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Antonino - Michele - Nardelli

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una transizione di regime, nel quale, la sua evoluzione era governata da un campo elettromagnetico,<br />

risultante dall’interazione risonante del campo della materia e di quello elettromagnetico fluttuante<br />

nel vuoto.<br />

L’importanza dell’interazione e.m. nell’organismo umano (Palumbo 2006) è stata riconosciuta<br />

solo recentemente ed in parte dalla medicina, la cui terapia è ancora legata ai rimedi chimici.<br />

I segnali elettrici e chimici che collegano il cervello a tutte le altre parti del corpo sono trasmessi<br />

da circa cento miliardi di neuroni (cellule nervose) di molti tipi diversi. Reti di fibre nervose,<br />

chiamate dendriti, sono connesse al corpo della cellula nervosa o soma, dove è localizzato un<br />

nucleo della cellula, ed hanno il compito di ricevere il segnale da altri neuroni.<br />

Dal corpo della cellula si estende un’unica lunga fibra chiamata assone, che si occupa di<br />

trasmettere il segnale ad altri neuroni; verso la fine, essa si ramifica in strati e sottostrati, alle cui<br />

terminazioni, si trovano i terminali di trasmissione delle giunzioni sinaptiche, o sinapsi, collegati<br />

agli altri neuroni. I terminali riceventi i segnali e queste giunzioni con altre cellule possono essere<br />

trovati sia sui dendriti, sia sul corpo della cellula stessa. L’assone di un tipico neurone ha alcune<br />

migliaia di sinapsi con altri neuroni.<br />

La trasmissione di un segnale da una cellula all’altra attraverso una sinapsi è un processo<br />

chimico complesso, in cui specifiche sostanze trasmittenti sono rilasciate dalla superficie della<br />

giunzione. L’effetto è di variare il potenziale elettrico all’interno del corpo della cellula ricevente.<br />

Se questo potenziale supera una certa soglia, un impulso, o potenziale d’azione, di fissata forza e<br />

durata, si propaga lungo l’assone. In questo caso si dice che la cellula è stata accesa.<br />

L’impulso si ramifica, attraverso l’assone, verso le funzioni sinaptiche di altre cellule. Dopo<br />

essere state accese, le cellule esibiscono un tempo, chiamato periodo refrattario, prima di poter<br />

essere accese di nuovo.<br />

I neuroni sono separati gli uni dagli altri dal cosiddetto spazio sinaptico. Quando il segnale<br />

elettrico si trasmette dal corpo cellulare del neurone alla terminazione presinaptica, si determina un<br />

movimento di ioni (atomi elettricamente carichi) di calcio, che poi svolgono molte funzioni.<br />

Sin dal 1949, D. Hebb (psicologo canadese) ipotizzò che memoria ed apprendimento fossero<br />

strettamente connessi, e che un ricordo si producesse quando due neuroni, collegati fra loro, fossero<br />

contemporaneamente attivi, in modo da rafforzare la sinapsi. Nel 1973, i norvegesi Timothy Bliss e<br />

Terje Lomo confermarono l’ipotesi e verificarono sperimentalmente che i neuroni dell’ipocampo<br />

(l’area del cervello che controlla il comportamento istintivo) stabilivano connessioni più forti se<br />

stimolati da una serie di impulsi elettrici ad alta frequenza. Studi successivi hanno dimostrato che<br />

applicando, invece, stimoli a bassa frequenza negli stessi punti, si ottiene una riduzione della forza<br />

della connessione sinaptica, con la conseguente riduzione o eliminazione delle informazioni<br />

acquisite (memoria).<br />

Anche le informazioni fornite dai sensi sono la conseguenza del moto di cariche elettriche.<br />

Nell’occhio umano, colpito da una radiazione compresa nello spettro del visibile (i colori<br />

dell’arcobaleno), si genera un impulso elettrico che cambia con la composizione della radiazione, in<br />

modo che, quando questo impulso raggiunge le zone del cervello adibite alla visione, si forma una<br />

“sensazione” di colore.<br />

Recentemente, alcuni ricercatori giapponesi hanno sperimentato con successo l’impiego, su<br />

cavie, di correnti elettriche, stimolando con un elettrodo l’area tegumentale del cervello, ed il<br />

nucleo accumbens preposti alla sensazione del piacere.<br />

E’ noto da tempo l’efficace potere terapeutico del cervello. Esso è in continuo contatto con tutte<br />

le parti dell’organismo mediante le cellule neuronali, riuscendo continuamente a ristabilire eventuali<br />

squilibri localizzati, presenti in qualche parte del corpo. Lo stesso vale per il sistema immunitario.<br />

L’uguaglianza fra qualche frequenza dello spettro delle onde e.m. generato dal moto accelerato<br />

(perché parte dalla quiete) dello ione calcio e quelle sincrone esterne implica la possibilità che<br />

queste ultime le eccitino, per risonanza, e quindi potenzino le importanti funzioni dello ione calcio,<br />

con i suoi notevoli e ben noti benefici a livello cerebrale (Palumbo 2006).<br />

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