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Il percorso lavorativo delle donne con disabilità - Associazione ...

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l’autobus, devono metterti a disposizione il pulmino, se non puoi prepararti da sola, ti devono<br />

fornire l’assistenza personale.<br />

Accanto al processo di empowerment della persona <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong>, al potenziamento <strong>delle</strong><br />

sue capacità e alla creazione di un sistema di servizi in grado di favorire l’autonomia e l’inclusione<br />

sociale, è fondamentale anche educare di più il mondo del lavoro a <strong>con</strong>tattare la <strong>disabilità</strong>.<br />

Così spiega una <strong>delle</strong> <strong>donne</strong> intervistate: quando vai a fare un colloquio, il problema principale<br />

è il primo <strong>con</strong>tatto, che viene mediato dal pregiudizio, e comunque da un immaginario che molte<br />

volte non corrisponde esattamente alla realtà. Bisogna, quindi, trovare <strong>delle</strong> strade per mettere<br />

in <strong>con</strong>tatto il più possibile il disabile col mondo del lavoro e il mondo del lavoro <strong>con</strong> la <strong>disabilità</strong>.<br />

Ma non solo, è fondamentale anche monitorare quello che accade nei luoghi di lavoro e<br />

non pensare che sia sufficiente inserire una persona <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong>, ritagliandole un posto,<br />

senza apportare nessuna modifica, poiché le esperienze di molte <strong>delle</strong> nostre intervistate<br />

dimostrano come il <strong>con</strong>testo ambientale e le relazioni interpersonali obbediscano a regole<br />

che non includono le persone <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong>. La loro piena partecipazione al mondo del<br />

lavoro potrebbe, invece, innescare un circolo virtuoso e un processo di crescita non solo<br />

individuale ma per l’intera collettività, generare cambiamenti positivi che non riguardano<br />

solo la persona <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> ma anche le persone che le stanno accanto.<br />

In altre parole il lavoro potrebbe essere un importante volàno per produrre un radicale<br />

cambiamento culturale, oggi più che mai necessario, capace di liberare le persone e <strong>con</strong>trastare<br />

la diffusa discriminazione di cui sono oggetto.<br />

Una politica di e per le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong><br />

Una riflessione specifica merita la questione di genere, in quanto le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong><br />

da soggetto debole del mercato del lavoro diventano soggetti debolissimi in virtù dell’accumulazione<br />

<strong>delle</strong> discriminazioni multiple cui sono sottoposte. Se è vero che la situazione<br />

di svantaggio all’interno della quale si trovano le persone <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> è causata dai limiti<br />

procurati non solo dalla menomazione, ma anche dal <strong>con</strong>testo sociale e culturale che<br />

restringe la rosa <strong>delle</strong> esperienze possibili, ciò è amplificato ulteriormente per la donna<br />

disabile per la quale le discriminazioni (legate al genere e alla <strong>disabilità</strong>) si sovrappongono.<br />

Ciò comporta che i processi di empowerment per le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> appaiono molto<br />

più complessi e lunghi rispetto a quelli di un uomo disabile, a causa del perpetuarsi di una<br />

cultura maschilista che <strong>con</strong>diziona l’immagine femminile dentro astratti canoni di bellezza e<br />

ruoli tradizionali, alimentando una falsa cultura dalla quale le <strong>donne</strong> <strong>con</strong> <strong>disabilità</strong> fanno fatica a<br />

liberarsi perché sono sole nel ri<strong>con</strong>oscere la doppia discriminazione di genere e di <strong>disabilità</strong>.<br />

Da ciò deriva anche un’altra <strong>con</strong>siderazione: doppia discriminazione significa anche doppia<br />

fatica, laddove le istituzioni non pensano minimamente che nel caso della donna ci possa<br />

essere un problema maggiore. <strong>Il</strong> fatto è che sei disabile, punto e basta, senza <strong>con</strong>siderare che<br />

esiste l’insieme del problema. Dunque, la critica che viene mossa alle politiche di genere e<br />

alle politiche sulla <strong>disabilità</strong> è quella di aver marciato su binari paralleli, non <strong>con</strong>siderando la<br />

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