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Antonino - Michele - Nardelli

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e nelle lunghezze d’onda estremamente piccole, corrispondenti a vibrazioni esterne alla lunghezza<br />

dei raggi cosmici inferiore a 10 -16 m, frequenza superiore a 10 24 Hz ed energia superiore a 10 10 eV.<br />

Per indagare su entità di grandezza ancora più esigue di quelle conosciute ci si deve riferire alla<br />

teoria delle stringhe (Greene 2003, Palumbo 2006a), della quale si ritiene utile, ma non<br />

indispensabile, qui fornire un breve cenno per facilitare il lettore a seguire la presente esposizione.<br />

Concordemente a quanto precede, entità elementari addirittura più piccole dei fotoni e dotate di<br />

frequenze di oscillazione superiori a quelle dei raggi cosmici, non possono immaginarsi o<br />

identificarsi in particelle, bensì in enti vibranti.<br />

Secondo la teoria delle stringhe, appunto, le entità fondamentali non sono particelle puntiformi,<br />

ma assomigliano a “stringhe”, cioè a minuscole corde vibranti di una sola dimensione.<br />

Queste entità vibranti e le particelle elementari esistenti in natura sono legate dalla relazione di<br />

Einstein fra massa ed energia, la quale spiegherebbe la genesi delle particelle dalle stringhe<br />

(Palumbo 2006a).<br />

Le stringhe sono libere di vibrare, proprio come le corde di un violino, e, dalle “note” emesse,<br />

derivano tutte le varie particelle che costituiscono il nostro universo. Una qualsiasi particella<br />

elementare non sarebbe altro che un particolare stato vibratorio di una stringa la quale, osservata da<br />

una certa distanza, si presenta come un minuscolo corpuscolo puntiforme.<br />

In definitiva, secondo la teoria delle stringhe, l’universo sarebbe costituito da stringhe<br />

microscopiche, i cui modi di vibrazione sarebbero all’origine delle masse e delle cariche delle<br />

particelle elementari.<br />

Brian Greene (2003) espone, in maniera estremamente comprensiva ed esaustiva il percorso<br />

della fisica negli ultimi decenni, soffermandosi sulla teoria delle stringhe, sulle dimensioni nascoste<br />

dell’universo, sulla supersimmetria e sulla M-teoria (dove M sta per Mother), ma non si affaccia<br />

sulla struttura dell’organismo umano, la cui fisiologia potrebbe essere interpretata con gli stessi<br />

strumenti mediante i quali la teoria delle stringhe, superato il modello standard incapace di<br />

includere la gravità e di spiegare i dettagli della sua costruzione, ha fornito un enorme contributo<br />

alla formulazione alla teoria dell’unificazione delle forze.<br />

Secondo la teoria delle stringhe, le masse e le cariche delle particelle sono il risultato delle<br />

vibrazioni delle stringhe. Se riuscissimo a “far suonare” una stringa, per esempio pizzicandola,<br />

saremmo in grado di osservare la corrispondenza fra le note delle stringhe, le 19 particelle del<br />

modello standard e le loro proprietà.<br />

Le corde del mondo macroscopico possono presentare vari livelli di tensione: le molle elastiche<br />

dei nostri indumenti, ad esempio, sono molto meno tese rispetto alle corde di un violino, e queste, a<br />

loro volta, sono meno tese ancora delle corde metalliche di un pianoforte.<br />

Se si riuscisse a pizzicare una stringa, potremmo calcolare la resistenza che la corda oppone e<br />

quindi determinare la sua tensione, proprio come si procede per le corde macroscopiche, cosa<br />

praticamente impossibile, per cui Scherck e Schwarz (1974), seguendo un metodo indiretto<br />

scoprirono che uno dei modi di vibrazione della stringa rappresentava il gravitone (l’unità<br />

elementare della forza di gravità). Essi riuscirono poi anche a calcolarne la tensione fondamentale<br />

risultata pari a mille miliardi di miliardi di miliardi di miliardi di tonnellate: la cosiddetta tensione dì<br />

Planck, evidenziando che le stringhe microscopiche sono enormemente rigide rispetto alle corde<br />

elastiche vibranti, implicando importanti conseguenze.<br />

In primo luogo, mentre le corde di un violino o di un pianoforte sono fisse a due estremi, nulla<br />

riesce a tener “ferma” una stringa fondamentale. La straordinaria tensione implica che la stringa si<br />

contrae indisturbata fino ad assumere dimensioni minuscole, il cui ordine di grandezza calcolato è<br />

risultato pari alla lunghezza di Planck: 10 -33 cm (un milionesimo di miliardesimo di miliardesimo di<br />

miliardesimo di centimetro).<br />

Da E = 10 42 = h υ, (dove h è la costante di Planck) segue che la frequenza υ = 10 76 Hz. Ancora,<br />

dalla dimensione di una stringa = 10 -35 m e quindi dal volume V = 10 -105 m 3 , e posto m = ρ V, dove<br />

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