popoli e missione sett-ott.pdf
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stante controlli e censure. Così la BBC tratteggia il profilo<br />
della Cina, cercando di sintetizzare il suo potere economico<br />
in continua espansione. Ma è lo stesso network britannico<br />
a evidenziare le contraddizioni: «La disparità economica<br />
fra la Cina urbana e i suoi hinterland rurali è tra le<br />
più alte al mondo. Negli ultimi decenni molti poveri abitanti<br />
delle campagne si sono riversati nelle città orientali,<br />
che hanno giovato di un boom edilizio. Un malcontento<br />
sociale si manifesta in proteste di contadini e operai. La<br />
corruzione, che affligge ogni livello della società, è un problema<br />
urgente da risolvere».<br />
La Repubblica Popolare, in bilico fra Nord e Sud del mondo,<br />
è anche il membro più importante dei Brics, l’acronimo<br />
coniato nel 2001 da Jim O’ Neill, guru di Goldman Sachs, e<br />
che poi si è trasformato in un gruppo effettivo di cinque<br />
nazioni che stringono accordi fra loro: Brasile, Russia,<br />
India, Cina e da qualche mese anche il Sudafrica. Si tratta<br />
di alcune fra le più importanti potenze emergenti, che rappresentano<br />
un quarto del territorio globale e oltre il 40%<br />
della sua popolazione.<br />
CINA, LUCI E OMBRE<br />
Ma quanto cresce la Cina? Sono in molti a domandarselo,<br />
soprattutto all’interno dei più autorevoli giornali economici,<br />
ora che Pechino deve fare i conti con un Indice dei<br />
Prezzi al Consumo, il maggior indicatore dell’inflazione,<br />
del 6,4% (a giugno scorso). I prezzi degli alimenti (in particolare<br />
del maiale, componente base della dieta) e di altri<br />
beni continuano ad aumentare, ma l’agenzia di stampa<br />
statale Xinhua cerca di tranquillizzare riportando che la<br />
banca centrale ha finora aumentato i tassi di interesse per<br />
tre volte nella prima metà del 2011. Lo sviluppo cinese non<br />
è una strada senza ostacoli, ma un collasso sarebbe improbabile.<br />
Lo dice l’inviato dell’Economist, che si firma R.A.,<br />
dopo due <strong>sett</strong>imane di viaggio: «I fondamenti dell’economia<br />
cinese sono più resistenti di quanto gli americani credano».<br />
A preoccupare sono appunto l’inflazione e i problemi<br />
strutturali: l’imprenditoria privata che sta crescendo, ma<br />
non sempre coincide con gli obiettivi del partito unico al<br />
potere. Secondo il reporter non ci sarebbe inoltre un piano<br />
di difesa per un’eventuale futura recessione che avviene<br />
in ogni ciclo economico, ma gran parte dei cinesi resteranno<br />
convinti che quella tracciata dal governo sia una via<br />
verso la prosperità. R.A. spiega così il boom edilizio: «I<br />
lavoratori stanno comprando nuove abitazioni o veicoli,<br />
ricorrendo però ai risparmi, non all’indebitamento. Sarebbe<br />
sbagliato sostenere che il mercato degli immobili opera<br />
allo stesso modo di quello americano e presenta le stesse<br />
vulnerabilità».<br />
Per il giornalista, il <strong>sett</strong>ore manifatturiero continua a essere<br />
importantissimo, malgrado la de-industrializzazione in<br />
atto sulle coste. Esso, tuttavia, non riesce ad assorbire tutta<br />
l’immensa forza lavoro disponibile, vero carburante della<br />
locomotiva cinese, che dunque viene impiegata in servizi<br />
di ogni tipo.<br />
BBC news, invece, preferisce evidenziare i lati oscuri di<br />
questa crescita grazie a un’analisi di Damian Tobin, studioso<br />
della School of Oriental and African Studies : «L’emergere<br />
di una classe media, associata ad alti livelli di risparmi<br />
individuali e bassi livelli di debito, offre una prova<br />
seducente del nuovo benessere cinese. Tuttavia, dietro<br />
questi titoli, è evidente che se la crescita economica ha<br />
creato vasta ricchezza per alcuni, ha anche amplificato le<br />
disparità fra ricchi e poveri».<br />
La distribuzione della ricchezza è diseguale soprattutto fra<br />
campagne e città: «Il gap – continua Tobin – è cresciuto<br />
continuamente dal 1978». E poi insiste: «Persino dopo »<br />
Nella foto:<br />
Lavoratrici presso un’industria<br />
calzaturiera nella provincia di Jiangxi.<br />
POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />
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