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popoli e missione sett-ott.pdf

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isognosi. Significa concentrazione<br />

su sé stessi e sulle proprie pretese,<br />

che si impongono sugli altri,<br />

ambizione e ricerca di ruoli e<br />

posti da occupare. Quindi divisione<br />

e contrapposizione.<br />

Soprattutto, mancanza di unità<br />

significa uno scarso senso del proprio<br />

bisogno del Signore e degli<br />

altri, un individualismo esasperato<br />

che porta a vivere senza gli altri,<br />

un orgoglio di gente che si crede<br />

sicura di sé e disprezza o giudica<br />

gli altri. Si fa da maestri, magari<br />

solo nel proprio cuore, mentre si è<br />

poco figli, gente che ascolta il<br />

Signore anziché se stessa e si lascia<br />

guidare da Lui.<br />

L’apostolo Paolo aveva consapevolezza<br />

di questo pericolo che correvano<br />

le sue comunità. Nella prima<br />

lettera ai Corinzi ne parla chiaramente:<br />

«Vi esorto pertanto, fratelli,<br />

per il nome del Signore nostro<br />

Gesù Cristo, a essere tutti unanimi<br />

nel parlare, perché non vi sia-<br />

no divisioni tra voi, ma siate in<br />

perfetta unione di pensiero e di<br />

sentire. Infatti a vostro riguardo,<br />

fratelli, mi è stato segnalato dai<br />

familiari di Cloe che tra voi vi<br />

sono discordie. Mi riferisco al fatto<br />

che ciascuno di voi dice: ‘Io<br />

sono di Paolo’, ‘Io invece sono di<br />

Apollo’, ‘Io invece di Cefa’, ‘E io<br />

di Cristo’. È forse diviso il Cristo?<br />

Paolo è stato forse crocifisso<br />

per voi? O siete<br />

stati battezzati nel nome<br />

di Paolo?» (1,10-13).<br />

Le divisioni mettono in<br />

discussione radicalmente<br />

la vita della comunità e<br />

il suo stesso fondamento<br />

evangelico. Paolo risponde<br />

a questa situazione<br />

difficile in tutta la lettera,<br />

anche affrontando<br />

situazioni concrete che<br />

avevano portato alla<br />

divisione, come nel capitolo<br />

dieci la questione<br />

dei pasti sacri. Tuttavia è<br />

in particolare nel capitolo<br />

12, quando egli affronta il problema<br />

dei doni spirituali e dei carismi,<br />

che Paolo offre una visione<br />

concreta e insieme profonda dell’unità<br />

della Chiesa.<br />

Qual è la risposta alla diversità<br />

umana, ma anche alla diversità dei<br />

doni e dei ministeri che noi stessi<br />

abbiamo ricevuto da Dio. È il ben<br />

noto brano della Chiesa come un<br />

corpo. Il parlare dell’apostolo è<br />

concreto. Quando in 1 Cor. 12,<br />

Paolo parla della necessità di formare<br />

un unico corpo, non si riferisce<br />

a una prospettiva ideale, ma<br />

reale e concreta.<br />

INSERTO PUM<br />

Il problema di Corinto era l’unità<br />

del corpo, la comunione tra membra<br />

diverse, tra etnie diverse, tra<br />

gente la più differente come origine<br />

sociale e cultura. C’erano militari<br />

e schiavi, commercianti, ebrei,<br />

greci. Dobbiamo abituarci a vedere<br />

oltre queste belle immagini della<br />

prima lettera ai Corinzi la realtà<br />

della comunità. Dio stesso ha<br />

disposto «le membra del corpo in<br />

modo distinto», ma nessuna parte<br />

del corpo può dire di essere autosufficiente<br />

e di non avere bisogno<br />

delle altre parti. Se una mano, una<br />

testa, un occhio dice alle altre<br />

membra: «Non ho bisogno di te»,<br />

quella parte si inaridisce e muore.<br />

Sì, talvolta le comunità si inaridiscono,<br />

e persino si estinguono,<br />

perché ognuno vive per stesso,<br />

come se gli altri non esistessero.<br />

«Dio ha disposto il corpo conferendo<br />

maggiore onore a ciò che<br />

non ne ha, perché nel corpo non<br />

vi sia divisione, ma anzi le varie<br />

membra abbiano cura le une delle<br />

altre. Quindi se un membro soffre,<br />

tutte le membra soffrono<br />

insieme; e se un membro è onorato,<br />

tutte le membra gioiscono con<br />

lui. Ora voi siete corpo di Cristo<br />

e, ognuno secondo la propria parte,<br />

sue membra» (12,24-27).<br />

Viviamo come un corpo, un noi,<br />

un’unità di gente diversa, perché<br />

gli altri vedendo come ci amiamo,<br />

siano conquistati alla fede nel<br />

Signore nostro Gesù Cristo. Così<br />

la Chiesa, e ogni nostra comunità,<br />

potrà davvero essere «sacramento<br />

dell’unità di tutto il genere umano»,<br />

come ha scritto il Concilio<br />

Vaticano II (LG 1).<br />

POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />

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