Antonino - Michele - Nardelli

Un malato guarisce più facilmente se (i) aiutato da terapie psicologiche e se (ii) ha la volontà di
guarire. Nei pazienti del mondo occidentale, in mancanza del primo aiuto, talora si dimostra
efficace soltanto il secondo l’effetto placebo indotto dalla volontà.
Se la struttura psico-fisica del Cristo era “perfetta”, lo spettro di emissione delle sue onde e.m.
doveva essere molto esteso e la loro intensità molto elevata.
Ciò giustificherebbe l’assenza di ogni informazione, nei Vangeli, su Sue eventuali malattie e la
Sua enorme resistenza alla flagellazione ed al calvario. E’ noto, infatti, che l’intensità e gli effetti
dei traumi psichici sono tanto più sentiti quanto maggiore è la sensibilità del soggetto e sono molto
più devastanti di quelli fisici.
La sensibilità del Cristo doveva essere elevatissima, tanto che Egli reagì alla previsione della
Sua morte sudando sangue e le Sue sofferenze psichiche, derivanti dalla consapevolezza della Sua
innocenza e della sofferenza indotta in Sua madre, dovettero essere immensamente maggiori di
quelle fisiche degli altri condannati. La Sua resistenza alle sofferenze doveva perciò dipendere dalla
dotazione delle predette caratteristiche delle onde e.m. del Suo corpo.
L’assenza di malattie e la resistenza alle sofferenze è attestata poi anche negli illuminati delle
altre religioni.
Più ampio è lo spettro di frequenza, maggiore è la probabilità che, fra le onde emesse ve ne
siano alcune sincrone con quelle di un’altra persona; maggiore è l’ampiezza delle onde (energia),
maggiore è la probabilità che esse non si attenuino lungo la loro propagazione da una persona
all’altra.
L’interazione è però biunivoca, nel senso che la sua efficacia dipende sia dalla capacità di
emissione della sorgente, sia da quella ricettiva del destinatario.
Allorquando il cieco o il paralitico si avvicinavano al Cristo, parte delle Sue intense onde e.m.
emesse erano sincrone con quelle dei sistemi immunitario e cerebrale del miracolato e perciò in
grado di eccitarle per risonanza, elevandone l’ampiezza (energia) (teoricamente a valori infiniti
secondo la fisica) potenziando la naturale capacità autoterapeutica. Il risultato dipendeva, però,
anche dalla disponibilità del malato a guarire e per questo il Cristo affermava “la tua fede ti ha
salvato”.
Nel caso di Lazzaro, invece, l’effetto fu dovuto soltanto alla forza delle onde e.m. del Cristo.
Dopo la Resurrezione, Maria di Magdala, gli Apostoli ed i Discepoli di Emmaus non
riconobbero subito il Risorto, per la scarsa fede, che dovette essere ridestata dalle onde del Risorto,
mediante quelle acustiche con le quali chiamò Maria e Tommaso e quelle e.m. del visibile emesse
durante la fractio panis nel paese di Emmaus.
Nei processi di beatificazione e santificazione, specie in quelli più recenti contenenti più
dettagliati riferimenti scientifici, si legge la testimonianza dei miracolati i quali riferiscono che la
loro improvvisa ed inspiegata guarigione, insistentemente invocata, era avvenuta in concomitanza
di un intenso flusso di calore che aveva investito il loro organismo.
L’ultima testimonianza è stata riferita nel 2003 al vescovo di Belluno da un miracolato che ha
tenuto segreto l’avvenimento, temendo di essere preso per fanatico o visionario e che per il
momento preferisce l’anonimato. Egli afferma che a seguito di ripetute e fervorose preghiere rivolte
a Papa Luciani aveva avvertito una improvvisa ed intensa sensazione di calore “che quasi
bruciava”, “a seguito della quale crollò in un sonno profondo”. Al suo risveglio si accorse con
indicibile sorpresa della scomparsa dei dolori e della ripresa delle forze. Avvertì subito i medici i
quali accertarono che il linfoma maligno era scomparso di colpo inspiegabilmente. La Chiesa sta
accertando la validità di questa testimonianza che contribuirà alla beatificazione di Giovanni Paolo
I.
Egli, esaminati (i) i risultati dell’indagine svolta da G.B. Della Porta che aveva accertato
l’assenza di patologie cancerose nei malati affetti da malaria e la loro guarigione nei pochi soggetti,
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