Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...
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definito un disabile perché porta gli occhiali, quindi ti lascio immaginare, sono scattata dalla<br />
sedia, ho tirato il canadese (ausilio) e ho detto “guardi, io stasera non ho voglia di alzare le mani,<br />
me ne vado, però la prossima volta lei viene <strong>con</strong> me, le metto una carrozzina a disposizione, le<br />
offro un caffè e lei mi aiuta a trovare un bagno, perché noi disabili non abbiamo la possibilità di<br />
andare in bagno in questo paese” e me ne sono andata.<br />
[ <strong>Il</strong> sistema dei servizi ]<br />
<strong>Il</strong> sistema dei servizi esistente incide senza dubbio in maniera decisiva sulla possibilità di<br />
inserirsi nel mondo del lavoro e di sperimentare occasioni di autonomia.<br />
Nella propria esistenza quotidiana, una persona <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> vive <strong>con</strong>dizioni di dipendenza<br />
dagli altri, che possono determinare sentimenti di insicurezza e/o difficoltà nella percezione<br />
<strong>delle</strong> proprie capacità. Gli sforzi dovrebbero, quindi, essere focalizzati non sull’eliminazione<br />
<strong>delle</strong> occasioni di dipendenza, che tutti noi di fatto sperimentiamo prima o poi nel corso<br />
della nostra vita, ma sull’individuazione di soluzioni per affrontare l’inevitabile dipendenza,<br />
anche attraverso un efficace sistema di servizi pubblici.<br />
I servizi per la mobilità<br />
Una <strong>delle</strong> difficoltà più importanti che le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> motoria e sensoriale intervistate<br />
in<strong>con</strong>trano nella <strong>con</strong>quista della propria autonomia è il problema della mobilità.<br />
Uno dei primi ostacoli alla ricerca del lavoro è proprio quello legato ai trasporti.<br />
Non è che io non volessi lavorare prima, però pensavo: come esco di casa, come ci vado?<br />
– <strong>Il</strong> mio problema era quello di arrivare al lavoro e avere una persona che mi aiutasse a scendere<br />
dalla macchina, non è così semplice, devi sempre avere un assistente che ti porti dietro ogni volta<br />
oppure devi sempre chiedere a qualcuno. La mia paura principale è sempre stata quella di chi<br />
mi fa scendere dalla macchina.<br />
– Avevo preso la patente e anche questo mi ha permesso di accettare l’offerta di lavoro, altrimenti<br />
non sarebbe stato possibile, in quanto non avrei saputo come arrivarci.<br />
Alcune <strong>donne</strong> evidenziano, rispetto agli anni passati, un’evoluzione, un cambiamento<br />
positivo nei servizi per la mobilità dedicati alle persone <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong>.<br />
– Ancora non si può parlare proprio di pari opportunità, però alcune cose ci sono. Pensiamo<br />
al trasporto, per me ad esempio sarebbe estremamente costoso o quasi impossibile andare a<br />
lavoro senza il pulmino, perché stando così lontana dovrei avere una persona che va e torna e il<br />
mio stipendio andrebbe per quello, quindi questo mi ha facilitato.<br />
Tuttavia, le intervistate non dimenticano le lotte che hanno dovuto intraprendere e che<br />
ancora combattono per vedere garantito il proprio diritto alla mobilità, né evidenziano allo<br />
stato attuale una <strong>con</strong>dizione di pari opportunità tra il <strong>con</strong>testo metropolitano e i territori<br />
provinciali. Così rac<strong>con</strong>ta la sua esperienza una donna <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> motoria residente nel<br />
Comune di Roma: il mio problema è stato come andare a lavoro…ovviamente mia madre non