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La comunicazione istituzionale e la gestione delle risorse ... - Formez

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LO HUMAN RESOURCE MANAGEMENT<br />

che voglia realizzare all’interno del<strong>la</strong> propria amministrazione un approccio di<br />

questo tipo, dovrà concentrare i propri sforzi sul<strong>la</strong> valorizzazione del<strong>la</strong> <strong>comunicazione</strong><br />

come strumento utile a favorire lo sviluppo dei rapporti interpersonali,<br />

curando con attenzione alcuni aspetti che possono originare una distorsione dell’informazione<br />

quali ad esempio: le dissonanze che si verificano tra ciò che viene<br />

detto e ciò che viene fatto, i toni utilizzati e le narrazioni.<br />

Il fine ultimo è quello di ridurre il senso di diffidenza soprattutto in quei dipendenti<br />

che si sentono iso<strong>la</strong>ti all’interno di un ingranaggio organizzativo che percepiscono<br />

come asettico e impersonale. <strong>La</strong> <strong>comunicazione</strong> servirà, dunque, a creare<br />

le basi per <strong>la</strong> nascita di un nuovo rapporto, tra organizzazione e dipendenti, basato<br />

su un sentimento di fiducia reciproco e su un rapporto di col<strong>la</strong>borazione.<br />

<strong>La</strong> mobilità si deve focalizzare oltre che sul miglioramento <strong>delle</strong> re<strong>la</strong>zioni interpersonali<br />

anche sui fattori ambientali che determinano <strong>la</strong> differente distribuzione<br />

dei dipendenti sul territorio nazionale. È stato più volte rilevato, infatti, a livello<br />

territoriale una differente distribuzione del personale tra amministrazioni del sud<br />

e del nord Italia. Si registra infatti un esubero del personale nel sud e una forte<br />

carenza nel nord. Le cause di questa differente distribuzione riguardano:<br />

• le motivazioni di carattere economico (maggiore costo del<strong>la</strong> vita al nord piuttosto<br />

che al sud);<br />

• gli aspetti socio-culturali (vicinanza al<strong>la</strong> famiglia e agli affetti che determina<br />

<strong>la</strong> mancata disponibilità al trasferimento);<br />

• i problemi re<strong>la</strong>tivi all’età (eccessiva anzianità);<br />

• i problemi di genere (le donne sono meno propense al trasferimento in re<strong>la</strong>zione<br />

al ruolo che hanno all’interno dell’economia domestica);<br />

• il sentirsi pienamente inseriti nel proprio contesto <strong>la</strong>vorativo (quindi <strong>la</strong> difficoltà<br />

a distaccarsene);<br />

• <strong>la</strong> creazione di re<strong>la</strong>zioni stabili con i colleghi d’ufficio (che porta ad un processo<br />

di nidificazione);<br />

• il sentirsi liberi dai controlli a livello <strong>la</strong>vorativo (si origina uno stato di comodo<br />

del dipendente).<br />

Il compito di un dirigente che voglia fare del<strong>la</strong> mobilità uno strumento di corretta<br />

<strong>gestione</strong> <strong>delle</strong> <strong>risorse</strong> umane, in questo caso, deve essere quello di non trascurare<br />

gli aspetti citati, ma di cercare ove sia possibile di superarli, sia attraverso<br />

l’ausilio di azioni mirate di <strong>comunicazione</strong> e informazione, che attraverso l’utilizzo<br />

degli strumenti che ha a disposizione quali: incentivi economici, ascolto,<br />

programmazione dei fabbisogni e delineazioni di obiettivi e strategie comuni. In<br />

questo modo l’organizzazione si fonderà su una cultura fatta di valori condivisi,<br />

originati non più da esperienze individuali, ma generate dagli stessi dipendenti<br />

all’interno dell’organizzazione.<br />

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