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Antonino - Michele - Nardelli

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Opere naturali ed artistiche che, se pur marcate dall’autosimilarità frattale, tipica delle spirali<br />

logaritmiche da cui traggono origine, tendono in progressione evolutiva verso forme ideali, legate<br />

più direttamente a φ, caratterizzate da categorie proprie dello spirito creante, che coniuga istanze<br />

solo apparentemente astratte, come la bellezza, l’eleganza, l’armonia, il comportamento, etc, con<br />

quelle che perseguono finalità concrete.<br />

Un esempio, fra i tanti possibili, è rappresentato dalle opere portuali create dalla natura, a radice<br />

raggiata, governata da π e forma arrotondata, che proteggono le specie viventi dall’azione dei<br />

marosi, senza alterare l’equilibrio psammografico né quello geomorfologico litoraneo. Il contrario<br />

delle costruzioni portuali realizzate dall’uomo, le cui opere aggettate si protendono in mare, in<br />

direzione normale alla linea di costa. Esse, oltre ad essere esposte al frequente danneggiamento ad<br />

opera dei fronti d’onda al pari delle dighe foranee, sbarrano il passo alla deriva litoranea,<br />

danneggiando marcatamente l’equilibrio geomorfologico del paraggio, producendo insabbiamento<br />

nell’ambito del porto e marcate erosioni del litorale sottovento alle opere aggettate. Danni questi,<br />

che le forme arrotondate ed “artistiche” della natura avrebbero evitato. Ecco perché l’astrattezza<br />

delle opere d’arte e della geometria è soltanto apparente, perché guida, seguendo il principio<br />

intelligente che governa la natura, la progettazione di opere con finalità ideali ed utilitarie ad un<br />

tempo.<br />

Le origini della geometria come scienza razionale, staccata da ogni necessità di applicazione e da<br />

ogni empiricità di metodo, possono farsi risalire a Pitagora, Talete, Eudosso di Cnido, i più ricordati<br />

che precedettero Euclide. Opere simili si ritrovano nei reperti dei Sumeri, degli Egizi e dei Cinesi.<br />

Senza tali opere, che non perseguivano finalità pratiche ed applicative, non si sarebbe avuto lo<br />

sviluppo della matematica, della geometria e quindi della scienza e della tecnologia, con le sue<br />

innumerevoli e benefiche ricadute pratiche sullo sviluppo della civiltà.<br />

Dal momento che φ e π sono legati da una semplice relazione numerica, tutte le forme del mondo<br />

reale, del macrocosmo e del microcosmo (Palumbo e <strong>Nardelli</strong> 2007), sono legate al numero aureo<br />

φ, che rappresenta quindi l’orma impressa dal Creatore sull’universo.<br />

Le particelle e le masse, nate da vortici, hanno avuto una forma originaria sferica, per poi<br />

assumere quella ellissoidale, in conseguenza della loro rotazione. Fra i tanti ellissoidi naturali o<br />

teorici, esiste quello aureo, che, come tutte le forme naturali, è basato sul numero aureo φ.<br />

E’ allora possibile che dalle vibrazioni di quest’ultimo siano nati i vortici naturali e da questi le<br />

particelle naturali, mentre gli altri immaginabili ed innumerevoli ellissoidi hanno potuto generare<br />

altre possibili forme, estranee al nostro universo, presumibilmente appartenenti ai 10 500 universi<br />

(landescapes) (Greene 1999), forme basate sugli infiniti numeri che vanno oltre l’intervallo<br />

compreso fra φ e π che caratterizzano quelle del nostro universo.<br />

Ogni ente, fenomeno od evento ha una sua ragione d’essere; ciò vale anche per φ e π. La natura<br />

protegge la sua opera attraverso strumenti efficienti che ne garantiscono la sopravvivenza, che, in<br />

biologia, sono espressi dal principio della conservazione dell’individuo e della specie. Le forme<br />

sferiche, basate su π, che raccolgono nel loro interno il maggior volume rispetto alle altre strutture<br />

solide, esprimono il tentativo di ridurre l’aggressione esterna agente attraverso la minima superficie<br />

che racchiude le strutture.<br />

Le forme basate su φ, come l’ellissoide aureo, le cui vibrazioni di stringa generano le particelle<br />

del cosmo, coniugando bellezza ed efficienza, consentono invece la loro riproducibilità e<br />

l’espansione delle specie. I semi a forma ellissoidale con la loro piccolezza sfuggono alla vista dei<br />

predatori, così come le maggiori energie sono conservate religiosamente nelle strutture atomiche<br />

più piccole.<br />

Tutte le possibili interazioni sono basate sui quattro caratteri fondamentali dell’universo 0 (il<br />

vuoto), 1 (l’unità), 0.618… (φ) e 3.14… (π).<br />

Il vuoto, interagendo in se stesso genera incessantemente particelle, dà l’energia all’universo<br />

(www.profantoninopalumbo.com), l’interazione fra zero ed uno costituisce un sistema binario che<br />

simula e computerizza tutto il fenomenico, l’interazione dell’unità in se stessa, ossia la sua<br />

autoiterazione genera φ e quindi tutte le forme basate sul numero aureo; la relazione fra φ e π,<br />

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