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Antonino - Michele - Nardelli

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prodotto dall’infarto del miocardio, seguito da quello delle coliche renali. All’inizio del secolo<br />

scorso, Mercalli introdusse una scala qualitativa per la misura dell’intensità dei terremoti, basata<br />

sugli effetti prodotti ed osservati. Più tardi, Richter pervenne ad una scala quantitativa che risultò<br />

poi molto correlata con quella macrosismica del Mercalli.<br />

In maniera analoga alla sismologia, oggi gli strumenti tecnologici stanno proponendo una scala<br />

quantitativa del dolore fisico, che non potrà differire da quella empirica attuale. Il dolore psichico<br />

non si vede, non si può pesare, ma non si può negarne l’esistenza. Si possono talora valutare i suoi<br />

effetti e da questi, come avviene nella fisica dei fenomeni virtuali, pervenire ad una sua valutazione,<br />

anche se per il momento soltanto qualitativa ed approssimata. Si potrebbe iniziare l’indagine<br />

riferendosi alle recenti valutazioni delle variazioni del peso corporeo, nel momento della morte.<br />

Gioia e dolore sono, pertanto, forme di energia sulla cui genesi si sta qui cercando di indagare.<br />

L’universo è nato, si evolve mediante le interazioni. Lo stesso vale per tutti i suoi sottoinsiemi,<br />

dalle galassie ai quark e ai leptoni, nel reame dell’inerte, dagli organismi alle cellule in quello del<br />

vivente, dagli istinti all’estasi in quello del pensante.<br />

Si è abituati a considerare la realtà in termini dicotomici: esiste il sistema nervoso e quello<br />

immunitario, entrambi sono costituiti da uno centrale ed un altro periferico. La fisica teorica ha<br />

individuato, invece, il primo motore immobile aristotelico nelle note delle stringhe o del vuoto.<br />

Esiste, perciò, un unico antenato: la musica, ossia il linguaggio-dimensione (Palumbo 2006a),<br />

mediante il quale la realtà nasce, si riconosce, interagisce, si trasforma ed evolve verso forme più<br />

progredite, di cui il cervello dell’uomo rappresenta l’ultimo prodotto.<br />

Secondo Palumbo (2005), l’anima sarebbe l’onda forzata generata dalla risonanza fra un’onda<br />

esterna ed un’onda e.m. sincrona interna alla memoria cerebrale, capace di propagarsi nel vuoto e<br />

per sempre.<br />

Il passaggio dalla vita alla morte potrebbe essere spiegato ricordando che i campi di forze che<br />

governano tutti i sistemi dell’universo e quindi anche quello della vita del singolo uomo, tendono<br />

allo stato di minima energia, diverso da zero, che è quello della morte. In tale stato il sistema<br />

universo ed il sistema uomo continuano, però, ad essere permeati dal campo di forze di Higgs che<br />

non si annulla.<br />

E’ noto che, se si introduce nel sistema nello stato di energia minima un campo non nullo,<br />

l’energia di questo campo esterno aumenta l’energia complessiva del sistema.<br />

La forza newtoniana inversa (Palumbo 2005a) che si desta al momento terminale del sistema<br />

universo, ossia quando è tornato al punto limite del buco nero, induce in esso quella forza che lo<br />

farà diventare un nuovo universo.<br />

La stessa cosa avverrà per il sistema uomo, il quale durante e dopo la morte è permeato e<br />

mantenuto in vita dal campo di forze di Higgs non nullo. In queste condizioni di minima energia<br />

esso potrà essere investito da un campo di forze non nullo e riacquisire la sua energia vitale.<br />

16. La tensione verso un altro reame<br />

Palumbo (2006b) ha indagato sull’origine del reame delle anime secondo la fisica quantistica e<br />

quella fisica classica, investigando la struttura delle anime ed i loro rapporti. Qui si riprende il tema<br />

in termini più semplici seguendo il processo: informazione, interazione-elaborazione, ideale ed<br />

evoluzione.<br />

Un organismo si mantiene in vita fino a quando le sue strutture intime vitali sono in grado di<br />

interagire con l’ambiente esterno, ossia sia capace di ricevere e di trasmettere onde di energia<br />

(meccanica, termica, elettromagnetica, etc.). Lo studio della propagazione delle onde elastiche<br />

mostra che, in corrispondenza delle condizioni estreme di assenza di rigidità e di incompressibilità<br />

del mezzo (nel vuoto), un’onda incidente di lunghezza estremamente esigua, può invertire la sua<br />

propagazione, viaggiando (nel vuoto) con velocità teoricamente infinita (Palumbo 2005).<br />

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