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Antonino - Michele - Nardelli

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Questi orizzonti di felicità derivanti dall’ansia e dalla conquista della conoscenza accresce quella<br />

volontà che a sua volta potenzia l’intelletto e lo spirito.<br />

Di fronte a reazioni che trascendono l’intelletto, come quelle destate dall’ascolto della sesta<br />

sinfonia di Chajkovskij eseguita dall’orchestra filarmonica di Berlino, diretta da Herbert von<br />

Karajan, i cui stimoli destano emozioni nelle quali è impossibile intravedere segnali razionali,<br />

l’intelletto è costretto a tacere per dare spazio all’immaginazione di un orizzonte nuovo, concreto ed<br />

affascinante ad un tempo, e che appartiene ad un dominio parimenti reale e diverso dall’innato e<br />

dall’appreso della memoria cerebrale.<br />

Questa resa dell’intelletto è la condizione che rende nulla l’intensità (razionale) del cuore<br />

dell’uomo, conducendola a quella dell’energia minima, alla quale tendono tutti i sistemi naturali la<br />

sola condizione mediante la quale si può interagire con l’infinito, nel segno del numero aureo che<br />

caratterizza il creato tutto, l’uomo e le sue opere artistiche e che è lo strumento della Creatività.<br />

Essa ci fa comprendere il senso dell’espressione la superbia è la radice dell’ignoranza e quindi<br />

la negazione di ogni evoluzione.<br />

Un aiuto al conseguimento di questo primo momento può derivare dalla definizione di realtà<br />

essenziale e realtà ideale. La prima è vera, concreta ed esterna al soggetto, mentre la seconda è il<br />

prodotto della sua trasformazione operata dal cervello che permette la distinzione fra una sostanza<br />

vegetale edula (generalmente di colore verde) ed un’altra di colore violaceo, tipica delle sostanze<br />

venefiche.<br />

Per esempio, una radiazione e.m. corrispondente ad un determinato colore è vera e reale; essa<br />

colpisce l’occhio, il quale trasmette il segnale al cervello, che a sua volta lo traduce in colore<br />

(percepito in modo diverso dall’occhio dell’uomo e dell’animale): una realtà ideale, inesistente in<br />

natura, un’invenzione del cervello.<br />

Anche le opere dell’intelletto, come le geometrie non euclidee, la fisica diversa da quella<br />

classica, le filosofie e la teologie in tutte le loro articolazioni e la stessa arte, disgiunta dalla realtà<br />

essenziale della natura sono realtà ideali.<br />

Mentre le realtà ideali miranti al perseguimento delle finalità biologiche hanno una finalità<br />

logica, queste ultime sono sterili ed allontanano dalla conoscenza.<br />

In questo senso, si spiega la definizione dell’arte secondo Platone: copia di copia della natura,<br />

a significare lo svuotamento del messaggio dell’arte con l’allontanamento dalla realtà essenziale<br />

della natura.<br />

Analogamente, la teologia e principalmente le varie omelie mirano, invano, alla<br />

rappresentazione ideale (intellettuale) della verità essenziale espressa nelle frasi semplici ed<br />

elementari del Verbo evangelico, allontanandole dalla comprensione del cuore dell’uomo che ha<br />

sete del Dio Vivente: simpliciter simplex.<br />

Lo stesso vale per la preghiera verbale e distratta: una traduzione ideale dell’ansia reale del<br />

cuore di interagire nell’intimità col Padre, ad imitazione di Maria, la stella del silenzio, la cui<br />

testimonianza, pur nell’assenza quasi completa della parola (il Vangelo riporta soltanto due episodi<br />

nei quali Maria ha pronunciato pochissime parole: a Gerusalemme quando ritrovò il Figlio, ed alle<br />

nozze di Cana) ha espresso una testimonianza operosa e concreta, maggiore di quella di tutti i<br />

teologi messi insieme ed una fede più radiosa del Sole, perché alimentata dalla luce del silenzio.<br />

Forse una forma di preghiera concreta è quella risultante dal percorso qui indicato che coniuga<br />

quella Fides et Ratio sollecitata da Joseph Ratzinger.<br />

Il secondo momento coincide nell’approssimarsi alla verità, mediante il completo distacco<br />

dalla realtà ideale, alla quale è legato il mondo animale stimolato dal perseguimento della<br />

soddisfazione delle istanze biologiche. Ciò è conseguibile mediante il discernimento e la scoperta di<br />

livelli di soddisfazione intellettuale e di felicità spirituali crescenti con la distanza dalle istanze<br />

biologiche, l’esercizio dell’interazione sovra-intelletiva e la conseguente disabitudine di quella<br />

biologica.<br />

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