popoli e missione sett-ott.pdf
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donne<br />
che vivono<br />
per sempre<br />
dovrebbero esserci dubbi: siamo stati<br />
scelti per amore al fine di continuare<br />
nella storia la testimonianza che Gesù<br />
ha reso al Padre.<br />
‘Testimoni di Dio’ dice allora l’identità<br />
dei cristiani e il centro della <strong>missione</strong><br />
che è loro affidata. Tuttavia ‘testimone’<br />
è il nome di una relazione, dove<br />
colui che si rende disponibile a testimoniare<br />
sa di essere chiamato a mettere<br />
in primo piano non se stesso bensì<br />
colui che testimonia. Insomma nella<br />
frase ‘Testimoni di Dio’ l’accento<br />
deve cadere su Dio, non sul testimone.<br />
È questo che caratterizza<br />
il testimone cristiano in quanto<br />
la sua parola e la sua esistenza<br />
rimanda ad un Altro.<br />
E qui siamo richiamati a un<br />
secondo elemento di riflessione:<br />
la nostra testimonianza<br />
vuole attirare l’attenzione<br />
su di noi, cioè prima<br />
di tutto e soprattutto<br />
sulla Chiesa, oppure su<br />
Dio? Anche quando il testimone<br />
fosse chiamato a<br />
imprese grandiose, la sua<br />
testimonianza resterebbe<br />
un rimando al suo Maestro e<br />
Signore. Altrimenti non<br />
sarebbe testimonianza cristiana.<br />
Ma se la testimonianza è un<br />
rimando al volto di Dio, quale<br />
volto la <strong>missione</strong> cristiana deve testimoniare<br />
al mondo? Senz’altro il volto<br />
Testimoni di Dio: non solo uno slogan<br />
di un Padre, che per amore si fa povero,<br />
servo, umile, paziente e misericordioso.<br />
Immensamente, incomprensibilmente,<br />
meravigliosamente misericordioso. I<br />
testimoni di questo Padre non potranno<br />
che riconoscersi figli nel Figlio<br />
Gesù, grati di essere stati accolti senza<br />
merito e impegnati ad annunciare<br />
a tutti la fraternità universale alla<br />
quale siamo da sempre destinati. E se<br />
per questo annuncio di amore dovessimo<br />
essere odiati e alla fine perfino<br />
uccisi, rinunceremo a qualsiasi vendetta<br />
morendo con parole di perdono<br />
sulle labbra, quelle stesse imparate da<br />
Gesù nel momento del suo dono<br />
supremo: «Padre, perdona loro perché<br />
non sanno quello che fanno» (Luca<br />
23,34).<br />
POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE- OTTOBRE 2011<br />
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