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La al quesito sul perché Deus Qui Caritas Est abbia permesso la sofferenza è insita nel<br />
concetto di evoluzione che caratterizza il nostro universo, unico fra gli innumerevoli altri possibili<br />
ad essere basato sul numero aureo (Palmieri 2006) e quindi addatto a generare l’uomo; un universo<br />
che si è evoluto attraverso le catastrofi (l’equivalente delle sofferenze), fino ad arrivare all’uomo:<br />
l’universo che pensa e diviene mediante la sofferenza trasmessa al suo codice genetico dal suo<br />
progenitore cosmico.<br />
Il reame “statico” degli angeli è estraneo all’universo fisico ed umano. Gli angeli non<br />
divengono, sono immortali, non perseguono alcuna finalità evolutiva e non conseguono alcun<br />
traguardo o merito ed in questo senso essi, come le divinità pagane, sono inferiori agli uomini,<br />
caratterizzati dalla possibilità di scelta fra un notevole numero di gradi di libertà. Fra le tante<br />
possibili scelte, l’uomo ha anche la possibilità di costruire una propria vita parallela, reale e felice<br />
nel reame eterno ed infinito del vuoto, una scelta che richiede all’uomo, al pari di tutti i sistemi<br />
naturali, il lavoro (la sofferenza) per il passaggio da livelli a potenziale più basso a quelli a<br />
potenziale maggiore. Da qui il significato della sofferenza, bene espresso da Francesco quando<br />
esclama: “tanto è il bene che mi aspetta che ogni mal divien diletto”.<br />
La sofferenza investirà anche l’uomo di domani, il quale non potrà essere pago, al pari del<br />
leone e della gazzella, perché sente l’ansia di un reame nel quale possa godere di una felicità<br />
dinamica ed immortale. Egli potrà accedervi passando il buio e stretto tunnel che lo condurrà dal<br />
reame della sofferenza a quello del vuoto, un tunnel analogo all’utero della mamma che gli consentì<br />
il passaggio catastrofico dal reame buio, stretto e poco ospitale del grembo materno al reame della<br />
vita illuminata dal Sole.<br />
Anche Kant, come Pericle, condiziona la felicità alla libertà. Nei sistemi naturali il concetto di<br />
felicità si può scoprire attraverso il giudizio teleologico, “che lo riconosce nella finalità delle cose<br />
della natura, considerata come fondamento della possibilità di esse come fini della natura”. In<br />
quest’ottica i gradi di libertà dei sistemi naturali sono molto ristretti.<br />
Una teoria filosofica o scientifica che riguardi l’uomo consiste nel coordinamento di tre fattori<br />
reali imprescindibili: l’energia (interna ed esterna all’uomo), l’uomo e l’interazione. Ciò realizza il<br />
con-esserci di Heidegger nel quale l’uomo è ad un tempo un sistema dell’universo costretto dalle<br />
sue leggi e la tensione di superamento delle stesse, attraverso lo svincolo dalle istanze biologiche,<br />
conseguibile mediante la conoscenza: interazione fra l’intelletto ed il fenomenico, che gli consente<br />
partecipando all’essere, livelli di maggiore soddisfazione.<br />
Questa fase costituisce un processo interno al soggetto senza proiezioni interattive con la realtà<br />
esterna ed è perciò sterile in se stessa. Essa è, però, una tappa indispensabile e propedeutica alle<br />
predette proiezioni.<br />
Soltanto la constatazione dell’incapacità dell’interazione intellettiva di spiegare le emozioni<br />
spinge l’uomo, da una parte verso la scoperta di nuovi meccanismi cerebrali e dall’altra lo induce ad<br />
ammettere l’esistenza di canali e di forme di energia (oscure) diverse da quelle finora note alla<br />
scienza.<br />
La sconfitta dell’intelletto non nega la realtà dell’inspiegata commozione (la sofferenza<br />
psichica), che esiste in quanto è concretamente sentita. La sofferenza dell’anima, al pari del cielo<br />
stellato sopra di me, ha una sconfinatezza spaziale, temporale ed energetica che limita<br />
l’investigazione intellettiva, ma prospetta all’intelletto, ad un tempo, l’immagine del vuoto: un<br />
reame armonioso di ordine, cadenze, perfezione e bellezza, descritte dalla meccanica celeste e<br />
caratterizzato da onde coerenti, come quelle dei sistemi laser e che sovrasta il caos generatore<br />
dell’incalcolabile energia della fusione nucleare che dà vita alle stelle ed alle galassie.<br />
Questo reame reale, immortale ed esterno al cielo stellato ed alla sofferenza ha generato<br />
l’universo, fornisce ad esso l’energia per poi annichilirlo, è sede di vibrazioni a frequenza elevata,<br />
in grado di (i) interagire con vibrazioni intime e vitali dell’uomo, con effetti opposti a quelli che<br />
hanno indotto la sofferenza che conducono alla distruzione, (ii) di ridestarle ed amplificarle per<br />
risonanza, in modo che, attraverso l’interazione sovra-intellettiva, l’uomo, incontrando la Fede<br />
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