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popoli e missione sett-ott.pdf

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UNA SORGENTE PER DIO<br />

di Chiara Pellicci<br />

c.pellicci@missioitalia.it<br />

Soprattutto in questo periodo, dopo l’afa estiva, il paesaggio delle dolci colline<br />

intorno al Lago di Tiberiade sembra assolutamente brullo. Certo, non mancano<br />

le intensive coltivazioni israeliane a palmeti e altri alberi da frutto, ma guardando il<br />

paesaggio nel suo insieme, oltre le distese agricole, prevale il marrone bruciato dal<br />

sole. Di luogo desertico parla anche il Vangelo, che ambienta proprio qui l’episodio<br />

della moltiplicazione dei pani e dei pesci (vedi Mt 14, 13-15).<br />

Ma un pellegrino attento, che non si accontenta di fermarsi all’apparenza, in quest’area<br />

può scorgere la sorpresa di un particolare: una sorgente dall’acqua che sgorga<br />

rigogliosa a pochi passi dalla riva del lago, in un luogo oggi chiamato Tabga.<br />

Nell’arsura del paesaggio, ecco un angolo che dona vita e trasforma il deserto in<br />

un’area verde e rigogliosa. Sembra un’anomalia della natura, eppure già all’epoca di<br />

Gesù qui c’era questa sorgente. Il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci,<br />

infatti, oltre a descrivere un luogo desertico, parla anche di “erba verde”: si precisa,<br />

infatti, che la folla fu fatta sedere a gruppetti su un manto erboso (vedi Mc 6, 39).<br />

Particolare strano in un ambiente arido, a meno che non ci sia una sorgente che<br />

garantisca abbondanza d’acqua.<br />

Oggi come allora il paesaggio è rimasto quello: un angolo di vegetazione rigogliosa<br />

in un luogo desertico, grazie alla presenza di una fonte. Il parallelo storico è confermato<br />

da numerosi studi archeologici: al tempo di Gesù, il luogo in cui oggi sgorga la<br />

sorgente custodita nel giardino delle Suore francescane missionarie del Cuore immacolato<br />

di Maria, era chiamato Ma-Gadan, cioè “acque di fortuna” e gli studiosi hanno<br />

appurato che le sorgenti che rendevano verde il luogo arido erano ben <strong>sett</strong>e, tanto<br />

che in alcuni documenti storici l’area viene definita in greco “Heptapegon”, cioè delle<br />

<strong>sett</strong>e sorgenti.<br />

Ma l’autenticità del luogo non è garantita solo dalla presenza di sorgenti e dalla corrispondenza<br />

tra oggi e duemila anni fa. È assicurata soprattutto da quanto è accaduto<br />

in due millenni di storia e da quanto è giunto fino a noi. Si deve ad una pellegrina<br />

di nome Egeria la certezza dell’ubicazione dei luoghi sacri: nel 383 d. C. visitò i luoghi<br />

di Gesù e annotò in un diario con dovizia di dettagli e particolari tutto ciò che<br />

vedeva. I suoi scritti sono stati ritrovati nei secoli successivi e hanno garantito l’autenticità<br />

e la veridicità della sacralità dei luoghi: si è infatti riscontrata una corrispondenza<br />

tra i siti che dopo secoli venivano considerati “sacri”, e pertanto venerati, e<br />

quelli che alla sua epoca, nei primi secoli dopo Cristo, erano già diventati meta di pellegrini.<br />

Proprio a Tabga Egeria descrive una roccia sulla quale Gesù aveva posato i<br />

pani, poi moltiplicati: già all’epoca era diventata l’altare di una piccola chiesa. I resti<br />

di questo luogo sacro, costruito intorno al 350 d. C., sono visibili anche oggi all’interno<br />

della chiesa attuale.<br />

Indipendentemente dalla storia, dagli edifici costruiti, poi distrutti e riedificati, la fonte<br />

di Tabga per duemila anni non ha mai smesso di garantire la sacralità di quel luogo.<br />

Anch’essa, con la semplicità dell’acqua, è stata ed è tuttora una sorgente testimone<br />

di Dio.<br />

Shalom Salam<br />

In alto:<br />

A pochi metri dalle sponde del Lago di<br />

Tiberiade sgorga la sorgente che un tempo era<br />

chiamata Ma-Gadan, cioè “acqua di fortuna”.<br />

Oggi è custodita nel giardino delle Suore<br />

francescane missionarie del Cuore immacolato<br />

di Maria a Tabga.<br />

Sopra:<br />

La fontana di Tabga in ricordo delle <strong>sett</strong>e<br />

sorgenti che rendevano verde il luogo desertico<br />

dove Gesù moltiplicò i pani e i pesci.<br />

POPOLI E MISSIONE - SETTEMBRE-OTTOBRE 2011<br />

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