31.05.2013 Views

Antonino - Michele - Nardelli

Antonino - Michele - Nardelli

Antonino - Michele - Nardelli

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

microvortice, la velocità delle particelle in seno ad un macrovortice è inferiore a quella di un<br />

microvortice. Per esempio, la velocità del vento intorno al ciclone dell’Islanda, dell’ordine dei<br />

m/sec, è di due ordini di grandezza inferiore a quella in seno ad un tromba marina. Si spiegano così<br />

la natura gassosa delle stelle formatesi al centro di un macrovortice (ove le particelle non sono<br />

sufficientemente costipate) e dall’altra parte l’elevatissima densità delle strutture atomiche<br />

formatesi al centro di microvortici.<br />

L’enorme quantità di materia convogliata al centro dei macrovortici ne eleva la temperatura, per<br />

cui le stelle emettono sia gravitoni, sia fotoni-particelle con energia legata alla loro massa, a mo’<br />

delle particelle che colpiscono le papille olfattive. La dimensione dei fotoni-particelle ha un ordine<br />

di grandezza minimo di 10 -60 kg (Scharff et al. 1976), esse viaggiano alla velocità della luce. Ogni<br />

fotone-particella possiede quindi una quantità di moto, data da F∆t = m∆v, che trasferisce alle<br />

minuscole particelle che incontra lungo il suo percorso, le quali la diffondono in tutte le direzioni,<br />

superando anche gli schermi interposti fra la sorgente e l’osservatore, in modo che la luce appare<br />

anche dall’altra parte dello schermo.<br />

L’ipotesi particellare della luce, proposta da Newton, spiega pertanto anche il suo aggiramento<br />

degli ostacoli, senza bisogno di scomodare l’ipotesi ondulatoria.<br />

Il presente modello ha spiegato, in termini gravitazionali, la genesi degli anelli di Newton, per la<br />

cui interpretazione è stata formulata l’onda-particella.<br />

Il secondo dubbio espresso da Schrödinger sulla inspiegata connessione fra il carattere<br />

longitudinale e trasversale delle onde, intrinseco nella natura elastica della materia, è stato risolto<br />

partendo dalla Geometria.<br />

Secondo Platone, Iddio geometrizza sempre; per questo motivo il filosofo indicava la porta di<br />

uscita ai discepoli che ignoravano la Geometria, in quanto (i) intravedeva nelle forme geometriche<br />

l’orma impressa dal Creatore alla realtà, (ii) nella Geometria, l’espressione “artistica” più elevata<br />

dell’intelletto e (iii) lo strumento che avvicina la conoscenza, perché (iv) la Geometria è il punto di<br />

incontro fra il l’intelligent Design e la capacità penetrativa, esplicativa e creativa del pensiero e<br />

dell’arte.<br />

Quanto esposto in questo libro è basato sulla Geometria. Palumbo (2006a 2006b) ha spiegato la<br />

relazione fra l’uomo e l’universo, partendo dal rapporto fra energia e massa. In questo testo, è stato<br />

individuato nei vortici dalla forma geometrica di spirali logaritmiche la genesi della morfologia e<br />

delle proprietà dei corpi pervenendo ad un modello di unificazione delle forze. E’ stato inoltre<br />

intravisto, nel rapporto aureo Φ [legato a π dalla (1)], un altro ente geometrica, impresso in maniera<br />

più o meno marcata in tutte le forme del creato e rappresentato in tutte le opere d’arte (dalla musica,<br />

alla pittura, alla scultura, alla poesia, all’architettura) l’unico elemento su cui si basa il progetto<br />

creativo dell’energia (stringhe bosoniche) del primo motore immobile aristotelico, la quale lo<br />

realizza mediante l’interazione (4) (relazione Palumbo-<strong>Nardelli</strong>) che genera le stringhe<br />

fermioniche (particelle) ripetendo, scandendo ed imprimendo nelle forme naturali il carattere<br />

dell’autosimilarità frattale, rilevata da Mandelbrot (1983) nel dominio spaziale e sperimentato da<br />

Palumbo (1997,a,b 2001, 2003, 2003a, 2004) nel dominio temporale.<br />

Dal momento che tutte le forme naturali hanno una radice direttamente o indirettamente legata a<br />

φ ed a π [quest’ultima dipendente, per la (1) da φ] e sono quindi associate a spirali logaritmiche<br />

auree autosimili, sono anch’esse autosimili. L’osservazione di Mandelbrot ha pertanto<br />

semplicemente verificato una proprietà che era implicita nella genesi da spirali logaritmiche auree<br />

autosimili di tutte le forme naturali.<br />

L’autosimilarità delle forme, φ e π, tutti enti geometrici, sono i tre caratteri dalla valenza<br />

universale fino ad oggi inspiegata; un’estensione della scoperta di Pitagora, per il quale il numero è<br />

la radice di tutta la realtà, della stessa arte ed in particolare delle note musicali, le cui frequenze<br />

sono esprimibili mediante i numeri.<br />

48

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!