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Antonino - Michele - Nardelli

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La al quesito sul perché Deus Qui Caritas Est abbia permesso la sofferenza è insita nel<br />

concetto di evoluzione che caratterizza il nostro universo, unico fra gli innumerevoli altri possibili<br />

ad essere basato sul numero aureo (Palmieri 2006) e quindi addatto a generare l’uomo; un universo<br />

che si è evoluto attraverso le catastrofi (l’equivalente delle sofferenze), fino ad arrivare all’uomo:<br />

l’universo che pensa e diviene mediante la sofferenza trasmessa al suo codice genetico dal suo<br />

progenitore cosmico.<br />

Il reame “statico” degli angeli è estraneo all’universo fisico ed umano. Gli angeli non<br />

divengono, sono immortali, non perseguono alcuna finalità evolutiva e non conseguono alcun<br />

traguardo o merito ed in questo senso essi, come le divinità pagane, sono inferiori agli uomini,<br />

caratterizzati dalla possibilità di scelta fra un notevole numero di gradi di libertà. Fra le tante<br />

possibili scelte, l’uomo ha anche la possibilità di costruire una propria vita parallela, reale e felice<br />

nel reame eterno ed infinito del vuoto, una scelta che richiede all’uomo, al pari di tutti i sistemi<br />

naturali, il lavoro (la sofferenza) per il passaggio da livelli a potenziale più basso a quelli a<br />

potenziale maggiore. Da qui il significato della sofferenza, bene espresso da Francesco quando<br />

esclama: “tanto è il bene che mi aspetta che ogni mal divien diletto”.<br />

La sofferenza investirà anche l’uomo di domani, il quale non potrà essere pago, al pari del<br />

leone e della gazzella, perché sente l’ansia di un reame nel quale possa godere di una felicità<br />

dinamica ed immortale. Egli potrà accedervi passando il buio e stretto tunnel che lo condurrà dal<br />

reame della sofferenza a quello del vuoto, un tunnel analogo all’utero della mamma che gli consentì<br />

il passaggio catastrofico dal reame buio, stretto e poco ospitale del grembo materno al reame della<br />

vita illuminata dal Sole.<br />

Anche Kant, come Pericle, condiziona la felicità alla libertà. Nei sistemi naturali il concetto di<br />

felicità si può scoprire attraverso il giudizio teleologico, “che lo riconosce nella finalità delle cose<br />

della natura, considerata come fondamento della possibilità di esse come fini della natura”. In<br />

quest’ottica i gradi di libertà dei sistemi naturali sono molto ristretti.<br />

Una teoria filosofica o scientifica che riguardi l’uomo consiste nel coordinamento di tre fattori<br />

reali imprescindibili: l’energia (interna ed esterna all’uomo), l’uomo e l’interazione. Ciò realizza il<br />

con-esserci di Heidegger nel quale l’uomo è ad un tempo un sistema dell’universo costretto dalle<br />

sue leggi e la tensione di superamento delle stesse, attraverso lo svincolo dalle istanze biologiche,<br />

conseguibile mediante la conoscenza: interazione fra l’intelletto ed il fenomenico, che gli consente<br />

partecipando all’essere, livelli di maggiore soddisfazione.<br />

Questa fase costituisce un processo interno al soggetto senza proiezioni interattive con la realtà<br />

esterna ed è perciò sterile in se stessa. Essa è, però, una tappa indispensabile e propedeutica alle<br />

predette proiezioni.<br />

Soltanto la constatazione dell’incapacità dell’interazione intellettiva di spiegare le emozioni<br />

spinge l’uomo, da una parte verso la scoperta di nuovi meccanismi cerebrali e dall’altra lo induce ad<br />

ammettere l’esistenza di canali e di forme di energia (oscure) diverse da quelle finora note alla<br />

scienza.<br />

La sconfitta dell’intelletto non nega la realtà dell’inspiegata commozione (la sofferenza<br />

psichica), che esiste in quanto è concretamente sentita. La sofferenza dell’anima, al pari del cielo<br />

stellato sopra di me, ha una sconfinatezza spaziale, temporale ed energetica che limita<br />

l’investigazione intellettiva, ma prospetta all’intelletto, ad un tempo, l’immagine del vuoto: un<br />

reame armonioso di ordine, cadenze, perfezione e bellezza, descritte dalla meccanica celeste e<br />

caratterizzato da onde coerenti, come quelle dei sistemi laser e che sovrasta il caos generatore<br />

dell’incalcolabile energia della fusione nucleare che dà vita alle stelle ed alle galassie.<br />

Questo reame reale, immortale ed esterno al cielo stellato ed alla sofferenza ha generato<br />

l’universo, fornisce ad esso l’energia per poi annichilirlo, è sede di vibrazioni a frequenza elevata,<br />

in grado di (i) interagire con vibrazioni intime e vitali dell’uomo, con effetti opposti a quelli che<br />

hanno indotto la sofferenza che conducono alla distruzione, (ii) di ridestarle ed amplificarle per<br />

risonanza, in modo che, attraverso l’interazione sovra-intellettiva, l’uomo, incontrando la Fede<br />

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