PER LA - Rivista IDEA

questi anni è iniziata un’azione di
riduzione della spesa pubblica, di
particolare attenzione alla gestione,
legata anche a tagli importanti
dei trasferimenti. La Provincia
riceve trasferimenti di risorse irrisori
rispetto al fabbisogno, il quale
ne cessariamente dev’essere collegato
alle dimensioni territoriali,
nonché a tantissime aree geograficamente
disagiate, alle tante im -
prese sparse su un territorio di ol -
tre 6.900 chilometri quadrati. Più
volte abbiamo approvato ordini
del giorno che richiedono maggior
attenzione da parte di Go ver no e
Par lamento, direttamente le gati al -
la sopravvivenza stessa di questa
nostra provincia Granda».
E vi sentite ascoltati?
«Purtroppo avviene di rado. Credo
che per essere ascoltati occorra da -
re l’esempio: la politica fortemente
voluta in questi primi trenta mesi
di mandato dalla presidente Gan -
cia, dagli assessori e dalla maggioranza
dei consiglieri, di rigore ed e -
quità, sta dando i suoi frutti in una
riduzione ormai accentuata del
debito. Secondo aspetto è la forza
che emana questa provincia di
gen te capace, virtuosa e che al po -
sto di protestare lavora, lavora,
lavora. Che dev’essere compresa
da chi, a turno, governa il Paese.
Non sempre si considera Cuneo
per quello che è e ciò, sia noi che la
nostra gente, lo avvertiamo».
Ma la crisi economica attanaglia
tutti. Lei cosa prevede?
«Ho la fortuna di rappresentare un
“parlamentino” di eletti che sono
veri e propri volontari della politica.
Nella vita quotidiana svolgono
tutti un’attività a tempo pieno e
perciò si percepisce direttamente
che ci sono problematiche economiche
che emergono con forza: di -
soccupazione non solo giovanile,
accesso al credito sempre più complicato,
calo dei consumi abbastanza
generalizzato e perciò stagnazione.
Anche qui le grandi opere
viarie devono essere completate o
partire. Su questo fronte le varie
amministrazioni hanno lavorato
con forza su investimenti, quali il
completamento dell’Asti-Cuneo e
il raddoppio del tunnel “Tenda
bis”, che muovono cantieri per ol -
tre un miliardo di euro».
Quanto alla politica, Pdl e Lega
vanno d’accordo in Provincia?
«Per ciò che posso vedere io, sì.
Sono forze che si completano a
vicenda con una forte spinta verso
la politica del fare. Ci sono diversità
di vedute su alcuni temi impor-
tanti, ma a mio avviso ciò non è ne -
gativo, anzi rinvigorisce l’azione
amministrativa che ha una grande
unitarietà».
Ma secondo lei le Province van -
no abolite, op pure no?
«Assolutamente no, e la nostra
men che meno. E non dico questo
perché il nostro movimento è l’u -
nico ad aver votato contro il provvedimento
di dicembre in Parla -
mento. Forse si può intervenire su
quelle di dimensioni mol to piccole,
perché occorre una ra zio na -
lizzazione. Ma Cuneo non si deve
cancellare, proprio per i dati che
ho citato. Cuneo in pratica vale,
geo graficamente, economicamente
e storicamente, una re gio ne! Dal
2008 abbiamo ap pro vato ben tre
ordini del giorno a di fesa della
Provincia come istituzione, con
l’adesione quasi sempre di tut te le
forze politiche. Altret tan to fa remo
a febbraio con un Con si glio provinciale
che in parte sarà aperto
agli interventi delle for ze economiche
e sindacali del territorio».
L’abolizione è una scelta sba-
gliata del Governo?
«È una scelta scellerata e lo dico a
chiare lettere. Intanto, se in un de -
creto che definisci “salva Italia” elimini
le Province, senza pensare
che sono un caposaldo della Co -
stituzione e non dici, ad esempio,
come ricollochi gli oltre 6.000
dipendenti delle Province piemontesi,
significa che stai facendo solo
fumo. Ma alla chiusura non vo glio
nemmeno pensare: oltre a essere
di applicazione impossibile, sarebbe
un disastro per la nostra terra. Si
tratta di un ente che ha moltissime
deleghe determinanti: istruzione,
viabilità, ambiente, acque, lavoro,
agricoltura solo per citarne alcune,
ma sono decine e decine le funzioni
operative».
Cos’è per lei la politica? E cosa
significa farla, affiancata a un
lavoro da manager di una grande
azienda?
«Per me è passione e difesa di
un’idea e di valori che non hanno
prezzo. È anche sacrificio, tanto,
ma come tutte le cose della vita, se
ti piace, lo fai volentieri e appaga».
Lei milita nella Lega nord: non
sie te un po’ troppo critici negli
ul timi tempi?
«Anzi, lo siamo poco! Il nostro mo -
vimento parte dal basso, dalle
sezioni, dalle persone, dalle famiglie,
dal le imprese, da tutti coloro i
qua li si vogliono mettere in gioco
non per avere una sedia, ma per di -
fendere un progetto di autonomia,
che ci meritiamo non solo a parole,
ma nei fatti. La solidarietà passa at -
traverso la difesa della propria storia,
della propria cultura e identità.
Non dobbiamo mai dimenticare da
chi e da dove siamo venuti e dove
vogliamo andare».
9 febbraio 2012 Ü 27