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Antonino - Michele - Nardelli

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pensiero e la scrittura. Siamo tutti più o meno capaci, senza alcuna fatica, di formulare pensieri più<br />

o meno pregevoli, pochi li traducono nella forma scritta che richiede preparazione, esercizio,<br />

concentrazione, coordinamento, verifica, etc.<br />

Queste due considerazioni indicano la necessità, per l’elevazione del pensiero e dello spirito,<br />

della continua e dura opera di purificazione praticata nella palestra culturale ed in quella dello<br />

spirito, volte a ad esercitare l’uomo all’interazione sovra-sensibile, con ciò disabituandolo e<br />

distaccandolo dagli stimoli biologici ed in misura ridotta anche da quelli intellettuali.<br />

18. Il Demiurgo<br />

Per quanto descritto nel paragrafo 3, l’orbita che descrive l’evoluzione dei fenomeni naturali è<br />

ciclica ed è caratterizzata (Palumbo 2003a) da:<br />

(i) un punto di massima stabilità, ossia di energia minima, poco sensibile all’azione delle<br />

perturbazioni esterne,<br />

(ii) una fase di stabilità, nella quale le perturbazioni esterne conducono il sistema, in<br />

crescendo, verso la fase di criticità, o di instabilità, nella quale il sistema acquista la<br />

massima energia potenziale compatibile con la sua struttura e quindi sopravvivenza. In<br />

questa fase, una perturbazione esterna può spostare istantaneamente il sistema verso il<br />

punto di massima stabilità iniziale, dopo del quale il sistema ripercorre il ciclo precedente,<br />

acquisendo però un’energia (pregio) maggiore di quello del ciclo precedente. Questa fase<br />

corrisponde alla comune evoluzione dei sistemi naturali, caratterizzata dal passaggio veloce<br />

dai valori a potenziale più alto a quelli a potenziale più basso.<br />

(iii) Nella fase di instabilità, una perturbazione esterna può anche condurre il sistema alla sua<br />

improvvisa ed imprevedibile degenerazione catastrofica, a velocità estremamente elevata.<br />

La catastrofe genera un sistema radicalmente diverso, caratterizzato da una maggiore<br />

energia (pregio) di quello precedente.<br />

La crescita del pregio (energia) nelle trasformazioni successive cicliche o catastrofiche è<br />

confermata dall’esperienza e dal principio della costanza della potenza media, tipica<br />

dell’evoluzione dei sistemi naturali (Palumbo 1997).<br />

A conferma di quanto precede, si riportano alcuni dati riguardanti l’attività documentata dei<br />

principali vulcani attivi italiani: Etna, Vesuvio e Campi Flegrei. I processi ciclici del sistema etneo<br />

attuale e quello vesuviano dal 1631 al 1944, corrispondente ad un’attività vulcanica a bocca aperta,<br />

sono caratterizzati da cicli di lunghezza crescente. Ciò corrisponde, per il principio della costanza<br />

della potenza media, ossia del rapporto fra l’energia ed il tempo, ad una maggiore energia dei cicli<br />

successivi.<br />

La stessa cosa vale per gli eventi catastrofici di chiusura dei cicli. Da 23.100 a 3.580 anni fa<br />

(19.520 anni) si sono verificate 7 eruzioni della massima intensità al Vesuvio, con una media di<br />

un’eruzione ogni 2.788 anni. A distanza di 3.659 anni, nel 79 d. C., si verificò l’ultima eruzione di<br />

pari intensità (quella di Pompei). Ai Campi Flegrei, dopo il collasso della caldera del tufo giallo<br />

napoletano (circa 12.000 anni fa), l’attività vulcanica si è sviluppata durante due periodi di tempo<br />

intervallati da un periodo di quiescenza di 4.000 anni, l’ultimo dei quali, con le eruzioni di Monte<br />

Spina, Astroni, Averno e Fossa Lupara, occorsi rispettivamente 4.000, 3750, 3700 e 3.000 anni fa.<br />

Da allora, a parte il debolissimo evento del Monte Nuovo (1538), il vulcano attraversa un periodo<br />

di dinamico riposo, con il continuo accumulo di energia.<br />

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