelta proprio e solo da Dio, il Dio della<br />
misericordia e dell’amore che vuole la<br />
salvezza di ogni uomo. I missionari non<br />
devono presentare il proprio volto a<br />
coloro a cui vanno ad annunciare il Vangelo,<br />
ma il volto di Cristo e l’abbraccio<br />
del Padre. Se non l’hanno sperimentato<br />
per primi essi stessi, tante loro azioni<br />
saranno forse meritevoli per la storia ma<br />
poco efficaci per quanto riguarda il cammino<br />
del Vangelo. Infine ricordiamo che<br />
essere testimoni di Dio è il compito di<br />
ogni battezzato. Che si parta o no per<br />
terre lontane, ciò che risuona presso il<br />
cuore di Dio non sono le grandi opere,<br />
ma l’umile testimonianza di ogni battezzato».<br />
POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />
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